Campania, crescono le defezioni: nelle liste dem rinuncia anche l'ex assessore Gaeta

Campania, crescono le defezioni: nelle liste dem rinuncia anche l'ex assessore Gaeta
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 18 Agosto 2022, 08:58 - Ultimo agg. 19 Agosto, 09:19
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Non sono stati certo sciolti tutti i nodi dopo la direzione nazionale del Pd nella notte di Ferragosto. E ora c'è tempo sino a lunedì sera (termine ultimo alle ore 20) per chiudere tutti i dossier ancora aperti. Tra nomi da sostituire per rinuncia alla corsa, chi deve andare nei collegi tra Pd e alleati (7 uninominali alla Camera e 4 al Senato ancora scoperti). Casi, quest'ultimi, che devono chiudere i dirigenti locali mentre da Roma potrebbe fare qualche aggiusto direttamente il segretario nazionale Enrico Letta. In particolare, su quest'ultimo versante, c'è il caso del sottosegretario uscente Enzo Amendola sistemato al terzo posto al Senato ed a rischio elezione. Da qui la pausa di riflessione che si è preso l'ex segretario regionale del Pd campano nonostante il colloquio al Nazareno, due sere fa, con il segretario nazionale. Insomma: la burocrazia per le elezioni del Pd non si è esaurita tutta nella notte di Ferragosto e ci saranno ancora notti insonni.

Ieri pomeriggio è arrivata un'altra defezione da parte di una delle candidate inserite nelle liste approvate: è Roberta Gaeta, ex assessora alle Politiche sociali del omune di Napoli nella giunta de Magistris, che annuncia la sua rinuncia per il parlamento nel collegio di Napoli. Indicata al quarto posto in quota Demos, la Gaeta spiega: «Dopo un'attenta valutazione, di concerto con il segretario nazionale Paolo Ciani e con il presidente Mario Giro, non ho ritenuto opportuno accettare la candidatura così come ci era stata proposta, per diverse considerazioni di natura politica». Ed è il secondo nome da sostituire dopo la rinuncia, di due giorni fa, del parlamentare uscente di Articolo Uno Federico Conte inserito nel proporzionale di Salerno al secondo posto dietro la Camusso.

Altra defezione, ieri, e nuova sostituzione da fare, della consigliera regionale Paola Raia, ex consentiniana ora deluchiana di ferro inserita nel collegio uninominale Nola-Vesuviano.

Candidatura che aveva fatto storcere il naso a molti militanti democrat per il suo passato da fedelissima di Nicola Cosentino. «Ringrazio coloro che hanno pensato alla mia persona come candidata ma voglio ricordare che i cittadini della Campania mi hanno eletta quale loro rappresentante in Consiglio regionale. Ho fatto mia, la linea programmatica del governatore della Campania De Luca, tesa a migliorare sempre più la nostra Regione ed intendo continuare al suo fianco il mio lavoro con tutte le mie energie», afferma la consigliera regionale di De Luca Presidente spiegando il suo addio.

Rimangono, infine, i nomi da inserire negli uninominali da concertare con gli altri alleati. Che, tanto per capirci, spingono per avere tutti con insistenza quello di Napoli città. Tranne il ministro Luigi Di Maio che si candidrà nella sua Pomigliano. Ma qui a Napoli il Pd vorrebbe spostare il parlamentare uscente Paolo Siani al momento sistemato nel collegio 1 che comprende tutta l'area flegrea. Compreso, ha fatto notare qualcuno nel partito, la cittadina di Marano, ex roccaforte dei Nuvoletta, il clan che decise la morte per il Giancarlo Siani, fratello di Paolo e giornalista de Il Mattino ucciso nel 1985. Meglio sarebbe, ragionano nel partito, portare in quel collegio Sandro Ruotolo e mettere su Napoli, dove è conosciutissimo, proprio Paolo Siani da anni impegnato, prima come medico e poi come parlamentare, sui temi dell'infanzia e dell'adolescenza. Altre caselle, parliamo dei collegi, devono essere garantiti per Europa Verde (con Fiorella Zabatta), Più Europa e il nuovo partito di Di Maio. Una quadra non facile da chiudere. Da Roma, invece, il segretario Letta opererà ancora qualche aggiusto entro questo fine settimana. Con l'obiettivo di trovare un posto più sicuro per il sottosegretario Amendola che ha gestito per conto del governo e di Draghi tutta la partita del Pnrr. Ma anche qui il nodo è complicato perché i posti sicuri nei listini, in tutta Italia, sono praticamente bloccati.

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