Elezioni 2022, Franceschini lancia la sfida: «Io candidato a Napoli con il Pd»

Elezioni 2022, Franceschini lancia la sfida: «Io candidato a Napoli con il Pd»
di Valerio Esca
Sabato 30 Luglio 2022, 10:00 - Ultimo agg. 31 Luglio, 10:00
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«C'è necessità di mettere al centro di questa campagna elettorale il Mezzogiorno, del quale nessuno parla». Lo ha detto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi durante il faccia a faccia con il ministro della Cultura Dario Franceschini a Palazzo San Giacomo. Il numero uno del MiC ha incontrato il primo cittadino prima di recarsi al Teatro San Carlo, dove ha concluso i lavori della Conferenza dei direttori degli Istituti italiani di cultura. Un incontro in cui si è parlato di politica. Da quanto trapela Franceschini avrebbe preannunciato al sindaco la sua intenzione di candidarsi come capolista al Senato nel collegio di Napoli. Ci ha tenuto a farlo personalmente visto il rapporto di stima, amicizia e forte collaborazione istituzionale che corre tra i due. Manfredi ha ribadito al ministro il suo punto di vista sulla caduta del governo Draghi e di non aver condiviso la scelta fatta da alcuni partiti di staccare la spina all'esecutivo, con il quale si stanno portando avanti diversi progetti per il risanamento della città. Sul tema alleanze è stato chiaro auspicando - pur comprendendo i motivi che hanno portato alla grave frattura - una ricomposizione dopo lo strappo dei dem con gli alleati, che porterebbe alla fine del campo largo. Per quanto riguarda il ministro, indicativo l'incipit dell'intervento ieri al San Carlo: «Mi fa piacere terminare simbolicamente questo percorso di ministro della Cultura qui a Napoli». Insomma Franceschini termina e riparte da Napoli. 

Manfredi prima di lanciarsi nella campagna elettorale deve guardare in casa propria e salvaguardare la sua maggioranza, composta da varie anime, che vanno dal Pd, al M5S, ai dimaiani di Insieme per il futuro.

L'ex ministro appena tre giorni fa ha ribadito: «Quando si vuole vincere bisogna stare insieme, ma intorno a un programma chiaro e condiviso come è stato fatto a Napoli. In politica non si dice mai più, il dialogo bisogna sempre averlo». Ieri, invece, ha chiarito: «È il momento della responsabilità quindi mi auguro che la campagna elettorale sia sui contenuti e che dia delle risposte concrete ai cittadini perché non ci possiamo permettere propaganda, promesse che poi non si manterranno perché questo determina rabbia sociale e in questa fase così difficile abbiamo bisogno di coesione». 

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Sul tema elezioni ieri si è tenuta la segreteria metropolitana del Pd, per raccogliere le indicazioni dei circoli sulle candidature che arriveranno oggi al tavolo della direzione dem (appuntamento alle 10 al Teatro Piccolo al dopo lavoro ferroviario di Fuorigrotta). Sono in tutto 18. A raccogliere più consensi è stato Marco Sarracino, segretario del Pd, seguito dai consiglieri regionali Massimiliano Manfredi e Bruna Fiola, entrambi al momento non candidabili. Difatti per i consiglieri eletti servirà una deroga. Tra i nomi venuti fuori durante la segreteria anche quelli di Loredana Raia, Antonio Marciano, Leonardo Impegno, Valeria Valente, Lello Topo e Paolo Siani. Tra questi in pole, per un posto sicuro nei listini del proporzionale, ci sarebbero gli uscenti Valente e Topo a Napoli, Stefano Graziano a Caserta e Piero De Luca a Salerno. Su Siani si è aperto però un caso politico. La componente Fiola-Manfredi, rappresentata in segreteria dal capogruppo del Pd in Consiglio comunale Gennaro Acampora, ha posto il tema sulla ricandidatura del deputato uscente. Il senso della mozione Siani parte dal presupposto che sia uno dei pochi nomi di area civica sul quale il partito potrebbe puntare, oltre al fatto di essere una figura spendibile alla quale va riconosciuto il lavoro svolto durante il mandato su temi come infanzia e welfare. Per garantire Siani bisognerebbe mettere in discussione uno tra Valente e Topo. Oggi in direzione verrà votato un ordine del giorno con i nomi di chi darà la propria disponibilità candidarsi. Il documento verrà poi trasmesso al commissario regionale Francesco Boccia e portato all'attenzione del segretario nazionale Enrico Letta

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