Europee, duello Valente-De Luca jr per le liste del Sud

Fa discutere il nome della capolista Lucia Annunziata

Lucia Annunziata
Lucia Annunziata
di Adolfo Pappalardo
Domenica 21 Aprile 2024, 23:48 - Ultimo agg. 23 Aprile, 07:37
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Gli occhi gonfi di molti esponenti dem significano solo una cosa: una nottata passata a chiudere gli ultimi dettagli delle liste per le Europee. E le ultime fibrillazioni. Tanto che la direzione, ieri mattina, inizia con oltre un’ora di ritardo. In mezzo lo scontro per il nome della segretaria inserito nel logo elettorale (che si deposita oggi) su cui nessuno sapeva nulla sino a ieri mattina e i veleni su alcuni nomi. Ore di mediazioni.

Con uno scontro consumatosi, in un paio di interventi in direzione, sulla Campania passando per il nome della capolista Lucia Annunziata che, proprio sabato, ha di fatto dato il via alla campagna elettorale: nel pomeriggio, infatti, la giornalista ha incontrato informalmente i vertici napoletani del Pd nella sede del partito di via Santa Brigida

Ma alla fine le liste vengono votate mentre sul nome della Schlein nel logo si sceglie di dare mandato alla segretaria stessa di decidere assieme agli ultimi innesti. Perché in molti hanno chiesto (tra i tanti la senatrice Valeria Valente) di tenere separata la votazione sulle liste da quella sul nome di Schlein nel simbolo. Infine in direzione passa anche la proroga di sei mesi ai commissariamenti del Pd campano e di quello di Caserta ma con l’invito a celebrare i congressi entro luglio. «Come da noi auspicato si chiuderà questa fase», commenterà dopo il deputato Piero De Luca

Le liste

Alla fine non ci sono grandi novità a quanto trapelato nei giorni scorsi. Capolista è la giornalista Lucia Annunziata, seguita dal sindaco di Bari Antonio Decaro. Terza la vicepresidente Ue uscente Pina Picierno che rischiava di finire più dietro in caso di candidatura della Schlein, il giornalista Sandro Ruotolo, l’ex sardina Jasmine Cristallo, Shadi Alizadeh, Giuseppina Paterna e Annamaria Becci. A seguire l’architetto Francesco Forte, figlio dell’ex sindaco di Napoli Mario, Luigi Tassone, Lello Topo e Francesco Todisco.

Su Topo, ex deputato ed ex sindaco di Villaricca, i rumors raccontano di un rischio esclusione nella notte, poi rientrato anche per il pressing di un big come Dario Franceschini.

Durante gli interventi però i veleni diventano pubblici. A farli scattare è Alfredo D’attore, ex Articolo Uno ed ex segretario Ds a trazione deluchiana a Salerno. Attacca, raccontano i presenti, direttamente la segretaria. Con parole durissime che suonano più o meno così «Ha tradito il mandato, i potentati sono rimasti e non c’è stato il rinnovamento promesso. Eppure per questo siamo entrati nel Pd». Per la serie le micce sono accese perché subito dopo è il turno della Valente, contraria al nome della segretaria nel logo elettorale. Non l’unica, tra l’altro, se poco prima Gianni Cuperlo su questo versante era stato ancora più duro: «Elly, tu non sei Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Tajani, Renzi o Calenda. Sei meglio di loro e vieni da una cultura diversa».

Gli animi insomma sono belli e surriscaldati. Tocca alla Valente che chiede di stanare il leader grillino Conte ma se la prende anche con la capolista della circoscrizione Sud. «Lucia Annunziata si candida ma ha già detto che non si iscriverà al partito ed è in corsa solo perché sei tu segretaria e prima c’era un sistema di potere. Eppure - è il ragionamento della senatrice napoletana alla platea come raccontano i presenti - mi risulta che sarà sostenuta dal governatore Vincenzo De Luca. E cosa è Vincenzo De Luca se non un potentato? Ma allora quali sono i sistemi di potere? Ci sono alcune contraddizioni e ne chiederei conto a all’Annunziata, come a Conte che ci attacca in continuazione». Poi rincara: «Insomma non possono parlarci sempre tutti contro».

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A replicare ai due interventi è Piero De Luca, già iscritto a parlare. Inizia ironizzando su D’Attorre: «Non avevo capito il ruolo salvifico di D’Attore nel Pd. Che, mi sembra, non era un partito morto prima del suo arrivo». E poi sulla Annunziata che, tra l’altro, è amica del padre governatore da più di trent’anni: «Credo che il consenso di una figura istituzionale non sia una cosa da stigmatizzare». È la fiammata prima che si passi al voto sulle liste che, caso raro, tutto sommato mettono d’accordo un po’ tutti. Mentre rimangono divisioni, dubbi e veleni sul nome della Schlein nel logo «che fa tanto Berlusconi», dice più di uno. E le liste passano quasi all’unanimità. E sono tutti soddisfatti. Compresa la Picierno per il terzo posto dopo aver polemizzato nei giorni scorsi con la Schlein e Lello Topo, anche se penultimo in lista: «Sono un soldato e combatto», dice. 

Ed esprime soddisfazione anche Piero De Luca archiviando lo scontro di un paio d’ore prima. «Le soluzioni condivise hanno portato ad un quadro equilibrato e competitivo e le liste danno un segnale di apertura alla società civile, tenendo conto - dice- del pluralismo delle sensibilità e anime interne al partito, rispettando altresì i territori e i militanti impegnati nelle comunità, e valorizzando sia gli amministratori locali che gli europarlamentari uscenti. Ma adesso dobbiamo concentrarci su una campagna elettorale decisiva».

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