Cultura, il Comune di Napoli si sfila dalla battaglia al governo: «Ora si torni a dialogare»

Assenti gli esponenti della giunta: «Preoccupati per i tagli ma serve equilibrio»

Cultura, il Comune si sfila dalla battaglia al governo: «Ora si torni a dialogare»
Cultura, il Comune si sfila dalla battaglia al governo: «Ora si torni a dialogare»
di Luigi Roano
Venerdì 16 Febbraio 2024, 23:09 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 16:58
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«Si è avuta la conferma che non sono queste le modalità per ottenere risultati» il commento che arriva dal Comune in stanze molto prossime a quelle del sindaco Gaetano Manfredi. Il riferimento è alla manifestazione di ieri a Roma sotto Palazzo Chigi in cui il governatore Vincenzo De Luca ha insultato la premier Giorgia Meloni sulla vicenda dei fondi Fsc - acronimo che sta per Fondi sviluppo e coesione quasi esclusivamente dedicati al sud che il Governo non sblocca - una adunata a cui hanno preso parte molti sindaci campani. Ma le porte di Palazzo Chigi sono rimaste chiuse a doppia mandata. Manfredi a Roma non ci è andato per una scelta politica precisa: «Deve prevalere sempre il dialogo e ieri si è avuta la conferma - ripetono quelli del Comune - che non sono le modalità giuste per ottenere risultati».

Le barricate e le marce all’ex rettore non piacciono. Oggi al Sannazaro ci sarà il bis perché De Luca sul palco del teatro di via Chiaia arringherà gli esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo che senza Fsc rischiano di perdere 400 milioni. E se a Roma Manfredi ha inviato Teresa Armato assessore al Turismo in quota Pd che in piazza è sceso in massa, al teatro Sannazaro non ci sarà nessun esponente di Palazzo San Giacomo. Questo il diktat di Manfredi.

Non incrocerà lo sguardo del governatore e la platea deluchiana il sindaco che ha la delega alla Cultura, vuole marcare con la sua assenza ancora di più la differenza con il suo dirimpettaio alla Regione: «La linea del sindaco Manfredi, espressa e praticata più volte, è non personalizzare la questione su temi delicati per la vita amministrativa. Giusto partecipare alla manifestazione se può essere utile ad accendere i riflettori. L’auspicio è evitare lo scontro istituzionale che può danneggiare i Comuni, la via maestra è il dialogo istituzionale col Governo che sta producendo, nel caso della città di Napoli, ottimi risultati su diversi fronti quali i progetti di rigenerazione urbana, la rinascita dell’Albergo dei Poveri, i finanziamenti culturali e gli investimenti nelle infrastrutture». I due sono agli antipodi. La linea politica del Comune è questa con Manfredi che sarà molto attento al decreto del nuovo Pnrr di marzo perché li si aspetta ulteriori attenzioni per la capitale del Sud. Ci deve rientrare Bagnoli e si devono confermare i fondi per Taverna del Ferro e Scampìa. Il Governo a iniziare dal ministro per la Coesione Fitto per arrivare alla Meloni ora più che mai visto la scenario ha interesse a dare una mano alla città.

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Al Sannazaro De Luca ci sarà e parlerà dal palco questo il programma, poi quando c’è di mezzo l’ex sindaco di Salerno tutto può succedere. Di sicuro ci saranno molti rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo. Claudio Gubitosi il numero uno del Festival di Giffoni fa chiarezza: «La preoccupazioni per i fondi bloccati dal Governo è sacrosanta ma allo stesso tempo faccio un appello al presidente De Luca: portiamo pace, abbassiamo i toni, ritorniamo ad essere armonici e coesi tra Stato e Regione». Gubitosi però traccia la mappa di come stanno le cose sui fondi Fsc.

«Mi prendo il merito di avere denunciato già il 13 gennaio questa situazione di blocco dei fondi ci ho messo la faccia e oggi a Napoli dirò pure che all’epoca anche nel nostro mondo non raccolsi molti consensi poi per fortuna si sono svegliati un po’ tutti».

Senza i finanziamenti per Gubitosi «è impossibile programmare un Festival come il nostro dedicato ai giovani che qui trovano anche la loro strada nella vita e che ha un eco internazionale importantissimo. Il mondo dello spettacolo produce il 18,5% del Pil della regione. Alla Campania su quasi 7 miliardi per il nostro mondo ci sono 400 milioni da finanziare nell’arco di 7 anni. E il mondo dello spettacolo e della cultura è l’unico che dà un ritorno del 100% degli investimenti che si fanno». Gubitosi poi conclude snocciolando altre cifre: «Il Giffoni tre anni fa aveva 7 milioni di finanziamenti, quindi siamo scesi a 6 poi a 3,5 con un taglio netto l’anno scorso di un milione e 100mila euro.

Il paradosso è che lo stesso Fitto nel report su come sono stati spesi i fondi Fsc è venuto che la Campania li ha spesi tutti». In questi 14 anni il Comune di Giffoni ha incassato 160 milioni, un territorio dove risiedono appena 11.500 persone ci sono tre banche nazionali, 300 aziende, 48 ristoranti aperti tutto l’anno e 170 B&B. Dino Falconio numero uno del Festival di Ravello vorrebbe esserci alò Sannazaro ma è stato colpito da un lutto e non è certa la sua presenza fisica nella sala di Chiaia. Però fa sapere che con 1,5 milioni il festival di Ravenna è secondo solo a quello di Salisburgo dove hanno la possibilità di avere in cassa ben 7 milioni. Anche dal teatro stabile Mercadante fanno sapere che ci sarà una rappresentanza, non il direttore Roberto Andò impegnato nella Capitale.