Mia Filippone vicesindaco di Napoli: «Da preside mi batterò per le prof precarie e per i giovani senza lavoro»

Mia Filippone vicesindaco di Napoli: «Da preside mi batterò per le prof precarie e per i giovani senza lavoro»
di Valerio Esca
Sabato 23 Ottobre 2021, 14:00 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 08:04
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Maria Filippone, conosciuta da tutti come Mia, ex docente di latino e greco ed ex dirigente scolastico dei licei Genovesi e Sannazaro è il nuovo vicesindaco di Napoli, con delega all'Istruzione e alla Famiglia. 

 

Chi è Mia Filippone?
«Sono una donna di scuola e mi onoro di esserlo. Ho trascorso 44 anni all'interno degli istituti scolastici e due anni fa sono andata in pensione. Ma continuerò ad occuparmene da vicesindaco e assessore all'Istruzione. Sono stata preside del Genovesi e del Sannazaro, ma c'è una scuola che mi è rimasta nel cuore. Un'esperienza unica dal punto di vista umano, oltre che professionale: la Marie Curie di Ponticelli».

Ci ha tenuto a parlare della sua esperienza in una scuola della periferia est di Napoli, dove è in corso una faida di camorra. Quanto è importante investire sulla formazione dei giovani in certi territori?
«Bisogna recuperare quei ragazzi.

Questo è stato lo spot della mia vita. Però bisogna essere consapevoli che le periferie non esistono soltanto nei perimetri esterni della città, ma anche nei centri storici. Napoli è una città complessa e la sfida educativa deve essere al primo posto della nostra agenda di governo cittadino. Dobbiamo includere e dare a tutti le stesse opportunità. So che è una strada difficilissima da perseguire, ma questa deve essere la nostra battaglia. Il risultato finale non dipenderà soltanto dalla scuola e dal Comune, ma dalla struttura sociale che c'è intorno. Serve un investimento serio a supporto, oltre che al sostegno alle politiche sociali da parte del Governo. I Comuni sono il terminale del sistema e la scuola deve essere il centro delle politiche per il futuro dei giovani».

Come mai hai deciso di lanciarsi in questa sfida dopo una vita trascorsa a scuola tra i ragazzi?
«Gaetano è un docente ed è stato rettore del più grande e antico Ateneo del Mezzogiorno. Durante il suo mandato ha sempre prediletto una relazione operativa con tutto il sistema della città. Io l'ho incrociato in quel percorso. Lui è stato promotore di una iniziativa straordinaria che si chiama F2Scuola, in cui ha messo insieme dipartimenti e scuola per lavorare su un obiettivo grande, importantissimo, quello di aiutare gli studenti a trovare il loro orientamento di vita e dunque lavoro».

Come l'ha convinta il sindaco?
«Fino a ieri sono stata una sua sostenitrice, una cittadina comune. Manfredi non me lo ha chiesto, me lo ha detto: Tu sarai vicesindaco lo sto per comunicare, non dire niente a nessuno. È successo tutto all'improvviso, ma Gaetano ci pensava da tempo. Non lascia nulla al caso».

Si è appena insediata, ma andiamo a toccare con mano i problemi: come si combatte il precariato atavico delle maestre del Comune di Napoli?
«Bisogna prendere d'urgenza delle iniziative, penso che sia indispensabile, non c'è tempo da perdere. C'è la necessità di assumere, non ci sono alternative. Questo problema non lo vive soltanto il Comune di Napoli, ma molte delle grandi città italiane. A Napoli forse è più evidente perché ci sono situazioni incancrenite nel tempo. Bisogna porre fine al precariato».

Il Mattino ha scritto pochi giorni fa della problematica relativa alla mancanza di maestre di sostegno. I bambini disabili in asili e materne comunali resteranno senza insegnanti, cosa pensa di fare?
«Questo è un problema serissimo che riguarda tutto il sistema dell'istruzione: dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Ci vogliono assunzioni, bisogna fare concorsi, rimpolpare il numero esiguo di personale. Voglio ricordare che dal 2008 nella pubblica amministrazione non c'è stato un ricambio a tutti i livelli. Se va via la gente bisogna investire. La scuola è istruzione, non è una spesa ma una risorsa».

Dalla scuola alla politica, cosa cambierà per lei?
«Si fa politica in tanti modi e credo che per me cambierà poco. Non ci vedo grande differenza tra quello che ho fatto fino a due anni fa e quello che farò qui al Comune».

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