Salvini a Napoli, sfida alle mafie: «Piano nazionale per fermare i clan»

Salvini a Napoli, sfida alle mafie: «Piano nazionale per fermare i clan»
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 17 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 16:15
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Un piano di unità nazionale contro la camorra e le mafie. Ad annunciarlo, dalla Prefettura di Napoli dove ieri ha presieduto un comitato per l'ordine pubblico, è il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ma la conferenza stampa sull'incontro con i vertici di magistratura, forze dell'ordine e sindaco diventa l'occasione anche per uno sfogo. Il numero uno del Viminale torna infatti sulla notizia battuta poche ore prima dalle agenzie, e che riporta l'apertura di un fascicolo «esplorativo» della Procura della Corte dei Conti del Lazio sull'utilizzo dei cosiddetti «voli di Stato».
 


«Tornerò a Napoli - dichiara - non più in aereo ma in bicicletta, perché qualcuno sta lì a guardare come vengo. Uso l'aereo per lavorare non per venire a mangiare una pizza sul lungomare. Ho le spalle larghe e questo non mi tocca, ma per la mia parte politica c'è un attacco che non c'è mai stato negli ultimi 20 anni. Stiamo dando fastidio. Sapevo che la lotta seria alle mafie, all'immigrazione clandestina avrebbe portato qualche problema, qualche ritorsione, ma non mi fermo».
 
Ma torniamo all'annuncio di un progetto nazionale contro tutte le forme di criminalità organizzata: «Proporrò al governo un piano di unità nazionale per fronteggiare la camorra, la mafia e la 'ndrangheta. Però bisogna lavorare insieme, maggioranza e opposizione, poiché il piano nazionale deve avere il sostegno di tutti, altrimenti si perde». Il disegno - nel cui merito il ministro non è entrato - vedrà il coinvolgimento di altri ministeri, a cominciare da quello della Giustizia e della Istruzione. La repressione, da sola, non basta più». Insomma, siamo all'alba di un Piano Marshall contro le mafie: «Presenterò questo pacchetto per l'unità nazionale in Parlamento, mi auguro che sia votato all'unanimità: contro mafia, camorra, 'ndrangheta non dovrebbero esserci divisioni, non dovrebbe esserci polemica o campagne elettorali».

Un dato Salvini comunque lo fornisce: «La Questura di Napoli - spiega riferendosi allo sblocco del turn-over e all'avvio di nuovi concorsi per le forze dell'ordine - avrà a pieno regime 592 uomini in più». E aggiunge che il potenziamento degli organici serve a contrastare il crimine perché «la lotta alla mafia è più importante della campagna elettorale».

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Salvini è ritornato sull'allarme violenza negli stadi e sulla denuncia del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che solo qualche giorno fa ha parlato di casi di presunto spaccio di droga al San Paolo, accusando il Viminale di «dormire da 20 anni». «Nel decreto sicurezza bis - ha affermato - ci sarà un passaggio che riguarda la sicurezza negli stadi. È un pacchetto abbastanza completo e ne discuteremo lunedì. Non capisco però perché debbano essere gli italiani a pagare l'ordine pubblico affinché le opposte tifoserie non si prendano a bastonate, e forse è ora che delle spese per la gestione dell'ordine pubblico sui campi di calcio si facciano carico le società sportive, anziché 60 milioni di italiani».

Mentre Salvini incontrava la stampa da piazza del Plebiscito si levavano alte le urla dei contestatori, dei movimenti e dei centri sociali che avevano invitato i napoletani a esibire lenzuoli e striscioni contro la nuova venuta in città del ministro dell'Interno.
Per la cronaca, nonostante le aperture della Questura a far raggiungere i manifestanti in piazza Trieste e Trento, si sono verificati scontri con le forze dell'ordine culminati nel ferimento di un funzionario della Polizia di Stato. «La critica - ha concluso il ministro - se è simpatica e colorata è divertente ma quando si arriva alla minaccia e alla violenza no». Sulla soluzione delle depositerie giudiziarie attuata dalla legge sulla sicurezza ieri è intervenuto anche il sindaco de Magistris: «Napoli ha trovato una soluzione. È un risultato della città, non ci è stato fatto un regalo da Roma, si potrà arrivare a fare interventi massicci per prevenire fatti criminosi gravi come le stese».

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