Condono a Ischia, l'ira di Salvini:
«Temo si sani la qualunque»

Condono a Ischia, l'ira di Salvini: «Temo si sani la qualunque»
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 1 Novembre 2018, 10:43 - Ultimo agg. 11:28
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«La preoccupazione per Ischia è che si sani la qualunque». La bomba a metà mattina la lancia direttamente il vicepremier Matteo Salvini riferendosi al condono su Ischia caro ai grillini, corrente Di Maio. A Roma, in Aula, nel frattempo il decreto Genova (che contiene proprio le contestate misure per l'isola) procede a rilento per uno scontro durissimo tra maggioranza e opposizione. Proprio sul caso Ischia perché tutti i punti sul crollo del ponte Morandi vengono approvati senza alcuna difficoltà. «Togliete tutto ciò che non riguarda Genova e approviamo tutto. E subito», è la linea del Pd. Niente. Si va avanti ad oltranza per ore perché i grillini vogliono portare il voto a casa prima del ponte festivo. Anche a notte fonda come poi avverrà. Timorosi che qualcosa, anche al loro interno, possa rompersi. E proprio sul condono di Ischia. Mentre fuori il palazzo di Montecitorio Legambiente inscena un sit-in contro la sanatoria da votare.

Una riunione dei capigruppo tenutasi due notti fa non è servita a superare l'impasse. E di prima mattina, quando in Aula è ripreso l'esame degli emendamenti ai 46 articoli del testo, il Pd ha continuato a tenere il punto. «Non siamo contro il decreto, ma contro lo scandalo di un condono edilizio a Ischia, nel collegio del ministro Di Maio inserito in maniera truffaldina», dice il democrat Ettore Rosato, promettendo che ove sia approvato un emendamento soppressivo delle norme di Ischia i lavori procederanno celermente. «Vorremmo che il ministro Toninelli venisse qui e mettesse la faccia sulle scelte che ha fatto», aggiunge Rosato mentre il collega Maurizio Martina, da poco dimessosi dalla guida del Pd, incalza: «L'ostruzionismo per Genova lo fa il governo con la norma per il condono edilizio a Ischia. Questo è uno schiaffo ai bisogni dei cittadini genovesi. Tolgano questa vergogna dal decreto». Eccola la linea dei democrat: ostruzionismo portato al massimo e far arrivare, per farlo uscire allo scoperto, un ministro in Aula. In modo da bersagliarlo. Ma non arriva né Danilo Toninelli, né il collega dell'Ambiente Sergio Costa che pure nutre molti dubbi sulla sanatoria ischitana. «A me interessano i risultati, non le ridicole urla di Pd e Fi sulla mia assenza», ribatte proprio Toninelli. Ma ben lontano, dal suo profilo Fb.

E così Forza Italia che marcia contro il decreto. Ma i parlamentari azzurri campani declinano il problema in modo diverso. Perché le norme sull'isola colpita dal sisma sono troppo restrittive. «Per i comuni terremotati del Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche è ammessa la sanatoria edilizia per gli abusi realizzati anche di recente ma lo stesso non vale per Ischia», attaccano gli azzurri Carlo Sarro, Paolo Russo e Antonio Pentangelo. «Come se ciò non bastasse - aggiungono i campani - per Ischia, con disposizioni contorte e spesso oscure, sarà possibile sanare solo abusi risalenti ad almeno 16 anni se non addirittura a più di 30 anni mentre per il centro Italia verranno sanati abusi compiuti anche lo scorso anno».«Un decreto fatto male, che non da risposte certe. Anzi - ragiona il collega azzurro Gigi Casciello - si apre la strada ai contenziosi perché si fanno differenze anche tra gli stessi cittadini di una stessa regione: gli ischitani potranno usufruire del condono 2003 diversamente da tutti gli altri campani. Poteva essere l'occasione per far valere un diritto negato ma non si è avuto coraggio».

 
LA MAGGIORANZA
Ma il M5S non vuol sentire ragioni. Francesco D'Uva, capogruppo pentastellato alla Camera replica ai dem: «Noi non pretendiamo che il dl possa piacere alle opposizioni ma diciamo che qui sono state dette cose non vere. Parlare di condono a Ischia non è corretto. Il decreto c'è, è atteso e il M5S non vuole più perdere tempo e lo vuole approvare. Perdere tempo non serve a nessuno».

IL VOTO
Alla fine si arriva a notte inoltrata dopo che l'Aula ha dovuto esaminare un centinaio di emendamenti presentati dalle opposizioni.
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