La prima giornata da sindaco Gaetano Manfredi non l'ha iniziata ne trascorsa in Municipio - dove non si è visto proprio - ma in Regione con il Presidente Vincenzo De Luca. Contestualmente nella primissima mattinata due fedelissimi del governatore stavano già in Comune a visionare le stanze che presto saranno la loro nuova casa. Si tratta del direttore generale Pasquale Granata e il capo di gabinetto Maria Grazia Falciatore.
Sotto braccio con il portavoce in pectore del sindaco Carlo Porcaro, hanno visionato gli uffici - in due momenti diversi - al secondo piano.
A Napoli i pentastellati stanno al palo, non hanno presentato ancora uno straccio di proposta per la giunta, ma in compenso hanno affossato la nomination dell'ex ministro Sergio Costa. Chi si muove con feroce appetito e determinazione è sempre lui, il governatore: «Ora possiamo - dice - programmare investimenti per miliardi. Stamattina abbiamo avuto la prima riunione con il nuovo sindaco e i vertici di Ferrovie dello Stato su Piazza Garibaldi, dove pensiamo a un grande hub trasportistico. Ma poi lavoriamo su Bagnoli, sull'ex ex area Nato, possiamo fare rivoluzione urbanistica, creando lavoro ma dobbiamo svegliarci».
E la sveglia sta provando a suonarla anche Manfredi. Ieri dopo il vertice con De Luca è rimbalzato in diversi luoghi della città dove sostanzialmente ha incontrato tutta la coalizione dal Pd a scendere. Senza risolvere ancora il nodo di Caterina Miraglia - anche lei ex assessora di Caldoro - di Azzurri per Napoli: si tratta di quel pezzo di Fi passato con Manfredi e che ha fatto gruppo con Italia Viva di Matteo Renzi. Sembrava sicura al cento per cento la docente Miraglia, poi nel bel mezzo della giornata la sua marcia di avvicinamento a Palazzo San Giacomo ha subito una frenata. Ed è tornata a salire la quotazione della renziana Graziella Pagano. Miraglia-Pagano è uno dei tanti nodi da sciogliere per Manfredi. C'è quello donne, non è soddisfatto delle proposte avute e trovare la soluzione al rebus degli incroci politici. E qui l'orecchio è stato teso fino a tardissima sera verso la segreteria metropolitana del Pd e quella nazionale dei dem che stanno pilotando la scelta dei due nomi che toccano al Pd in giunta. E sempre da Roma - sponda M5S - sta aspettando la mossa dei big per Napoli. Stanno succedendo tantissime cose in queste ore tutte quasi vere. Spuntano nomi che non hanno mai avuto voce e altri la cui voce sembrava dimenticata. Manfredi - nella sostanza - sta alzando una cortina fumogena. L'unica certezza è che la data di oggi individuata per il varo slitta.
Le novità di giornata in quanto al toto-nomi sono quelli di Ciro Turiello, direttore generale di NapoliServi e presidente di Manager Italia per il comporto rifiuti e ambiente. E quello di Laura De Vita capo della segreteria particolare alla Camere del presidente Fico. Per lei si prospetterebbe una delega alle politiche sociali. Il Pd tiene in caldo Sarracino voluto da Roma, da capire a questo punto se è uno specchietto per le allodole per stroncare la discussione delle correnti, oppure alla fine il giovane segretario sarà della squadra. Nel Pd sale la quotazione di Leonardo Impegno, stabile Teresa Armato. Difficile che il Pd prenda la delega al bilancio anche se scalda i motori Luca Bianchi della Svimez. Che potrebbe essere quota Manfredi. I dem invece portano a casa la candidatura a presidente del Consiglio comunale Enza Amato. Tra gli insaziabili deluchiani spunta Umberto De Gregorio, capo dell'Eav ai trasporti. In questo quadro la casella del vicesindaco sembra essere sempre di più appannaggio dell'ex rettore.