Sessanta aspiranti sindaci, solo nove donne, qualche tentativo di bis, molte novità e una campagna elettorale che si è sviluppata soprattutto tramite i social, confermando il progressivo distacco dei cittadini dalla politica e facendo paventare un allarme per un possibile alto tasso di astensione dalle urne. Peraltro, anche il maltempo farà la sua parte e non è da escludere che la percentuale dei cittadini che si recheranno al voto possa abbassarsi di molto rispetto agli anni passati.
Sono diciotto i Comuni della Città Metropolitana di Napoli chiamati a votare il rinnovo del consiglio comunale. Il più grande è Torre del Greco, che conta oltre 80mila abitanti, i più piccoli sono San Vitaliano e Scisciano, due centri dell’area nolana che hanno poco più di 6mila abitanti.
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Ma ci sono anche città con una importanza strategica, come Marano, dove sono ben otto quelli che si contendono la fascia tricolore, e Pomigliano d’Arco, che appena due anni e mezzo fa finì sotto i riflettori di tutta Italia per essere diventato il laboratorio del dialogo tra Pd e Cinque Stelle e oggi fa i conti con la sparizione di entrambi i partiti.
Complessivamente sono sessanta i candidati sindaco ma soltanto nove le donne. In totale ci sono 179 liste, con il record a Torre del Greco (ben 27), seguito da Marano, con 23 sigle. Più staccati Quarto e Cercola con 17 liste, ma la cittadina vesuviana ha il numero più alto in proporzione al numero di abitanti, circa 17mila. Eppure i numeri non devono fare immaginare una corsa forsennata alla candidatura: a Boscoreale, Grumo Nevano, Ottaviano e Palma Campania non ci sarà ballottaggio nonostante la legge lo consenta perchè gli aspiranti sindaci sono soltanto due. Resta, ovviamente, l’opzione del voto disgiunto tra lista e sindaco, che invece non è consentito ai Comuni con meno di 15mila abitanti.
In una campagna elettorale che si è sviluppata soprattutto sui social, le polemiche non sono mancate e anche se scarseggiano da tempo le invettive dai palchi dei comizi, a Pomigliano si è registrata l’aggressione a un candidato sindaco, subito condannata da tutti. A Torre del Greco l’attenzione è forte sul tema del voto di scambio: la città torna al voto dopo che nel 2018 furono arrestati due consiglieri comunali e le fibrillazioni con accuse reciproche tra gli schieramenti sono vive. A sollevare la questione del voto pulito è stato il parlamentare Arturo Scotto, che ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno: le forze dell’ordine rafforzeranno i controlli all’esterno dei seggi. A Quarto si è discusso della presunta incandidabilità dell’ex sindaco Massimo Carandente Giarrusso, coinvolto nello scioglimento del Consiglio nel 2013 per infiltrazioni della criminalità organizzata: lui stesso ha sciolto ogni dubbio spiegando di avere dalla sua parte il parere favorevole della Prefettura ma, ovviamente, le polemiche ci sono state comunque.
Quarto è anche la città dove è candidato un ex azzurro, vincitore di uno scudetto col Napoli,
Salvatore Bagni. Sempre a Quarto si presenta
Rosa Capuozzo, che nel 2015 fu il primo sindaco grillino della Campania, prima di lasciare i pentastellati tra mille problemi. Toni accesi anche a Pomigliano d’Arco, dove ha tenuto banco il ritorno in campo di
Raffaele Russo detto Lello, con un passato da senatore che è stato sindaco della città delle fabbriche per ben sei volte. Russo a settembre del 2020 arrivò alla scadenza del secondo mandato, promosse una coalizione con a capo la sua vice
Elvira Romano ma si trovò contro un’allenza che, per quei tempi, era inedita: quella tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Pomigliano fu subito definito un laboratorio politico, anche perchè nel frattempo l’allora premier Giuseppe Conte governava proprio con l’appoggio di grillini e dem e il risultato pomiglianese avrebbe potuto rappresentare un riferimento per alleanza future. La vittoria arrivò, con sindaco Gianluca Delmastro, ma il laboratorio si è chiuso dopo poco più di due anni. A quel punto Lello Russo è tornato in campo mettendo assieme un bel po’ di liste e sfidando
Vito Fiacco Fender, Marco Iasevoli e Salvatore Cioffi, che la scorsa settimana è stato aggredito da alcune persone a volto coperto al termine di una manifestazione.
In questo quadro così frammentato, i big della politica nazionale hanno fatto qualche fatica a trovare visibilità. Del resto, in alcuni centri i simboli dei partiti non erano stati presentati: per esempio a Pomigliano e Ottaviano sono spariti proprio Pd e Cinque Stelle, mentre a Palma Campania i due candidati sindaci hanno presentato tutte liste civiche nonostante l’uscente Nello Donnarumma appartenga a Fratelli d’Italia e nella coalizione dello sfidante Vincenzo Rainone ci siano esponenti di Forza Italia. La trasversalità ha caratterizzato quasi tutti i centri chiamati al voto. Si sono comunque visti Giuseppe Conte e Roberto Fico per M5S (a Quarto, Cercola ed altri Comuni), mentre la leader Pd Elly Schlein è andata a Torre del Greco. Nicola Fratoianni è sbarcato a Pomigliano per Vito Fiacco Fender. Molto presenti quelli del centrodestra, dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, a quello dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, al sottosegretario ai trasporti Tullio Ferrante.
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