Paragone (Italexit) a Napoli: «Rdc misura emergenziale, sì invece a piano di assunzioni pubbliche»

Paragone (Italexit) a Napoli: «Rdc misura emergenziale, sì invece a piano di assunzioni pubbliche»
di Emiliano Caliendo
Martedì 20 Settembre 2022, 23:27 - Ultimo agg. 21 Settembre, 15:03
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Il leader di Italexit, Gianluigi Paragone, arriva con lieve ritardo a Largo Berlinguer a Napoli. Ad aspettarlo, circa 500 persone, tra militanti, simpatizzanti, curiosi e un folto gruppo di disoccupati della vertenza Isola-Bros, pronti ad ascoltarlo in comizio. A fargli da Cicerone nel suo tour campano, il nuovo dominus locale del partito anti-Ue, l’ex parlamentare del PdL Marcello Taglialatela. «Dico sì al Reddito di Cittadinanza se è una misura emergenziale ma la sfida vera è la piena occupazione. Come fai a pensare che non di non dedicarti al tema del lavoro? L’occupazione la curi guardando agli imprenditori affinché non chiudano e poi lo Stato deve assumere», esordisce Paragone davanti ai cronisti presenti. Se non una bocciatura, comunque una parziale contrarietà al Rdc nella sua capitale nazionale, Napoli. «La sanità pubblica – spiega l’ex senatore pentastellato - ha bisogno di un piano assunzioni potente. Ci stiamo rendendo conto che abbiamo ospedali fatiscenti, buchi in organico del personale infermieristico, medico e anche un po’ di quello amministrativo? Il mondo della scuola idem, con buchi di cattedra. Siamo sempre fermi al solito problema: lo Stato non può assumere e non può neanche costruire o ristrutturare edifici. Ci sono ospedali pubblici dove entri e, onestamente, come fai a pensare di poter guarire? La malattia la inizi a curare dalla testa».

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L’ex conduttore della talk show di La7, La Gabbia, riserva poi strali al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: «I soldi del Pnrr neanche basteranno per i lavori previsti, perché con il rincaro delle materie prime e dell'energia forse i fondi copriranno il 60-65% dei progetti. Poi finiranno e dovranno chiudere il rubinetto. Non so dove andranno a prendere il denaro che serve ancora per chiudere i lavori. Sul Mes? Sul Pnrr 2?». In riferimento ai 120 miliardi di euro di prestiti da restituire, oltre ai 70 elargiti dall’UE a fondo perduto, Paragone evidenzia che «quelli del Pnrr sono soldi che prendiamo in prestito con un libretto d'istruzioni molto severo, fondi che dovremo restituire con interessi che appesantiranno il Sud perché incideranno sul welfare». Apre dunque a un ritorno della cara vecchia lira in nome della sovranità monetaria: «Una volta c'era uno Stato che batteva un'unità monetaria e faceva la spesa pubblica virtuosa. Da lì bisogna ricominciare, non vedo alternative. Mi piace la lira, certo. Se parli con tante persone dicono che con la lira eravamo la quarta potenza industriale al mondo ed eravamo campioni del mondo di risparmio; ora gli italiani perdono il risparmio con le politiche neoliberiste europee». Sui temi etici, in particolare per ciò che concerne l’aborto, Paragone sottolinea che il suo partito è a favore della «cultura della vita» e che le materie legate alle libertà individuali saranno affrontate solo in un secondo momento. «Vogliamo aprire questi capitoli. Lo faremo dopo che avremo messo a riparo tutto il tema dei diritti fondamentali. A casa mia faccio i conti con uno Stato che mi ha obbligato a esibire un Green Pass per andare a lavorare. Che me ne frega degli altri problemi etici. Sono le uniche cose su cui si possono dividere destra, sinistra e M5S che sono uguali. Si dividono su questa roba qua di cui onestamente non gli frega niente a nessuno. Ma veramente – conclude - pensate che si porti il pane a casa risolvendo il problema dei temi etici? C’è un tema di cultura della vita e quello lo tieni saldo. Poi tutto il resto, come il ddl Zan, lasciamolo perdere». Hanno partecipato alla manifestazione elettorale anche i candidati alla Camera: lo scrittore Francesco Amodeo e l’avvocato Rosanna Ruscito; oltre che la candidata al Senato, l’ex vicequestore di Roma Nunzia Schillirò.

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