Sulle mascherine non c'è alcuna restrizione ulteriore perché l'ordinanza regionale segue quella nazionale. Ma sulla movida, eccola la stretta deluchiana: vietata la vendita per asporto di alcolici dalle 22 alle 6. «Da lunedì ci sarà l'uso obbligatorio dell'uso della mascherina anche all'aperto e dopo le 22 si potranno consumare bevande alcoliche solo dentro i locali al chiuso o seduti all'esterno», annuncia, infatti, il governatore nel corso della sua diretta settimanale mentre i suoi uffici preparano l'ordinanza che arriva a stretto giro.
Al solito De Luca inizia con le bordate: «È incredibile il livello di ipocrisia e opportunismo del ministero e del Cts: continuano a dire cose finte.
La stretta, invece, arriva sulla movida vietando asporto e consumo di alcolici nei luoghi pubblici dalle 22 alle 6 del mattino. In pratica il consumo è previsto solo seduti ai tavolini dei locali. Che siano all'aperto o al chiuso. Restrizioni pesanti decise per il propagarsi della variante Delta sul territorio regionale e la «particolare diffusività della stessa soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione», viene spiegato nell'ordinanza. «È la misura sanitaria, già attuata nell'estate 2020 della limitazione della movida notturna, alla quale - si legge ancora - si associano episodi di assembramenti incontrollati e senza l'uso dei dispositivi individuali di protezione, particolarmente pericolosi nell'attuale contesto». E per prevenire eventuali decisioni diverse da parte dei sindaci le regole non potranno essere modificate a livello locale per non «determinare lo spostamento dei fenomeni di affollamenti e assembramenti da parti diverse del territorio, con ulteriori rischi sotto il profilo della diffusione dei contagi».
Il vero problema, però, sembra essere un altro: la mancanza di cittadini desiderosi di vaccinarsi. A Napoli ma anche a Caserta. E da lunedì, salvo prenotazioni nelle prossime ore, potrebbero non esserci più prime dosi di vaccino da inoculare a Napoli: solo il 62 per cento dei cittadini ha aderito alla campagna e di questi il 95 ha ricevuto almeno la prima dose e non ci sono più nuove richieste da espletare. Dati che fornisce De Luca ieri durante la sua diretta paventando i rischi per il prossimo autunno. «Se consideriamo che chi ha fatto solo la prima dose non è al riparo e che mancano all'appello migliaia di persone che non hanno aderito, ci rendiamo conto che si sta preparando una nuova chiusura pesante a Napoli. Significa andare in lockdown a settembre», ammonisce il governatore.
«C'è una fetta di napoletani - spiega Ciro Verdoliva, direttore generale della Asl Napoli 1 - che non ne vuole sapere di vaccinarsi. Ci restano circa 3mila persone da vaccinare ancora tra quelli prenotati ma da dopodomani (lunedì, ndr) non abbiamo più una sola persona in piattaforma. Abbiamo raggiunto i senza fissa dimora, il campo Rom della circumvallazione esterna ma i cittadini non iscrivendosi non permettono alla città di raggiungere l'immunità di gregge». Stessa situazione anche a Caserta. Tanto che l'Asl del capoluogo ieri ha diramato un invito a vaccinarsi a tutta la popolazione casertana, dai 12 anni in poi viste le scarse adesioni al Pfizer Day di oggi e domani: sono 1.150 le adesioni a fronte però delle 10mila dosi messe a disposizione. Ma il picco più basso rimane l'utenza dell'Asl Na3: appena il 58 per cento dei residenti.