M5S, asse con le civiche: «Pronti alle alleanze nella provincia di Napoli»

M5S, asse con le civiche: «Pronti alle alleanze nella provincia di Napoli»
di Carlo Porcaro
Domenica 28 Aprile 2019, 09:00
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Depositate le liste, comincia la delicata partita delle Comunali in provincia di Napoli. Al voto il 26 maggio in 21 città, di cui 8 sopra i 15mila abitanti. Ma sono Nola, Casoria e Bacoli i Comuni più attenzionati per il peso politico che il rispettivo esito avrà. Tre realtà, stando a sentire i vertici dei vari partiti, su cui il centrodestra punta moltissimo. «Abbiamo candidati sindaco accreditati per vincere o quanto meno essere molto competitivi con gli avversari», fa sapere il coordinatore provinciale di Forza Italia, Antonio Pentangelo. Maria Rosaria Trinchese a Nola e Angela Russo a Casoria sono le donne di punta di una coalizione che vede uniti i berlusconiani, la Lega e Fratelli d'Italia (un cui esponente Nello Savoia tenta la scalata al Municipio di Bacoli). Questo l'elenco: Anacapri, Bacoli, Capri, Carbonara di Nola, Casamicciola Terme, Casavatore, Casola di Napoli, Casoria, Comiziano, Crispano, Grumo Nevano, Liveri, Meta, Nola, Roccarainola, Sant'Anastasia, Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Striano e Trecase.
 
Ci sarà anche una gara interna al centrodestra, quella a chi prende più voti tra gli azzurri e i salviniani, in subbuglio da qualche giorno. L'ex deputato afragolese Vincenzo Nespoli, dopo la mancata candidatura del nipote alle Europee, si è di fatto intestato la primogenitura delle liste alle Comunali con il beneplacito del coordinatore regionale Gianluca Cantalamessa creando malumori all'interno del partito che potrebbe essere infatti commissariato dopo il 26 maggio. Molto dipenderà dall'esito dello scrutinio. «Avremo risultati che non deluderanno le aspettative, saremo una sorpresa e daremo prova di essere buoni amministratori avendo messo in campo le migliori energie della destra napoletana», annuncia il commissario provinciale Gennaro Ruggiero. Nei Comuni sopra i 15mila abitanti, il simbolo di Forza Italia appare ovunque, nelle altre ci si presenta come spesso accade dietro liste civiche di area. Non è così invece per il Pd, il cui simbolo non è presente in ognuna delle 21 città chiamate alle urne. Alle prese ancora con la riorganizzazione interna dovuta alla fresca nomina del commissario provinciale Michele Meta, catapultato dal segretario Nicola Zingaretti dopo l'annullamento del congresso vinto da Massimo Costa, i dem giocheranno un match tutto in salita. Accade poi che, per non correre rischi, in Comuni strategici come Casavatore e Arzano - a due passi dai quartieri nord di Napoli - non vi siano liste né di Fi né del Pd. Ad Arzano ci riprova, dopo essere caduta prima del tempo, Fiorella Esposito con tre liste Attivisti per Arzano, La Sinistra per Arzano e Dema, contro Gennaro De Mare che pure vanta tre liste.

Il M5S è riuscito a presentare propri candidati sindaco soltanto in sette Comuni. A Grumo Nevano con Giuseppe Ricciardi, a Casamicciola hanno puntato su Caterina Iacono, a Casavatore su Luca Galiero, la militante di vecchia data Elena Vignati per Casoria, a Crispano c'è Filippo Castaldo, Domenico Lusciano a Meta ed infine Giuseppe Tudisco a Nola. Consapevoli di essere terzi incomodi tra le due grandi coalizioni, potrebbero arrivare a qualche ballottaggio per il 9 giugno. Sarà un test probante, ma la vera svolta potrà esserci con l'eventuale scelta di stringere alleanze con liste civiche. Vincenzo Presutto, senatore grillino molto attivo sul territorio, apre a tale possibilità: «Scegliamo gli alleati a condizione che vengano rispettate le regole che seguiamo noi in termini di trasparenza e onestà e stando molto attenti alle liste civette che non nascondano elementi impresentabili». Sabato prossimo si terrà una riunione ad hoc a livello regionale per valutare questa fase di evoluzione del Movimento Cinquestelle. «L'alternativa è cambiare la legge elettorale evitando la creazione di queste mega-coalizioni in cui dentro ci sta di tutto - aggiunge - Vedo un'Italia spaccata, con Pd in dissolvenza da una parte e Salvini che vuole riformare la destra in maniera pericolosa. Una cosa è certa: non possiamo più tralasciare gli enti locali, gestiscono buona parte della spesa pubblica e se vogliamo cambiare l'Italia dobbiamo accettare la sfida».
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