Elezioni 2022, il patto per Napoli divide il centrodestra: Fdi annuncia modifiche

Elezioni 2022, il patto per Napoli divide il centrodestra: Fdi annuncia modifiche
di Valerio Esca
Lunedì 29 Agosto 2022, 08:00 - Ultimo agg. 30 Agosto, 08:12
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Il Patto per Napoli divide il centrodestra. Al voto delle politiche del 25 settembre manca poco meno di un mese, ma nella coalizione di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi è già scontro. All'ombra del Vesuvio a tenere banco in questi giorni è il futuro del Patto per Napoli, dal quale dipende il futuro della città. Dalle colonne de Il Mattino prima la ministra per il Sud Mara Carfagna, poi il numero uno del MiC Dario Franceschini, hanno espresso concetti chiari: «Il Patto per Napoli non si tocca». I distinguo nel centrodestra, rispetto all'accordo sottoscritto dal premier Mario Draghi e dal sindaco Gaetano Manfredi il 29 marzo scorso, sono evidenti. Per Fratelli d'Italia il Patto «va rivisto», per Forza Italia «guai a mettere in discussione quanto deciso dal Parlamento», per la Lega «è un progetto al quale devono seguire una serie di atti concreti».

«Le dichiarazioni insistenti e preoccupate delle vestali della sinistra, dalla Carfagna a Franceschini, tradiscono un evidente nervosismo, determinato non già dalla sacrosanta esigenza di porre in protezione il bilancio di Napoli, ma da un doppio timore: la evidenza di insuperabile stallo amministrativo del Comune e la prossima implosione del suo sistema di governo». Ne è convinto Sergio Rastrelli, coordinatore cittadino del partito della Meloni e candidato al Senato nel collegio di Napoli. Sul patto Rastrelli ribadisce quanto già detto a Il Mattino pochi giorni fa: «Abbiamo sempre avuto perplessità non solo sotto il profilo dell'aumento della tassazione (in modo particolare delle addizionali Irpef) in una città che già registra le tasse più alte d'Italia, quanto sotto il profilo dell'assenza di ogni visione circa il rilancio della città. Le politiche di crescita e di sviluppo sono infatti il presupposto essenziale affinché risorse (solo teoricamente a fondo perduto) non comportino poi ulteriore indebitamento o un peggioramento dei già martoriati servizi essenziali. Il Patto - aggiunge Rastrelli - regge soltanto se declinato rispetto a contestuali misure di crescita, come per esempio attrarre nuovi investimenti. Per questo credo che sia necessario apportare correttivi». Dallo stesso partito di Rastrelli, Marta Schifone (capolista al plurinominale alla Camera), incalza: «La sinistra non fa altro che agitare spauracchi, finendo per perdere ogni credibilità.

Il Patto per Napoli si è reso necessario perché le amministrazioni comunali che hanno governato Napoli per decenni, tutte di sinistra, hanno provocato un buco miliardario nel bilancio del Comune. Ora il Pd cerca di farne addirittura un argomento di campagna elettorale. Se FdI andrà al governo, valuterà in maniera responsabile nel merito, non facendosi condizionare da alcuna ideologia, e sarà, come sempre, al fianco della città». 

Dagli azzurri il commissario regionale Fulvio Martusciello predica calma: «Non si possono mettere in discussione gli impegni presi dal Parlamento. Guai se aprissimo un fronte di questo genere. Napoli va difesa sempre e comunque, non esiste rimodulare una misura che aiuta i Comuni a rischio. La verità è che il Patto è stato utilizzato strumentalmente in campagna elettorale affinché Manfredi vincesse le elezioni. Nessuno ricorda che se oggi il Municipio è ancora in piedi è anche grazie a Fi, visto che il Patto è stato votato in Parlamento da una larga maggioranza». Gli fa eco la capogruppo in Consiglio regionale degli azzurri Annarita Patriarca: «Il Patto è stato sostenuto da Fi sia a livello locale che nazionale e non ci sono motivi per cambiare idea adesso. Il capoluogo ha bisogno di un'ampia convergenza istituzionale per uscire dalle croniche difficoltà in cui annaspa, dovute, è bene ribadirlo, a gestioni amministrative che abbiamo sempre combattuto e contestato. Ma la priorità adesso va attribuita al salvataggio della terza città d'Italia. I napoletani hanno già pagato dazio e stanno continuando a pagarlo. È per loro che Fi mantiene ferma la sua posizione sul Patto». 

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Per il Carroccio a dettare la linea sul Patto per Napoli è stato Matteo Salvini, che proprio da Napoli, tre giorni fa, ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Tutti gli aiuti previsti per i Comuni in difficoltà al Sud da Centro a Nord vanno assolutamente mantenuti soprattutto in un momento in cui i Comuni pagheranno delle bollette energetiche folli». Il parlamentare uscente Gianluca Cantalamessa (ricandidato al Senato collegio 2) segue le orme del suo segretario: «Questa misura è stata votata anche dalla Lega. Vanno aiutati tutti i Comuni in difficoltà a patto che ci sia un cambio di passo. La giunta Manfredi nonostante il valore individuale di alcune figure sta deludendo molto le aspettative. Non c'è nessuna svolta rispetto agli anni bui di de Magistris». Severino Nappi, coordinatore cittadino del Carroccio (candidato alla Camera al plurinominale 02), rimarca: «Non si tratta di smontare un progetto che per adesso è solo su carta. Il Patto è un'opera immobile. Serve concretezza amministrativa che non c'è. Il Comune va messo in mora, perché in questo primo anno nonostante la grande pubblicità del Patto non è cambiato nulla. La Lega, unico partito a puntare su candidati campani, avrà grande attenzione per la città. Monitoreremo le attività del Comune, con l'unico obiettivo, che resta l'interesse dei cittadini». 

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