Metropolitana di Napoli ancora ko, in bilico la poltrona dell'amministratore: pronta la rivoluzione ai vertici dell'Anm

Metropolitana di Napoli ancora ko, in bilico la poltrona dell'amministratore: pronta la rivoluzione ai vertici dell'Anm
di Paolo Barbuto
Domenica 9 Febbraio 2020, 09:00 - Ultimo agg. 09:33
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La tensione è alle stelle, e non da ieri: palazzo San Giacomo mostra plateali segni di insofferenza nei confronti dei vertici Anm e, secondo voci mai smentite, da mesi è partita la caccia a due nuovi manager da innestare nell'azienda. S'era sempre detto che avrebbero dovuto affiancare l'attuale amministratore unico Nicola Pascale, adesso si dicono cose differenti: i nuovi manager dovrebbero definitivamente scalzare l'attuale amministratore sul quale, a giorni alterni, l'Amministrazione scarica le colpe di un sistema di trasporti al collasso.

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Ufficialmente il Comune starebbe cercando un direttore generale e un capo del personale. La questione è nota ormai da mesi, dal giorno in cui l'Anm è venuta fuori dal baratro del concordato e s'è riaffacciata sul mercato senza lo spettro del fallimento dietro le spalle.

Si disse, durante lo scorso autunno, che l'amministratore in carica aveva esaurito il suo mandato che era quello di prendere decisioni impopolari nel delicato momento del salvataggio fatto di tagli e scudisciate al personale.

Pascale è stato da sempre uomo dei trasporti di palazzo San Giacomo, staffista di lungo corso nell'assessorato al ramo, ha attraversato cambi di amministrazione e valzer di assessori mantenendo il suo ruolo di faro in quelle stanze di palazzo San Giacomo: Pascale è sempre stato l'unico a conoscere ogni dettaglio di quel mondo nel quale si susseguivano assessori, dirigenti, sindaci e ha sempre saputo mettere le sue immense competenze al servizio dell'Amministrazione.
 

Così quando Palazzo San Giacomo ha deciso di prendere definitivo possesso dell'Anm, senza passare per amministratori di nomina esterna, troppo desiderosi di lasciare la loro personale impronta, la decisione unanime è stata quella di affidarla a Nicola Pascale, uomo di fiducia e pronto a mettersi al servizio di Palazzo San Giacomo. Nessuna accezione negativa in queste ultime parole perché Pascale è realmente uomo dedito al lavoro e all'Amministrazione e, in certi casi, è determinante avere a disposizione profili come il suo che garantiscono immensa professionalità e profonda conoscenza della macchina amministrativa.

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Finché c'è stata la paura del fallimento nessuno ha messo in dubbio l'impegno di Pascale, superata l'impasse s'è ripresentata la voglia di recuperare quel ruolo per affidarlo ad altri. E sono iniziate a volare le critiche, anche feroci, sebbene spesso celate.

Quando a inizio gennaio 63 autisti rifiutano di uscire perché avevano bus malmessi, il sindaco sbottò con durezza: «O l'Anm, dagli amministratori ai dipendenti, si mette in cammino per innalzare la qualità del servizio, o chiuderemo l'azienda», un ceffone violento in pieno viso a Pascale, il quale se lo prese senza replicare.

Poi sono venuti i giorni della crisi per l'incidente e, ieri, le nuove scenate: il vicesindaco ha tuonato contro l'azienda soffermandosi finanche sulle reiterate e inascoltate richieste di migliorare il sevizio di comunicazione alla clientela; de Magistris ha rincarato: «Chiedete all'azienda cosa è successo. Io in questi giorni mi sono impegnato in modo incredibile per fare riaprire la tratta...», insomma le colpe sono dell'Anm, cioè del vertice verso il quale l'insofferenza è divenuta plateale. 
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