De Magistris, nuova mozione di sfiducia a Napoli ma Caldoro frena: no al commissario

De Magistris, nuova mozione di sfiducia a Napoli ma Caldoro frena: no al commissario
di Valerio Esca
Martedì 16 Marzo 2021, 08:30
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L'opposizione ci riprova. Dopo il tentativo andato a vuoto nel giugno scorso di dare una spallata al sindaco Luigi de Magistris, la minoranza in Consiglio comunale è pronta a ripresentare la mozione di sfiducia al primo cittadino. Sono cambiati gli scenari rispetto all'epoca. Fu il centrodestra, con Fi, FdI e Lega su tutti, a spingere affinché si raccogliessero le firme per presentare la sfiducia all'ex pm. Tanto che il capogruppo azzurro Stanislao Lanzotti si presentò in aula con un notaio. Alla fine firmarono solo in 7. Oggi invece è il gruppo La città, che in aula è rappresentato da Diego Venanzoni (anche consigliere regionale) e Roberta Giova, a preparare la mozione di sfiducia. Un altro tentativo di mandare a casa questa amministrazione è stato fatto durante l'approvazione dell'ultimo bilancio. Alla fine il sindaco se l'è cavata per un voto in più.

«È l'unica strada percorribile quella di sfiduciare il sindaco» spiega Venanzoni. «Chiaramente con la fine del mandato a maggio sarebbe stata soltanto strumentale, ma adesso, con il rinvio del voto, le condizioni sono cambiate. Fino ad ottobre ci sono otto mesi e la città non può restare senza guida e senza ruolo chiave, ovvero il sindaco». Il tentativo del gruppo La città si va ad inserire non a caso nel solco delle dimissioni presentate di recente dall'assessore alla Cultura, Eleonora de Majo. Si cercherà di approfittare di questo ultimo terremoto, che ha scosso le fondamenta del mondo arancione, o per meglio dire di ciò che resta di quell'universo. In sostanza si punta ad incassare anche l'ok di qualche consigliere di maggioranza, che in vista delle comunali comincia a flirtare con il Pd. Quasi sicuramente ci sarebbero i 5 Stelle, e probabilmente anche Lega e FdI. Così come gli ex arancioni come Nino Simeone.

La posizione del Pd la ribadisce il segretario provinciale Marco Sarracino (la stessa espressa nell'intervista al Mattino pubblicata domenica): «Se cambiano i numeri, siamo pronti alla sfiducia. Meglio un commissario: sicuramente lavorerebbe di più per la città». Insomma, se i numeri ci fossero il Pd firmerebbe anche subito, ma come sempre alla fine traspare uno spirito di conservazione della poltrona. «I consiglieri comunali, senza alcuna distinzione tra opposizione e maggioranza, pur nel rispetto del proprio ruolo - aggiungono Venanzoni e Giova - ora si guardino negli occhi e decidano di comune accordo, unanimemente, di avviare il percorso di una mozione di sfiducia nei confronti di de Magistris: un sindaco che di fatto non rappresenta più i napoletani. Per amore di Napoli e dei napoletani». Le firme al momento non le sta raccogliendo nessuno, e anzi, all'opposizione sembrano essere tutti attendisti.

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Una mozione che difficilmente potrà essere condivisa dal centrodestra, che ha fatto da stampella al sindaco in occasione dell'ultimo bilancio, permettendo agli arancioni di restare in sella. «Siamo tutti impegnati per un centrodestra compatto alle prossime amministrative - ha detto ieri a radio Crc il capo dell'opposizione in Consiglio regionale, Stefano Caldoro - I partiti devono essere uniti e avere una strategia comune senza andare sui giornali a porre problemi. Bisogna discutere all'interno e farlo con chiarezza, condividendo la strategia». Caldoro rimanda al mittente l'ipotesi del commissariamento, come già fatto nelle scorse settimane: «Un commissario è un elemento negativo per la città», ma bacchetta de Magistris: «Un sindaco però ci deve stare perché la presenza è essenziale. Se de Magistris è impegnato altrove per una campagna elettorale questa è una situazione da affrontare». 

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