Duello Chiesa-magistrati a Napoli, Manfredi: «Serve unità»

Duello Chiesa-magistrati a Napoli, Manfredi: «Serve unità»
di Luigi Roano
Martedì 1 Febbraio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 15:45
3 Minuti di Lettura

Lo scenario è quello dei Salesiani di via don Bosco, luogo di accoglienza per i ragazzi difficili in un pezzo di città difficile. Dove è facile che i più giovani si perdano su strade che non hanno futuro, come quella dell'abbandono scolastico. Siamo in via Doganella, qui il sindaco Gaetano Manfredi ha incontrato l'arcivescovo don Mimmo Battaglia, entrambi a celebrare la «scuola del fare» un pezzo del «Patto educativo» siglato il 21 dicembre nella Cattedrale del Duomo con tutte le istituzioni a cui il Comune ha aderito. Un Patto fortemente voluto da don Mimmo - come preferisce farsi chiamare l'alto prelato - ed è stato il primo incontro tra l'ex rettore e il vescovo dopo l'affondo del Procuratore generale Luigi Riello. Che all'inaugurazione dell'anno giudiziario ha avvertito: «Via i don Abbondio dalla Chiesa» alludendo a presunti parroci che non condannerebbero nella maniera giusta la camorra. La risposta di don Mimmo in una lettera in cui ha «ringraziato i parroci che non piegano la schiena». E quella di Manfredi al riguardo qual è? «Napoli - dice il sindaco - è una città dove bisogna tenere sempre l'attenzione molto alta e il lavorare insieme tra istituzioni, Chiesa, forze dell'ordine e istituzioni giudiziarie è sempre molto importante. Dobbiamo essere sempre tutti uniti nella battaglia comune di difesa della città dalle infiltrazioni della criminalità». Poi Manfredi entra nello specifico della vicenda: «Io credo che la Chiesa napoletana sia stata sempre in prima linea nel recupero degli ultimi - racconta - ma soprattutto in difesa della legalità. Ci sono stati però anche degli episodi singoli, alcuni casi che hanno evidenziato una vicinanza di una certa religiosità alla criminalità. Questo è un fatto storico, non di adesso. Credo che il procuratore Riello abbia semplicemente voluto evidenziare che ci sono questi casi isolati e la lettera di don Mimmo Battaglia evidenzia in maniera chiara l'impegno della Chiesa sulla legalità». 

Video

Insomma, Manfredi cerca di ricucire come suo costume fermo restando che per lui la Chiesa «è sempre stata in prima linea» anche e soprattutto contro la camorra. E alla cerimonia di ieri ai Salesiani di via Don Bosco ce ne erano di parroci che la camorra la combattono a proprio rischio e pericolo e che hanno avuto la forza di imprimere una svolta in quartieri dove i clan la fanno da padrone. Per esempio, don Antonio Loffredo, parroco del rione Sanità, della basilica di San Vincenzo che ha portato in Chiesa i giovani e dato loro una opportunità sfruttando le ricchezze artistiche della Basilica e di quel quartiere come le catacombe di San Gennaro. Un modello diventato un esempio nazionale celebrato più volte anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. C'era don Tonino Palmese - coordinatore regionale di Libera - la rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, contro le mafie. «Per bonificare Napoli c'è bisogno di assicurare il lavoro e ridare bellezza ai territori» le sue parole durante l'ultima guerra di camorra a Ponticelli. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA