Pier Paolo Baretta assessore al bilancio: «Conti in rosso, subito segnali dal governo»

Pier Paolo Baretta assessore al bilancio: «Conti in rosso, subito segnali dal governo»
di Valerio Esca
Sabato 23 Ottobre 2021, 14:00 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 08:04
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Completo blu, sigaro toscano e accento veneto. Si presenta così quello che Manfredi ha definito il «ministro del Bilancio». In realtà Pier Paolo Baretta, ex sottosegretario all'Economia, l'uomo scelto dal sindaco per risolvere i problemi economici del Comune di Napoli, per il momento sarà il ministro del debito.

 

Palazzo San Giacomo ha un deficit di 2,3 miliardi, lei esclude completamente l'ipotesi del dissesto?
«Il sindaco è stato chiaro.

Noi consideriamo la scelta del dissesto una scelta non valida, non utile. I problemi ci sono tutti e quindi dobbiamo invertire la tendenza. Lo faremo attraverso provvedimenti che prenderemo qui, ma come è stato ribadito il compito principale è il lavoro con il Governo centrale che è già avviato da parte del sindaco e che io porterò avanti nei prossimi giorni. La situazione finanziaria del Comune è molto complessa, molto difficile. C'è una sproporzione tra le potenzialità positive della città e la situazione economica. Bisogna intervenire la tendenza per rovesciare questo gap. È impensabile che una città come Napoli, la terza città d'Italia e l'ottava città d'Europa, abbia una situazione così bloccante in relazione alla spesa, che ne impedisce il rilancio. Penso che risanamento, riorganizzazione e ripartenza siano le tre parole sulle quali lavorare».

Che strumento utilizzerete per invertire la rotta?
«Gli strumenti sono molti, ma ne abbiamo escluso uno, cioè il dissesto. Su tutti gli altri non possiamo decidere da soli, ma confrontarci con il ministero dell'Economia e con il Governo, per avere un quadro che regga alla prova dei cambiamenti sui quali intendiamo intervenire. Ci saranno strumenti interni, ma anche strumenti esterni, bisogna pensare a come poi la città reagirà e percepirà alcuni dei cambiamenti che intendiamo attuare».

È fiducioso rispetto all'interlocuzione con il Governo?
«Roma è fondamentale ed ha il dovere di tener conto di una città come Napoli. È una grande capitale europea. È interesse della nazione che Napoli riparta, che si rilanci e risolva i problemi che ha. Avverto che questa città sta uscendo da una sorta di bolla che si era creata precedentemente».

La candidatura di Manfredi si è basata tutta sul Patto per Napoli. Al momento non se n'è parlato durante la cabina di regia sulla manovra, teme che possano non arrivare queste risorse?
«Il Patto per Napoli è uno degli obiettivi ai quali lavora la maggioranza che governa la città e che alle urne ha ottenuto oltre il 60 per cento dei voti. L'appello che faccio lo rivolgo a tutte le forze politiche nazionali. La soluzione del problema Napoli non riguarda Napoli e basta, ma l'Italia e anche una dimensione europea».

Il governo sta varando la manovra e dunque di tempo ce n'è poco. Ha già in programma incontri nella Capitale?
«Il primo tempo, che non sarà l'unico, è quello che il sindaco ha indicato. Adesso si apre la sessione di bilancio nazionale. Dobbiamo fare uno sforzo tutti noi affinché ci sia una prima risposta entro dicembre».

Il suo da molti è considerato un impegno a tempo, ha già parlato di questo con il sindaco?
«Il mio compito è quello di dare un contributo per risolvere le questioni economico-finanziare del Comune: mi è stato chiesto di calarmi in questa realtà e mi sembrava doveroso dire sì di fronte ad una sfida che coinvolge una città intera. Sono onorato di essere qui. Anzi ci tengo a ringraziare il sindaco Manfredi, della fiducia manifestatami: questa scelta rappresenta, per me, un impegno di grande responsabilità, che svolgerò con l'entusiasmo che deriva dalla sfida che ci attende».

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