Patto per Napoli, Carfagna alza il pressing: «Chiarezza dalla destra»

Patto per Napoli, Carfagna alza il pressing: «Chiarezza dalla destra»
di Valerio Esca
Sabato 27 Agosto 2022, 09:00 - Ultimo agg. 15:54
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«Tutte le forze politiche dovrebbero esprimersi in modo chiaro sul Patto per Napoli: non è sufficiente dire servono correttivi. Personalmente credo che vada rispettato fino in fondo ogni impegno sottoscritto dal governo Draghi, a tutela non di un astratto accordo ma dei servizi essenziali a cui i napoletani hanno diritto: assistenza, scuola, trasporti». Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, sgombra il campo da qualsiasi ipotesi di revisione del Patto, sottoscritto dal premier Mario Draghi e dal sindaco Gaetano Manfredi il 29 marzo scorso al Maschio Angioino. Un accordo che mette al riparo Napoli dal default. Basti pensare ai fondi che lo Stato riverserà nel corso degli anni nelle casse di Palazzo San Giacomo. Un contributo di 1 miliardo 231 milioni di euro, con un maggiore impegno di risorse che verrà concentrato nei primi 4 anni. Dal 2022 al 2025 arriveranno tra i 400 e i 500 milioni di euro, con la prima tranche di 54 milioni già liquidata poco più di due settimane fa. Questo consentirà al Comune di abbattere il disavanzo di bilancio che supera i 2,2 miliardi. Un primo passo, senza dimenticare che la somma complessiva del buco nelle casse del Municipio è di 5 miliardi di euro.

È chiaro che dalle parti di piazza Municipio la crisi romana qualche dubbio sulla tenuta del Patto lo abbia sollevato. Una preoccupazione che però non nasce dal sindaco Manfredi. Per il momento l'ex rettore non è intervenuto sul tema e - stando a quanto trapela da ambienti a lui vicini - sembra essere molto tranquillo. Il Patto è entrato a pieno titolo nell'agone elettorale e il ministro Carfagna prova a stanare eventuali cambi in corsa di una misura che ha scongiurato la bancarotta per diversi Comuni: oltre a Napoli e Torino, anche altre due città del Sud, Reggio Calabria e Palermo. Matteo Salvini, proprio da Napoli, due giorni fa, ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Tutti gli aiuti previsti per i comuni in difficoltà al Sud da centro a nord vanno assolutamente mantenuti soprattutto in un momento in cui i Comuni pagheranno delle bollette energetiche folli». Ma gli avversari tengono alta la guardia. «Quel Patto - rimarca Carfagna - andrebbe rafforzato ed esteso, Napoli non è la sola città del Sud che merita attenzione. E mi preoccupa la scarsa trasparenza della destra su questi temi, così come sul rispetto della quota Sud del 40 per cento fissata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: temo una grande marcia indietro, magari per trasferire risorse al Nord con il solito alibi che tanto il Sud non sa spendere». In una intervista a Il Mattino anche l'assessore comunale al Bilancio Pier Paolo Baretta ha chiamato ad un senso di responsabilità i tanti leader nazionali candidati a Napoli alle elezioni politiche. In risposta all'appello di Baretta, la senatrice uscente Valeria Valente (Pd) spiega: «Dobbiamo confermare e anzi rilanciare il Patto per Napoli che il governo Draghi, con il nostro sostegno, ha assunto. È fondamentale per la città, per la tenuta dei conti e per i servizi ai cittadini e per dare certezze nei pagamenti alle imprese». 

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Intanto il pericolo di uno scippo di risorse al Sud deriva anche dall'allarme lanciato sulla modifica del Pnrr. Valente sul tema aggiunge: «L'ha già detto Meloni e lo ripete Salvini. Vogliono la revisione del Pnrr che significa rischiare quei finanziamenti, un pericolo per l'Italia intera e una tragedia per il Sud». Dal centrodestra Annarita Patriarca, capogruppo in Consiglio regionale di Forza Italia, rassicura: «Sul Pnrr non ci sono dubbi: il Sud manterrà la quota del 40 per cento e sarà sempre più centrale nell'agenda di governo». E il coordinatore nazionale di Fi Antonio Tajani rilancia: «Ci impegneremo sul Pnrr, manterremo gli impegni presi in Europa, ma, lo abbiamo detto fin dall'inizio, non è una scoperta di oggi o un dispetto». Francesco Boccia, responsabile Regioni e Enti locali del Pd, rilancia: «Ci risiamo, Salvini non cambierà mai. Ma i meridionali sanno chi è e soprattutto quanto è politicamente pericoloso. La Lega vuole riprovare a saccheggiare il Sud». «Con il passare dei giorni - sottolinea invece Piero De Luca, vice capogruppo dem a Montecitorio - iniziano a cadere le maschere, e ad emergere le vere intenzioni degli schieramenti in campo, e la destra si dimostra per quello che è: una coalizione pericolosa per il rilancio dell'Italia e in particolare del Sud». 

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