I grillini double face con De Luca: alleati a Napoli avversari a Salerno

I grillini double face con De Luca: alleati a Napoli avversari a Salerno
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 9 Settembre 2021, 07:52 - Ultimo agg. 10 Settembre, 07:15
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Domenica è il turno del ministro Di Maio. E poi, per la seconda volta, di Giuseppe Conte a fine mese quando tornerà, di nuovo, anche il politico di Pomigliano d'Arco. Insomma, ed è questo il punto, i grillini affilano le armi ed hanno deciso di schierare le truppe migliori a Salerno, infoltendo anche le visite, pur di tentare di espugnare il fortino deluchiano. Impresa difficile, complicata ma non impossibile, secondo i vertici nazionali dell'M5s: basta, almeno per ora, costringere il sindaco uscente Enzo Napoli, fedelissimo del governatore De Luca, a non agguantare la vittoria al primo turno e costringerlo quindi al ballottaggio dove poi si aprirebbe una diversa partita.

A Salerno l'M5s appoggia Elisabetta Barone, preside di professione e legatissima all'Azione cattolica, con altre sei liste di ispirazione civica ma in cui non mancano espressioni dei partiti.

Da alcuni iscritti democrat delusi dal Pd salernitano legato a doppio filo al governatore a esponenti di Articolo Uno passando per i consiglieri ex deluchiani passati con Azione e Iv e confluiti nelle varie civiche. In pratica il mondo deluchiano contro un'altra sinistra che vorrebbe modificare il moloch politico che va avanti intatto dal 1993. E centrodestra a parte, si consuma uno scontro tutto nel centrosinistra. «Offriamo una candidatura e una progettazione alternativa e concreta al potere deluchiano che a Salerno dura da 28 anni. Troppi: ci riflettano anche i salernitani», spiega il deputato grillino Angelo Tofalo, tra i registi (assieme al collega di Articolo Uno Federico Conte) dell'operazione che ora non fa dormire affatto sonni tranquilli al governatore. E a chi chiede di queste alleanze variabili, a Napoli con Manfredi e il Pd e a Salerno contro De Luca, i grillini, a partire da Conte, si mascherano dietro un paravento: «A Salerno il simbolo del Pd non è in corsa e Napoli è l'unico laboratorio politico».

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Ed è guerra durissima se ieri, sempre il grillino Tofalo, ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro degli Interni per evitare che si celebri la messa del patrono nella piazza del Crescent, l'edificio caro a De Luca ma mai inaugurato («È un'area di cantiere e i lavori non sono completati», accusa). Insomma una faida tra forze che al governo sono assieme in maggioranza, in Regione c'è tutto sommato un regime di collaborazione mentre a Salerno, M5s e Pd deluchiano sono l'uno contro l'altro armati.

Ma i vertici nazionali del partito, dall'ex premier Conte a Luigi Di Maio, vogliono a tutti i costi ora assaltare proprio il fortino salernitano. Anche per prendersi una rivincita dopo anni di attacchi feroci del governatore nelle sue dirette settimanali e dopo aver rifiutato le lusinghe di un accordo anche nella sua città. Senza contare poi la tappa a fine agosto di Conte a Salerno, tra la folla assiepata ad attenderlo sotto il sole cocente per un paio d'ore: un dettaglio non di poco conto che ha convinto definitivamente l'ex premier della scelta fatta e, addirittura, a tornare di nuovo a ridosso del voto.

Domenica mattina invece è il turno del ministro degli Esteri a Salerno. Prima una passeggiata per il centro cittadino, modello Conte, e poi incontro con gli aspiranti consiglieri M5s (mai entrati in Comune ma 5 anni fa non presentarono la lista per beghe interne) e la candidata sindaco della coalizione, Elisabetta Barone, la mite preside cattolica diventata un'eroina per i grillini. E già si sta organizzando un'altra visita del ministro Di Maio per fine settembre.
Senza contare le prossime due settimane quando, sempre per la campagna elettorale, ci saranno a Salerno anche la viceministro all'Economia, Laura Castelli e il collega Giovanni Cancelleri, sottosegretario alle Infrastrutture e trasporti. E su Salerno sembrano ricucirsi anche le fratture interne all'M5s stesso se il trio di parlamentari grillini eletti in città avrebbe coinvolto per un tour anche il senatore Nicola Morra, attuale presidente della commissione Antimafia. Espulso dal partito a febbraio per la mancata fiducia al governo Draghi ma pronto a dare una mano agli ex compagni nella guerra a Sud di Napoli.

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