Pd ad alta tensione anche in Campania, Tartaglione avverte: «Niente primarie»

Pd ad alta tensione anche in Campania, Tartaglione avverte: «Niente primarie»
di Fulvio Scarlata
Giovedì 28 Giugno 2018, 10:14
3 Minuti di Lettura
Hanno scelto un hotel per accogliere gli oltre cento componenti della Direzione regionale: è quella la sede in cui il Pd campano proverà ad analizzare il voto, disastroso, delle amministrative e provare a interrogarsi su cosa fare. Perché è inutile chiedere le dimissioni dei gruppi dirigenti, stante il fatto che il segretario Assunta Tartaglione è già dimissionario. E perché a livello nazionale si va verso il congresso, il che significa congressi a ogni livello, dal provinciale al regionale, con un rimescolamento di posizioni e strategie.

«In direzione ci sarà l'analisi del voto che si fa negli organi deputati, non su facebook o con interviste sui giornali. Per il resto siamo tutti congelati»: il segretario regionale Assunta Tartaglione prova a riportare le tensioni nel Pd dopo il voto in un ambito di normalità. Lei si è dimessa da marzo, è in qualche modo «reggente» proprio come il segretario nazionale Maurizio Martina. Il congresso regionale è comunque fissato per il prossimo autunno, anche se l'avvio dell'iter del congresso nazionale inserisce l'appuntamento in un percorso «naturale». Prima però bisogna risolvere problemi di statuto «perché il segretario regionale si sceglie con primarie aperte a tutti gli iscritti - spiega Tartaglione - proprio come il segretario nazionale. E in questo momento l'unica cosa di cui non sentiamo bisogno è di primarie. Per questo si sta pensando di cambiare lo statuto e riservare l'elezione del segretario agli iscritti, ci vogliono però i tempi tecnici».
 
L'appuntamento di oggi è alle 17 e non dovrebbe riservare sorprese. Nonostante l'attesa, non ci sarà Vincenzo De Luca impegnato in incontri istituzionali in Lombardia. Difficile però che si assista a scontri frontali. «Questo appuntamento è molto depotenziato dal fatto che si sta andando al congresso nazionale - spiega Gianluca Daniele - con candidati come Zingaretti, Calenda e Richetti che rappresentano idee di partito e idee politiche molto diverse. Dobbiamo recuperare molti nostri che hanno votato 5 Stelle e si ritrovano alleati con la peggiore destra».

Ormai sembra superata l'idea di azzerare le classi dirigenti, perché ormai il Pd è ai minimi storici. Per cui si ritorna a pensare a questioni politiche. «Qualsiasi progetto, dal rifondare la sinistra a creare un ampio fronte repubblicano, non può che partire dal Pd» per Tommaso Ederoclite, uno dei più attivi a suscitare dibattiti su quei social network finora appannaggio esclusivo dei grillini che sembrano aver allentato la pressione su questo campo per non dover subire le critiche per le scelte governative di Salvini. «Per quanto in difficoltà - prosegue Ederoclite - l'asse della ricostruzione deve partire dal 18% delle politiche, tener conto di quei militanti e quelle persone che pur nelle difficoltà continuano a dimostrare di condividere idee, valori, cultura e visione del futuro». «Di fronte a questo disastro il tema non è più quello delle classi dirigenti ma della sinistra in se stessa - riprende Antonio Marciano, che annuncia l'arrivo il 4 luglio di Martina per inaugurare un circolo Pd a Secondigliano - In Italia come in Campania hanno più responsabilità quelli che hanno retto il Pd, tuttavia ormai il problema non è il ricambio dei gruppi dirigenti ma definire una linea politica diversa, che può essere quella di quanti vedono all'elettorato di Forza Italia o di chi vuole un centrosinistra fatto non di sigle ma di rapporto con ceti sociali che da tempo abbiamo abbandonato».

Il tema del tipo di partito, dopo l'intervista di Raffaele Topo che chiedeva agli elettori moderati forzisti di rompere con un'alleanza «passiva» con Lega e 5 Stelle e guardare a un'area riformista ampia, è molto discusso. D'altra parte c'è Marco Sarracino che accende il fuoco: «In direzione possiamo analizzare le sconfitte del 4 marzo e delle amministrative. Anche perché a livello locale uno dei principali artefici della vittoria del centrodestra è stato il ceto politico di Campania Libera», con un riferimento alla lista civica guidata da Tommaso Casillo, diretta emanazione di De Luca.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA