Bagnoli, senza governo per Città della Scienza l’incubo di nuovi ritardi

Bagnoli, senza governo per Città della Scienza l’incubo di nuovi ritardi
di Valerio Esca
Venerdì 22 Luglio 2022, 23:50 - Ultimo agg. 24 Luglio, 10:20
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Napoli comincia a leccarsi le ferite dopo la caduta del Governo. L’onda lunga della crisi rischia di rallentare l’azione dell’amministrazione comunale su temi caldi: come Bagnoli, con la cabina di regia del 2 agosto che rischia di saltare, o la norma alla quale sta lavorando l’assessore al Bilancio del Comune Pier Paolo Baretta sulle transazioni per le morosità degli inquilini delle case comunali. Inapplicabile senza un intervento dello Stato nella legge di Bilancio.

Per la rigenerazione urbana dell’intera zona occidentale di Napoli, dove ci sono da portare avanti due macro-questioni, la bonifica dell’area ex Eternit e la ricostruzione del museo di Città della scienza, si è molto spesa il ministro del Sud Mara Carfagna. L’esponente dell’esecutivo guidato da Mario Draghi ha lavorato affinché il sindaco-commissario Gaetano Manfredi avesse pieni poteri e fosse dotato di una squadra che potesse imprimere quell’accelerata decisiva dopo anni di stallo. Non avere un interlocutore istituzionale, come lo è stato fino ad oggi il ministro Carfagna rischia di rallentare l’operato della struttura commissariale. Il ragionamento che si fa al Comune è chiaro: «I fondi sono stati stanziati e le opere di bonifica sono state incardinate».

Come a dire «non c’è nulla di cui preoccuparsi».

C’è però da sciogliere il nodo sull’operatività del Governo, che porterà avanti fino a metà ottobre soltanto l’ordinario. Su Bagnoli bisognerà capire quale sarà l’orientamento da Roma: aspettare il nuovo esecutivo o fare una forzatura e convocare ugualmente la cabina di regia per portare avanti gli appuntamenti già calendarizzati. Basti pensare a Città della scienza: «Per quanto ci riguarda noi siamo pronti - fanno sapere dalla Fondazione Idis -. Abbiamo il piano planimetrico e sotto l’impulso del sindaco-commissario siamo in trattativa con Invitalia per le permuta dei suoli dell’area del parcheggio, dove dovrebbe essere ricostruito il museo». 

Ma i riverberi della crisi arrivano a toccare anche la carne viva della città. Rischia infatti di saltare il banco sulla proposta alla quale ha lavorato in questi mesi l’assessore Baretta sulle transazioni per i morosi che vivono in cespiti di proprietà del Comune. Un’idea che però da piazza Municipio non intendono abbandonare. «A settembre - ha detto l’assessore al Bilancio nell’intervista al Mattino pubblicata ieri - chiameremo a raccolta tutti i parlamentari napoletani chiedendo di sostenere la nostra proposta per la prossima Finanziaria, con emendamenti mirati».

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La previsione che si fa a Palazzo San Giacomo è che Draghi resterà comunque fino al dopo elezioni e che spetterà dunque a lui e alla sua squadra costruire la legge di Bilancio. L’idea è quella di chiedere allo Stato una norma ad hoc per poter avviare le transazioni con i cittadini morosi e recuperare redditività del patrimonio immobiliare. Si potrebbero scontare ai morosi gli interessi legati ai canoni pregressi o condonare alcune annualità. Ma senza una norma nazionale l’unica arma che resta oggi al Comune è rateizzare i canoni arretrati agli inquilini fuori legge. Ad ogni modo i numeri sono impetuosi: il 46 per cento non paga l’affitto nelle case comunali. La bollettazione media per ciascun anno è di 33 milioni. Dal 2013 al 2021 il totale ammonta a 297 milioni. Il Comune però ne ha incassati solo 141, con un buco di oltre 150 milioni.

Intanto una nuova grana in maggioranza per il sindaco Manfredi: la levata di scudi della commissione Infrastrutture (convocata con urgenza lunedì) contro una delibera che andrà discussa in Consiglio il 26 luglio. Si tratta di alcune variazioni di bilancio: 5,6 milioni di euro vengono dirottati sul progetto del Molo San Vincenzo a discapito di una spesa già prevista relativa all’estensione della linea filoviaria 204, attualmente in costruzione per collegare il Museo Nazionale con il Parco di Capodimonte e il Cardarelli. Lo stesso vale per i 3 milioni di euro stanziati per il restyling del Garittone, che dovrebbero invece essere utilizzati per rifare alcune strade intorno al Bosco di Capodimonte. «Questa delibera io non la voterò - spiega il presidente della commissione Nino Simeone -. In commissione chiederò chiarimenti» e promette battaglia in aula.

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