De Luca a Roma con i sindaci della Campania: «Meloni str***a, senza soldi non si lavora»

In piazza tutti i parlamentari del Pd, sfiorato lo scontro fisico con la polizia

La manifestazione dei sindaci
La manifestazione dei sindaci
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 16 Febbraio 2024, 12:05 - Ultimo agg. 17 Febbraio, 06:54
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Inviato a Roma 

È una piazza stracolma quella che accoglie Vincenzo De Luca a Roma. Che arriva con una mezz'ora di ritardo. «Siamo qui contro l'Autonomia e per lo sblocco dei fondi Fsc», è l'incipit del governatore dopo i saluti del numero uno dell'Anci Campania Carlo Marino.

In piazza tutti  o quasi, i primi cittadini della Campania e una delegazione arrivata dalla Puglia. E tutti i parlamentari del Pd, quasi a sanare i vecchi rancori con il governatore. «Si combatte assieme», dice Antonio Misiani, commissario dem della Campania. 

«Sono convinti di governare sputando sulla testa delle persone.

Non si fa cosi: si rispettano i vincoli istituzionali. A cominciare dai fondi Fsc: sono soldi che toccano al Sud», scandisce dal palco De Luca con un linguaggio più misurato rispetto alle sue dirette ma senza rinunciare ai fendenti: «La Meloni deve chiedere scusa al Sud». E ancora: «Il problema riguarda la democrazia che vive se viene rispettato un fatto costituzionale, sgnifica che chi governa non può prendere le risorse come se fossero un bottino di famiglia e fare quello che vuole. La democrazia vive se vengono rispettati i diritti di tutti». 

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Dopo il primo comizio, il corteo dei sindaci da piazza Santi Apostoli si muove verso il ministero per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr. Il clima è sempre più teso, con la polizia che prova a fermare la marcia. De Luca alza la voce, si sfiora quasi lo scontro fisico prima che i sindaci continuino ad avanzare. 

Arrivati al ministero, gli amministratori si fermano  in attesa di essere ricevuti in delegazione nonostante l'assenza del ministro Raffaele Fitto, impegnato in Calabria insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per la firma dell'accordo sul Fondo di sviluppo e coesione. De Luca si sposta allora davanti al portone chiuso di Palazzo Chigi, mentre dietro la cordata su via del Corso restano bloccati centinaia di sindaci che urlano «fascisti» e intonano Bella Ciao. «Ecco come trattano i sindaci della Campania. Sono 12 giorni che li avevamo avvisati che saremmo venuti», tuona il governatore. 

 

E dalla Calabria, dove è per firmare proprio un accordo sui fondi di Coesione, arriva la risposta di Giorgia Meloni: «Tutti i presidenti di Regione hanno capito il senso di quello che stiamo facendo, tutti tranne uno ma nemmeno mi stupisce troppo. Forse se si lavorasse invece di fare le manifestazioni si potrebbe ottenere qualche risultato in più». 

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De Luca non ci sta e risponde a muso duro da Montecitorio: «Meloni? Senza soldi non si lavora. Stronza, lavori lei», dice - secondo quanto riportato dall'Ansa - commentando con i giornalisti le affermazioni della premier.  E alla domanda se a suo giudizio ci fosse un elemento personale nei suoi riguardi o un elemento politico, De Luca replica: «Non c'entra destra e sinistra. C'entra il fatto che la Campania è una Regione che non si piega. Non ci resta che la battaglia sociale, sperando che basti». 

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