Elezioni. Meloni a Napoli, rischio scontri al comizio di Bagnoli: «Allerta antagonisti»

Elezioni. Meloni a Napoli, rischio scontri al comizio di Bagnoli: «Allerta antagonisti»
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 22 Settembre 2022, 08:40 - Ultimo agg. 23 Settembre, 08:06
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Prima un Comitato sulla sicurezza in Prefettura, poi un tavolo tecnico in Questura. Diventa una questione di ordine pubblico la chiusura della campagna elettorale di Giorgia Meloni a Napoli. La presidente di Fratelli d'Italia arriverà domani in città: prima un confronto a Palazzo Partanna con gli Industriali guidati da Costanzo Jannotti Pecci, poi un comizio con i giovani di Fdi all'Arenile di Bagnoli. L'allarme rosso è scattato proprio per la visita di Meloni nell'ex quartiere operaio, qui associazioni di estrema sinistra e persone contigue ai movimenti antagonisti hanno già annunciato battaglia sui social network. Il Laboratorio politico Iskra ha già fatto sapere che domani organizzerà un «presidio».

«Non regaleremo alla Meloni nelle ultime giornate della campagna elettorale - hanno scritto - la possibilità di accomunarci alla sinistra dei centri sociali con una contestazione fuori l'Arenile. Presidieremo il nostro territorio per l'intera giornata, per garantire con l'autodifesa popolare la protezione dalla fuoriuscita di questi soggetti che la presenza della Meloni potrebbe garantire». Non parlano di contestazioni, ma di presìdi, ma intanto le forze dell'ordine hanno individuato sui social network più di qualche post di minacce che preannunciano agitazioni. L'attenzione è altissima dopo che Meloni, alla fine del comizio tenuto domenica scorsa a Caserta, ha puntato il dito contro il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, denunciando che più volte, nelle piazze d'Italia dove ha tenuto le sue manifestazioni elettorali, non sono stati fermati i contestatori. «Cercano l'incidente», ha tuonato Meloni, temendo che qualcuno dei suoi militanti possa reagire a qualche provocazione e rovinare così il finale della sua campagna elettorale.

Ieri mattina a Palazzo di Governo, al Comitato presieduto dal prefetto Claudio Palomba, erano presenti tutti i vertici delle forze dell'ordine cittadine ed è stato coinvolto anche il coordinatore napoletano di Fdi Sergio Rastrelli.

Le forze dell'ordine sono però consapevoli che dovranno muoversi con equilibrio tra due estremi: assicurare che i contestatori non entrino in contatto con i contestatori, ma al contempo scongiurare che un comizio politico si trasformi in un evento militarizzato. Si agirà prevalentemente nell'ottica della prevenzione: Bagnoli sarà presidiata sin dai giorni precedenti il comizio, controlli saranno effettuati via mare e via terra, si svolgeranno bonifiche del locale, mentre saranno acquisiti i registri degli hotel della zona per verificare che non giungano anche da fuori città personaggi con precedenti specifici per scontri di piazza. L'ingresso all'Arenile sarà libero, ma con un prefiltraggio per evitare inconvenienti. Il tavolo tecnico voluto dal questore Alessandro Giuliano sarà in continuo aggiornamento nel rispetto delle recenti circolari diramate dal Viminale.



Ma intanto Fdi punta al proprio programma. C'è entusiasmo nel partito perché Giorgia Meloni ha deciso di chiudere la sua campagna elettorale a Napoli. «Sarà la capitale - annuncia il coordinatore cittadino Rastrelli - dei giovani del centrodestra». La leader di Fdi incontrerà i giovani. «Indicativo - spiega Rastrelli - dell'attenzione che Fdi riserva al Sud e ai giovani». Intanto Fdi registra l'adesione di altri quattro consiglieri attualmente in carica presso la Municipalità 7 di Napoli, seguiti da una decina di ex assessori e consiglieri del movimento politico Cambiare si può, Moschetti presidente. Ad aderire a sono: Maurizio Moschetti, Rosario Loffredo, Giuseppe Scala e Jose Salomone.

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Nel frattempo, a prendere di mira Meloni, è anche il governatore Vincenzo De Luca: «Meloni - ha scritto su Facebook - rivendica il suo carattere democratico e la lontananza dal fascismo. Togliamo di mezzo le ideologie. Ma segnaliamo alla Meloni lo squadrismo messo in atto dal suo partito in alcuni territori, con vergognose campagne piene di falsità. A cominciare dalla sanità. Questa, nei paesi civili, si chiama delinquenza politica». Immediata la replica del coordinatore regionale di Fdi, Antonio Iannone. «La violenza di De Luca non conosce pari e si permette anche di tacciare di squadrismo gli altri? È disperato perché è a rischio anche la posizione del figlio che pensava di blindare a danno degli altri candidati del Pd mandati al massacro. Minacciano querele, attaccano con inaudita violenza politica sui territori ma vedono che non ci intimidiscono. Di civiltà politica possiamo dargli lezioni ma siamo abituati anche a non impressionarci e a rispondere, sempre con la verità». Sulla stessa scia Edmondo Cirielli: «Oramai De Luca vive in un mondo tutto suo, fatto di comunicati stampa e di slogan televisivi. È evidente che ha perso il polso della situazione».

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