Patto per Napoli, pressing di Manfredi: pronti i primi fondi anti-dissesto

Patto per Napoli, pressing di Manfredi: pronti i primi fondi anti-dissesto
di Adolfo Pappalardo
Martedì 27 Luglio 2021, 11:00
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L'altro giorno il segretario nazionale del Pd l'ha rassicurato. E così, anche dal palco, ha fatto il presidente della Camera per chiarire come quel Patto per Napoli, che era la conditio affinché Manfredi si candidasse, ci sarà. «Ha deciso di candidarsi non perché ha avuto il sostegno del Patto per Napoli, ma perché crede nelle potenzialità della città», ha puntuliazzato il vertice grillino della Camera giovedì alla festa dell'Unità. Proprio mentre arrivava in Senato l'ok definitivo al decreto sostegni (ora è legge) in cui sono stati accolti gli emendamenti per i comuni in rosso.

Per salvare, infatti, dal default oltre 800 comuni, tra cui Napoli, si prevede da quest'anno la possibilità di ripianare l'extra deficit registrato al 31 dicembre 2019 in quote costanti su dieci anni anche grazie ad altri 160 milioni aggiuntivi rispetto ai 500 già stanziati dal decreto. Una scialuppa di salvataggio, nell'ambito di una manovra da 40 miliardi, per evitare il rischio default dopo la sentenza della Consulta che aveva gettato nel panico a inizio primavera moltissimi primi cittadini. 

In totale, quindi, circa 660 milioni che sono un po' di ossigeno per le casse municipali.

Poco però per Napoli che si ritrova ormai senza più un centesimo in cassa anche se palazzo San Giacomo, secondo il riparto da discutere oggi al Mef, prenderà la fetta più grande della torta: ben 246 milioni e mezzo di euro (246.542.831 per la precisione) su 660 totali.

Un ombrello anche per la sentenza della Consulta, che ha frenato la norma salva-bilanci e ha messo un punto sulla possibilità di spalmare i debiti in una calendarizzazione trentennale, riportando la questione del ripianamento dei debiti contratti sulle tempistiche ordinarie. 

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Ma nonostante questo, il deficit ormai strutturale e irreversibile di San Giacomo più che una fonte di preoccupazione per Gaetano Manfredi, ora alle prese con la campagna elettorale, è un chiodo fisso. Convinto come senza soldi e con i dipendenti ridotti all'osso poco si può fare con una città complicata come Napoli. E per questo già si pone il problema. «Io sono convinto che questa città meriti tutto il sostegno possibile e Manfredi disse che voleva non sostegno per lui, ma per la città. Questo poi si è tramutato in una firma di Letta, Conte e Speranza, in un Patto per Napoli. Però io lo allargherei: questo è un patto per i Comuni che sono in difficoltà», ha spiegato sempre Roberto Fico ai militanti democrat riuniti ad Agnano.

Non basta perché il problema è stato sollevato, raccontano i retroscena, anche dall'ex ministro il giorno dopo, quando ha incontrato il segretario nazionale del Pd venuto a Napoli proprio per lanciare la sua campagna elettorale. «Stai tranquillo: risolveremo il problema», l'ha rassicurato Letta. Anche perché con la stessa emergenza si ritrovano moltissimi Municipi. Non a caso, sempre intervenendo a Napoli, hanno lanciato lo stesso allarme il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Matteo Ricci, presidente Ali e sindaco di Pesaro. Ma non c'è stato amministratore che non abbia accennato alle questioni finanziarie. 

Per ora tutto bloccato e fermo alla manovra passata in Senato giovedì ma del Patto per Napoli si riprenderà a parlare ad ottobre, un minuto dopo le elezioni, non appena inizieranno i confronti per discutere la legge di Bilancio. Così poi, come si era già accennato, all'indomani delle assicurazioni di Conte, Letta e Speranza per palazzo San Giacomo che spianarono la strada alla discesa in campo di Manfredi. Che, in caso di elezione a sindaco, chiamerà un minuto dopo tutti i parlamentari partenopei a prescindere dai partiti di appartenenza per chiedere un fronte comune su una manovra Salva Napoli. Un modo per uscire dalle secche. Non solo in termini di risorse finanziarie ma anche di capitale umano per San Giacomo. «Servono mille assunzioni entro il primo anno, altrimenti, se diventerò sindaco, non potrò fare niente», è l'allarme lanciato su Repubblica. Anche se oggi si dovrebbero sbloccare i primi 246 milioni.

Intanto prosegue la campagna elettorale del centrosinistra e ieri si è registrata grande fibrillazione per la presentazione della lista di ex Fi Azzurri per Napoli. A colpire l'assenza, già annunciata, dell'ex parlamentare centrista Antonio Milo e dell'ex ministro Clemente Mastella. Con una serie di veleni fatti circolare dal centrodestra secondo cui l'ex leader dell'Udeur avesse abbandonato la bandiera di Manfredi per Maresca. «Rimango dove sono - assicura Mastella - e sosterrò Manfredi. Non c'erano le condizioni con la lista Azzurri per Napoli e ci sarò con un altro progetto. Ma sempre con l'ex rettore».

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