Comunali a Napoli, Manfredi rinsalda l’asse con la sinistra: «Alleato strategico»

Comunali a Napoli, Manfredi rinsalda l’asse con la sinistra: «Alleato strategico»
di Luigi Roano
Mercoledì 8 Settembre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 10 Settembre, 07:15
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Stringe un patto con la sinistra il candidato di Pd e M5S Gaetano Manfredi e sembra molto soddisfatto del risultato: «Sono loro la terza gamba dell’alleanza, è importantissima per Napoli e per il Paese la presenza di una lista che accorpi tutte le tradizioni della sinistra». Un asse strategico per Manfredi che riequilibra un po’ una coalizione che tira molto verso il centro grazie a tutte le liste che fanno capo al governatore Vincenzo De Luca e sono almeno 4. Un progetto che fonda le basi su “Napoli solidale” la lista di sinistra sinistra - una federazione che si compone della rete civica di Sergio D’Angelo (che si è ritirato dalla corsa a sindaco) - nella sostanza le cooperative della Gesco, Articolo Uno, Sinistra Italiana e Partito Socialista Italiano. Napoli Solidale ambisce a un risultato minimo di tre consiglieri comunali e naturalmente punta sulla vittoria di Manfredi.

D’Angelo è il capolista e dentro c’è gente dalla diversa provenienza: per esempio Rosario Andreozzi che è un uscente, ex capogruppo degli arancioni e vicinissimo al mondo dei centri sociali.

Alessia Quaglietta che proviene dal Pd. Anna Mazzarella - sorella di Eugenio - l’accademico vicinissimo a Enrico Letta, il segretario nazionale del Pd: è la presidente dell’associazione “Risorgimento napoletano”. Sul lungomare assolato e ingolfato dal traffico - causa la chiusura della Galleria Vittoria - Manfredi ha battezzato la lista su cui punta per entrare in sintonia con quella parte della città che più soffre per dare loro una speranza. «Dobbiamo avere una Napoli più equa e solidale e combattere la povertà» il suo ragionamento.

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Si sono radunati per l’occasione vecchi e nuovi protagonisti di quella parte politica. Si sono visti gli ex parlamentari Arturo Scotto (Articolo 1) e Peppe De Cristofaro (Sinistra italiana), quindi l’ex assessore alla Cultura Nino Daniele, il senatore Sandro Ruotolo che lanciò il manifesto “Napoli millecolori” da dove è nata l’idea della federazione di questa lista. Si è rivisto pure Pietro Rinaldi capo di gabinetto della Città metropolitana vicino a de Magistris che non si è candidato. Al tavolo con Manfredi Alessandro Fucito, presidente uscente del Consiglio comunale e coordinatore della Conferenza nazionale dei Consigli comunali. Non si candida al Comune, ha scelto di correre per la presidenza della Sesta Municipalità, nell’area est. Un tempo territorio sacro della sinistra oggi del M5S. Quindi Francesco Dinacci, coordinatore di Articolo 1, Désirèe Klain attivista per i diritti civili e giornalista e D’Angelo, che chiarisce la sua posizione: «A Manfredi ho ribadito che per noi la priorità è la solidarietà. Prima di qualunque progetto di sviluppo occorre affrontare il problema del divario che esiste fra la Napoli che sta bene e quella che sta male, eliminare cioè le disuguaglianze fra i cittadini».

E Manfredi insiste: «Con tutti i promotori di Napoli solidale combatteremo i divari sociali tra i quartieri della città: su questo daremo una lezione al Paese, dimostreremo come si può essere esempio di buona amministrazione all’insegna dell’equità sociale». Manfredi non sfugge alle domande dei giornalisti e a chi gli chiede perché le sue liste non siano state inviate in anticipo alla Commissione parlamentare Antimafia replica così:

«Abbiamo verificato noi liste e candidati e non abbiamo inviato alla Commissione, come hanno fatto altri, liste non valide. Non abbiamo paura di nessuna verifica e di nessun confronto. La politica nella sua autonomia deve gestire queste cose e noi lo abbiamo fatto». Un Manfredi che replica a Catello Maresca che lo ha accusato di fuggire dai confronti. Il riferimento è a quello organizzato dal Mattino al quale hanno invece partecipato lo stesso Maresca, Antonio Bassolino e Alessandra Clemente. «Non ho niente da nascondere, io ho una mia storia e porto a Napoli la mia storia, il problema è degli altri. Il tema è che la campagna elettorale va fatta sui contenuti e deve essere un dibattito sui fatti nell’interesse dei cittadini». Quanto alle liste che Maresca rischia di perdere, così come la Clemente, l’ex ministro fa sfoggio di fair play: «Io sono per la competizione, queste cose però le devono decidere le Istituzioni preposte, si tratta di rispetto delle regole». 

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