Patto per Napoli, consiglieri comunali critici: «No all'aumento delle tasse»

Patto per Napoli, consiglieri comunali critici: «No all'aumento delle tasse»
di Luigi Roano
Giovedì 13 Gennaio 2022, 09:00
3 Minuti di Lettura

Quando l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta ha iniziato a leggere la sua relazione sul Salva Napoli ai consiglieri comunali presenti in commissione bilancio presieduta da Walter Savarese della lista Manfredi sindaco, tutti hanno plaudito al lavoro svolto dall'ex sottosegretario al Mef. Cattivi pensieri sono arrivati quando Baretta ha spiegato chiaramente che Napoli deve fare la sua parte anche attraverso le leve fiscali: «Intendendo con ciò - spiega Bafetta - un possibile incremento addizionale Irpef, la istituzione di una tassa di imbarco aeroportuale, l'incremento della riscossione e l'adeguamento dei canoni di concessione e locazione. L'insieme di questi interventi deve contribuire al risanamento del bilancio per un valore pari ad almeno un quarto del contributo statale assegnato». Vale a dire che se non si centrano obiettivi concreti con la vendita e valorizzazione del patrimonio e sulla riscossione il conto del Comune non può pagarlo solo lo Stato. Di qui la sottolineatura su tasse aeroportuali e Irpef.

Video

Ne è scaturita una discussione serene ma anche a tratti severa. Con il capo dell'opposizione di centrodestra Catello Maresca che è intervenuto in maniera decisa: «Bene la presa di coscienza sull'operazione di maquillage finanziario fatto sul patrimonio ipervalutato, ma vorrei che nell'accordo con il Governo che si firmerà entro il 15 con il premier Mario Draghi al primo posto ci fosse il no all'aumento dell'Irpef e delle tasse, non deve essere una parte residuale dell'accordo. Non voglio che quel quarto di contributo che deve mettere il Comune sia preso dalle tasche dei napoletani». Critico Sergio D'Angelo della sinistra. «Ben venga il contributo - racconta - ma è inferiore ai tagli ricevuti dal Comune. E prima di mettere mano all'Irpef si rifletta bene anche alla luce della riforma fatta su questo tema dallo stesso Governo. E mi sembra anche un provvedimento vessatorio nei confronti dei fornitori che devono accontentarsi dopo anni di attesa di quello che il Comune può dare. Mi attendo valanghe di ricorsi». Per la lista Manfredi interviene Gennaro Esposito: «Il patto per Napoli che la legge di Bilancio 2022 impone di sottoscrivere col Governo, dovrà essere ben misurato, per non far pagare i debiti del Comune sempre gli stessi cittadini. Il ricorso all'incremento della addizionale Irpef comunale oltre i limiti di legge, infatti, dovrà essere in ogni modo evitato. Si pensi innanzitutto ad incassare i crediti appostati in bilancio, che il Comune vanta per circa 4 miliardi, cosiddetti residui attivi, iniziando a riscuotere le tasse e le sanzioni amministrative non pagate». Nino Simeone del gruppo Napoli libera espressione deluchiana del Consiglio comunale ammonisce: «Non mi sono mai piaciuti i libri dei sogni. Mi aspetto progetti seri. Nessuno mi venisse a parlare di cose del tipo autobus senza autista perché altrimenti i napoletani che attendono ancora per strada gli autobus o nelle stazioni i treni, ci vengono a prendere con la clava. Dura la reazione dell'ex assessora Alessandra Clemente: «Apprendiamo dalla relazione dell'assessore che dal Governo non arriveranno i fondi nemmeno per ripagare gli interessi maturati sul debito, in compenso si prevede un aumento dell'Irpef, una nuova tassa sul trasporto aeroportuale e il possibile aumento dei canoni di concessione e locazione.

Invece di una misura strutturale portano solo nuove tasse». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA