Elezioni comunali in provincia di Napoli: 60 candidati sindaco, soltanto 9 donne

In 18 Comuni si rinnovano i Consigli: in campo 179 liste, coalizioni divise

Al voto 18 Comuni in provincia di Napoli
Al voto 18 Comuni in provincia di Napoli
di Francesco Gravetti
Sabato 13 Maggio 2023, 23:54 - Ultimo agg. 14 Maggio, 16:45
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Sessanta aspiranti sindaci, solo nove donne, qualche tentativo di bis, molte novità e una campagna elettorale che si è sviluppata soprattutto tramite i social, confermando il progressivo distacco dei cittadini dalla politica e facendo paventare un allarme per un possibile alto tasso di astensione dalle urne. Peraltro, anche il maltempo farà la sua parte e non è da escludere che la percentuale dei cittadini che si recheranno al voto possa abbassarsi di molto rispetto agli anni passati.

Sono diciotto i Comuni della Città Metropolitana di Napoli chiamati a votare il rinnovo del consiglio comunale. Il più grande è Torre del Greco, che conta oltre 80mila abitanti, i più piccoli sono San Vitaliano e Scisciano, due centri dell’area nolana che hanno poco più di 6mila abitanti.

Ma ci sono anche città con una importanza strategica, come Marano, dove sono ben otto quelli che si contendono la fascia tricolore, e Pomigliano d’Arco, che appena due anni e mezzo fa finì sotto i riflettori di tutta Italia per essere diventato il laboratorio del dialogo tra Pd e Cinque Stelle e oggi fa i conti con la sparizione di entrambi i partiti.

Complessivamente sono sessanta i candidati sindaco ma soltanto nove le donne. In totale ci sono 179 liste, con il record a Torre del Greco (ben 27), seguito da Marano, con 23 sigle. Più staccati Quarto e Cercola con 17 liste, ma la cittadina vesuviana ha il numero più alto in proporzione al numero di abitanti, circa 17mila. Eppure i numeri non devono fare immaginare una corsa forsennata alla candidatura: a Boscoreale, Grumo Nevano, Ottaviano e Palma Campania non ci sarà ballottaggio nonostante la legge lo consenta perchè gli aspiranti sindaci sono soltanto due. Resta, ovviamente, l’opzione del voto disgiunto tra lista e sindaco, che invece non è consentito ai Comuni con meno di 15mila abitanti.

In una campagna elettorale che si è sviluppata soprattutto sui social, le polemiche non sono mancate e anche se scarseggiano da tempo le invettive dai palchi dei comizi, a Pomigliano si è registrata l’aggressione a un candidato sindaco, subito condannata da tutti. A Torre del Greco l’attenzione è forte sul tema del voto di scambio: la città torna al voto dopo che nel 2018 furono arrestati due consiglieri comunali e le fibrillazioni con accuse reciproche tra gli schieramenti sono vive. A sollevare la questione del voto pulito è stato il parlamentare Arturo Scotto, che ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno: le forze dell’ordine rafforzeranno i controlli all’esterno dei seggi. A Quarto si è discusso della presunta incandidabilità dell’ex sindaco Massimo Carandente Giarrusso, coinvolto nello scioglimento del Consiglio nel 2013 per infiltrazioni della criminalità organizzata: lui stesso ha sciolto ogni dubbio spiegando di avere dalla sua parte il parere favorevole della Prefettura ma, ovviamente, le polemiche ci sono state comunque.

Quarto è anche la città dove è candidato un ex azzurro, vincitore di uno scudetto col Napoli, Salvatore Bagni. Sempre a Quarto si presenta Rosa Capuozzo, che nel 2015 fu il primo sindaco grillino della Campania, prima di lasciare i pentastellati tra mille problemi. Toni accesi anche a Pomigliano d’Arco, dove ha tenuto banco il ritorno in campo di Raffaele Russo detto Lello, con un passato da senatore che è stato sindaco della città delle fabbriche per ben sei volte. Russo a settembre del 2020 arrivò alla scadenza del secondo mandato, promosse una coalizione con a capo la sua vice Elvira Romano ma si trovò contro un’allenza che, per quei tempi, era inedita: quella tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Pomigliano fu subito definito un laboratorio politico, anche perchè nel frattempo l’allora premier Giuseppe Conte governava proprio con l’appoggio di grillini e dem e il risultato pomiglianese avrebbe potuto rappresentare un riferimento per alleanza future. La vittoria arrivò, con sindaco Gianluca Delmastro, ma il laboratorio si è chiuso dopo poco più di due anni. A quel punto Lello Russo è tornato in campo mettendo assieme un bel po’ di liste e sfidando Vito Fiacco Fender, Marco Iasevoli e Salvatore Cioffi, che la scorsa settimana è stato aggredito da alcune persone a volto coperto al termine di una manifestazione.
In questo quadro così frammentato, i big della politica nazionale hanno fatto qualche fatica a trovare visibilità. Del resto, in alcuni centri i simboli dei partiti non erano stati presentati: per esempio a Pomigliano e Ottaviano sono spariti proprio Pd e Cinque Stelle, mentre a Palma Campania i due candidati sindaci hanno presentato tutte liste civiche nonostante l’uscente Nello Donnarumma appartenga a Fratelli d’Italia e nella coalizione dello sfidante Vincenzo Rainone ci siano esponenti di Forza Italia. La trasversalità ha caratterizzato quasi tutti i centri chiamati al voto. Si sono comunque visti Giuseppe Conte e Roberto Fico per M5S (a Quarto, Cercola ed altri Comuni), mentre la leader Pd Elly Schlein è andata a Torre del Greco. Nicola Fratoianni è sbarcato a Pomigliano per Vito Fiacco Fender. Molto presenti quelli del centrodestra, dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, a quello dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, al sottosegretario ai trasporti Tullio Ferrante.

 

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