Regionali Campania 2020, scontro sui candidati: torna il massone Peluso, Sica dalla Lega a Renzi

Regionali Campania 2020, scontro sui candidati: torna il massone Peluso, Sica dalla Lega a Renzi
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 19 Agosto 2020, 00:00 - Ultimo agg. 10:48
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Leader carismatici, simboli di partito, liste civiche, ma alla fine quando si corre in elezioni locali come quelle Regionali a fare la differenza il più delle volte sono i singoli candidati, quei cosiddetti «portavoti» in grado di determinare il successo o il crollo di una lista. Tra cambi di casacca, profili con curriculum originali provenienti da ogni tipo di settore e gli ormai soliti «impresentabili» - copyright Rosy Bindi - con inchieste e sentenze passate in giudicato, ogni lista ha cercato di presentare nomi di grido. Il countdown è ormai cominciato e sabato si conosceranno ufficialmente tutti i volti in campo. 

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Tra i folgorati sulla via di De Luca e personaggi discussi, assai variegata è l’offerta di liste a sostegno del governatore. In campo con «lo sceriffo» ci sarà Più Europa. A comporre la lista a Napoli saranno tra gli altri l’avvocato penalista Carolina Persico e il consigliere comunale di Napoli Fulvio Frezza, poi l’imprenditore palmese Enzo Peluso. La storia di Peluso è a suo modo originale, presidente del partito Lir, è un massone «in sonno» del Grande Oriente d’Italia. Fece discutere, alle scorse elezioni a Napoli, la sua presentazione (immancabilmente all’Hotel Oriente) al fianco di Luigi de Magistris che per anni, da magistrato, aveva avversato la massoneria. Dopo la scoperta del Mattino, Peluso optò per il passo indietro e il sindaco ne prese le distanze, ora il palmese ci prova con De Luca. Nel Pd tanti nomi di grido della politica campana a cominciare da Mario Casillo, ma soprattutto Massimiliano Manfredi, fratello del ministro dell’Università e della Ricerca. Nel novero delle liste a sostegno del governatore ci sarà Fare Democratico di Giosy Romano, ma fanno discutere soprattutto i tanti cambi di casacca dal centrodestra al centrosinistra. Campania Libera ne è un esempio dal momento che può annoverare l’ex leghista, Gabriele Piatto, come pure l’ex forzista - un tempo vicina ai Cesaro - Flora Beneduce. Nulla, in questo senso, si è fatta mancare Italia Viva di Renzi, che all’ultimo momento è riuscita a imbarcare su Salerno il leghista pentito, ex sindaco di Pontecagnano, Ernesto Sica, celebre per lo scandalo del dossier contro Caldoro. Sempre con Renzi c’è, stavolta a Caserta, un altro fedelissimo di Cesaro e company, come Pietro Smarrazzo.

Con la lista “De Luca presidente”, invece, in campo il commercialista Tony De Laurentiis, fratello di Michelino, direttore dell’Oncologia medica senologica del Pascale.
 


Patria della musica, a Napoli, non potevano mancare cantanti e musicisti. Con Potere al Popolo correrà ad esempio Gennaro Tesone, batterista e fondatore degli Almamegretta. Mentre con la casacca del Movimento 5 Stelle ci riproverà, dopo vari tentativi a vuoto alle elezioni politiche ed europee, Lucariello, al secolo Luca Caiazzo, rapper partenopeo autore della sigla della serie tv Gomorra «Nuje vulimme na speranza». Esperienze calcistiche le portano invece in campo Forza Italia e lo stesso M5s. Vicinissima la candidatura con Fi di Gennaro Montuori, da tutti conosciuto come Palummella da ex capo ultrà della curva B del Napoli, mentre i 5 Stelle presentano il puteolano Mario Stefanelli, anche lui negli ultimi anni protagonista al San Paolo e spesso inquadrato dalle telecamere di Sky di fianco a mister Gattuso perché lavora come video-assistente tecnico degli arbitri al Var quando si verificano episodi dubbi in area di rigore. 

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Dopo molti addii verso altri lidi, anche Forza Italia è riuscita a fare un po’ di calciomercato: metterà in lista l’ex Fdi, Luciano Passariello, mentre come capolista - dopo una lunga e vana ricerca di un candidato di grido della società civile - il partito di Berlusconi dovrebbe affidare i galloni di capitano ad Ermanno Russo. Per Fi è stata superata in extremis la grana di Annarita Patriarca, fedelissima di Fulvio Martusciello, messa nel mirino del fuoco amico per essere l’ex moglie di un condannato per rapporti con il clan dei Casalesi. Con Caldoro torna in lista anche Raffaele Cardamuro, storico leader dei movimenti contro gli abbattimenti delle case abusive. Mentre non ci sarà Armando Cesaro dopo gli strali piovuti su di lui da parte di Matteo Salvini in seguito alle vicissitudini giudiziarie di Cesaro senior. Il Carroccio farà affidamento soprattutto sui nuovi ingressi - da Fi - di Severino Nappi e Gianpiero Zinzi, chiudono il cerchio l’ex rettore di Salerno Aurelio Tommasetti e i sindaci di Sorrento e Positano, Michele De Lucia e Giuseppe Cuomo. Problemi giudiziari anche in casa Fdi con Marco Nonno, condannato a otto anni per devastazione ai tempi delle proteste di Pianura per l’emergenza rifiuti. Con Fdi pure Enzo Rivellini, memorabile quando era al Parlamento europeo il suo intervento declamato interamente in lingua napoletana. A Benevento tenta la prova della vita Clemente Mastella dopo essersi lasciato in malo modo con Forza Italia. Il capolista dell’ex guardasigilli a Napoli sarà il professore Luigi Santini, ex demitiano. In Irpinia ci sarà - dopo aver a lungo flirtato con la Lega - Sabino Basso, ma nelle liste in appoggio a De Luca di Campania Libera. Sgarbo per Caldoro il passaggio del suo ex fedelissimo, Carmine Mocerino, che ora andrà nelle liste del suo competitor, ma l’ex governatore potrà fare affidamento sul ras delle preferenze di Giugliano, Luigi Guarino

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