Le deleghe di Chiara Marciani, assessore al Lavoro e alle Politiche giovanili di Palazzo San Giacomo, riguardano temi cruciali in città. In particolare, i nodi più critici e attuali da sciogliere riguardano il mercato del lavoro e «la delicata fase di riorganizzazione successiva al tramonto del reddito di cittadinanza». Erano infatti più o meno «20mila gli under 30 che, prima del taglio disposto dal governo Meloni, percepivano il reddito nel Comune di Napoli».
Per loro sono in arrivo fondi e «colloqui con le aziende. Palazzo San Giacomo, da settembre, si comporterà come una sorta di agenzia del lavoro. Organizzeremo delle giornate di reclutamento per fare "match" tra imprese e personale». Novità in vista anche sul fronte degli spazi dedicati ai ragazzi: a settembre, finalmente, «sarà aggiudicata a un'associazione la Casa della Socialità al Vomero», deserta dall'inaugurazione del murale nel 2018.
Napoli è la città più giovane d'Italia, dal punto di vista anagrafico. Quali sono le iniziative messe in campo?
«Come si era detto fin dal nostro insediamento, abbiamo cercato di rendere i giovani protagonisti di Partenope.
A proposito di lavoro, l'Inps a fine luglio ha inviato un sms agli "occupabili" (cioè gli under 50 che non abbiano minori o disabili nel nucleo familiare), informandoli della fine del sussidio di cittadinanza voluto negli anni scorsi dai 5 Stelle. Insomma, come si fronteggiano i tagli al reddito in una delle aree del Paese col più alto tasso di percettori?
«Stiamo preparando un piano specifico. Soprattutto in questa fase così delicata, post-tramonto del reddito di cittadinanza, stiamo raccogliendo i dati e ci incontreremo presto con le aziende. Vogliamo creare un legame tra imprese e lavoratori. In città c'erano quasi 20mila giovani sotto i 30 anni percettori del reddito, oggi dichiarati in gran parte occupabili. Le professioni più richieste tra Napoli e Provincia riguardano gli addetti alla ristorazione, quasi 8mila, e quelli alle vendite, intorno ai 5mila. Anche nel settore delle costruzioni e degli impianti meccanici sono richiesti 8mila dipendenti. Palazzo San Giacomo sarà come un'agenzia del lavoro, cercheremo di fare match tra aziende e personale. Poi ci stiamo concentrando sulla formazione: metteremo a disposizione 7 milioni di euro di fondi nazionali per i tirocini professionali. Erano soldi destinati ai percettori del reddito. La gara per questi tirocini partirà a settembre: selezioneremo gli enti dividendoli per macro-settori economici. E organizzeremo delle giornate di reclutamento: veri e propri colloqui di lavoro, che speriamo possano aiutare le imprese a soddisfare il loro fabbisogno e i cittadini a trovare una giusta sistemazione».
Qual è la politica del lavoro che più si adatta a Napoli?
«Purtroppo, la bacchetta magica non esiste. Al problema degli ex percettori, si aggiunge anche un basso tasso di occupazione femminile. Per risolvere questo nodo servono strategie trasversali, come l'aumento degli asili nido a cui la giunta sta lavorando su indicazione del sindaco Manfredi, così da rendere le donne più libere di cercare lavoro. Poi serve agire su competenze e formazione: spesso molte donne sono costrette ad abbandonare i loro percorsi scolastici».
E per la lotta al lavoro nero?
«Il presidente della commissione comunale che si occupa di lavoro, Luigi Musto si sta impegnando nell'aggiornamento del protocollo su lavoro nero e sicurezza sul lavoro. Sono continui, infatti, anche gli incidenti di dipendenti nella nostra provincia. Certo, non possiamo essere noi a organizzare i controlli, ma con una maggiore fluidità delle informazioni e con una maggiore sinergia tra Comune e Ispettorato del Lavoro si potranno ottenere risultati tangibili».
Quali sono i prossimi obiettivi?
«Abbiamo dato il via a una strategia, assieme al sindaco, che mira a implementare i progetti da finanziare attraverso il Pnrr, fondi europei o nazionali. Serve offrire delle opportunità concrete ai giovani partenopei. Siamo pronti a fare da ponte tra le aziende e chi cerca il suo posto nel mondo del lavoro».