Forza Italia, Berlusconi cambia i vertici: il nuovo corso rafforza la guida di Martusciello

Premiato il lavoro svolto in Campania dall'eurodeputato

Fulvio Martusciello con Antonio Tajani
Fulvio Martusciello con Antonio Tajani
di Dario De Martino
Domenica 26 Marzo 2023, 10:00 - Ultimo agg. 11:25
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Esultano i big regionali di Forza Italia per il nuovo corso partito da Villa San Martino, ad Arcore. Una mezza rivoluzione con la quale il coordinatore campano, l'eurodeputato Fulvio Martusciello e la coordinatrice provinciale, Annarita Patriarca vedono premiato il lavoro svolto in Campania in diretta sintonia con il cavaliere e con Marta Fascina. Prendono un altro schiaffo, invece, i vertici cittadini, Iris Savastano, Salvatore Guangi. Mentre Domenico Brescia, il più convinto tra i Ronzulli boy's si dimette dal partito. A peggiorare è quindi il clima generale e gli animi già lacerati all'interno del partito soprattutto a Napoli. Sono gli effetti sul territorio del terremoto nazionale in Forza Italia. La nomina di Paolo Barelli come capogruppo al Senato, ruolo già ricoperto nella passata legislatura, in luogo di Alessandro Cattaneo sembra un ceffone a Licia Ronzulli, che mantiene il ruolo di capogruppo alla Camera, ma perde il suo alfiere principale a Palazzo Madama. Un declassamento nelle gerarchia ai vertici degli Azzurri, che la stessa Ronzulli paga, perdendo anche il ruolo di coordinatrice del partito il Lombardia: al suo posto Alessandro Sorte.

Nella riorganizzazione del partito, Silvio Berlusconi ha nominato sette nuovi coordinatori regionali.

Un terremoto politico che non ha neppure sfiorato la Campania. Segno che ad Arcore il lavoro di ricostruzione svolto in pochi mesi dall'eurodeputato Martusciello è ben visto. Un attestato di fiducia indiretto, ma rilevante. Con la conseguente amarezza per i suoi avversari. Non è un caso che il numero uno regionale del partito gongoli esponendosi pubblicamente con una nota ufficiale. «La scelta del presidente Silvio Berlusconi di dare a Forza Italia una nuova organizzazione, in vista delle elezioni europee, dimostra la sua attenzione costante all'Europa e la consapevolezza che quelle del 2024 saranno elezioni fondamentali per il futuro di ognuno di noi», dice Martusciello che oltre ad essere commissario in Campania è pure capo delegazione di Forza Italia nel Parlamento europeo. 

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Chi invece reagisce male sono i ronzulliani. A Napoli chi si era avvicinato di più alla capogruppo in Senato era Domenico Brescia. Che, non a caso, a poco più di 24 ore dalla rivoluzione voluta dal Cav lascia definitivamente e polemicamente il partito: «Ho rassegnato le dimissioni dall'incarico di vice coordinatore campano di Forza Italia e ho comunicato al presidente Berlusconi la decisione di lasciare Forza Italia. Dopo una lunga riflessione, ritengo che non sussistano le condizioni in questo partito per continuare il mio impegno alla ricerca di una politica buona, onesta, trasparente, fondata su un confronto teso ad affrontare e risolvere i problemi dei cittadini. Continuerò da indipendente, a servire la mia città con orgoglio e dignità». Ma a capitolare con la Ronzulli è tutta la formazione azzurra del consiglio comunale, a partire dalla coordinatrice cittadina Iris Savastano, fino a Salvatore Guangi e Bianca Maria D'Angelo. I tre, è bene ricordare, sono stati protagonisti di uno scontro al calor bianco proprio con il coordinatore regionale Fulvio Martusciello e la numero uno provinciale Annarita Patriarca. Lo scorso 8 marzo in consiglieri comunali rivolsero un appello a Silvio Berlusconi: «Solo la fiducia nella sua leadership ci tiene ancora legati al movimento. È arrivato il momento di capire se Forza Italia in provincia di Napoli è ancora un partito democratico, o semplice spazio per scorribande personali». Un appello senza risposta. Il 13 marzo i quattro sono stati ad Arcore per incontrare Berlusconi, attendendo un cambio di passo. «Se Forza Italia in Campania dovesse continuare a ridursi a una Srl, non saremo interessati a farne ancora parte», le loro parole dopo l'incontro col cavaliere. I segnali arrivati, però, vanno in tutt'altra direzione. La fiducia che da Arcore si pone indirettamente in Martusciello ora è stata ribadita. 

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