Urbanistica, l'ira dei prof ambientalisti: «No alla nuova legge della Regione Campania»

Urbanistica, l'ira dei prof ambientalisti: «No alla nuova legge della Regione Campania»
di Carlo Porcaro
Lunedì 6 Luglio 2020, 08:00
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La nuova legge regionale sull'urbanistica, che oggi approda nella quarta commissione consiliare e presto dovrà essere approvata in Aula prima che finisca la legislatura, non convince numerosi urbanisti, giuristi e ambientalisti. Il fautore del testo, l'assessore regionale Bruno Discepolo, ha ricordato l'inerzia dei Comuni nell'adottare i Piani urbanistici come motivo principale per la riforma del settore. Però questa lacuna - secondo i vari Vezio De Lucia, Franco Barbagallo, Alessandro Dal Piaz, Aldo De Chiara e Massimo Villone - non ne giustifica il superamento. Alla lentezza dei processi di pianificazione il disegno di legge regionale «risponde con il ricorso alla deroga, in attesa del piano a venire e in difformità da quello esistente - evidenziano i firmatari del documento contrario alla nuova norma - il che significa che di fatto la pianificazione è vanificata per i prossimi decenni. La scelta adottata ricorda l'approccio alla questione giudiziaria ai tempi della legge Cirielli: i processi erano troppo lunghi, ma invece di organizzare e semplificare le procedure si tagliavano i tempi di prescrizione, con un ben orientato strabismo. Anche qui, invece di rendere efficace il processo di pianificazione e di tagliare qualche anello della catena si è trovato il modo di rendere il piano meno indispensabile».
 


Vengono individuati alcuni rischi: «Si potrà derogare ampiamente al piano preesistente, soddisfatti delle trasformazioni possibili nella città consolidata e nella città di margine in nome della rigenerazione urbana e della riedificazione premiata degli edifici realizzati negli ultimi 60 anni nelle stesse aree storiche e agricole». Secondo Discepolo, che spinge per il via libera al testo considerato «qualificante» dell'azione di governo di De Luca, la prospettiva è la rigenerazione urbana soprattutto per gestire la fase post-Covid. In quanto al contenimento del consumo di suolo per il contrasto ai cambiamenti climatici vale a dire l'emergenza di cui ogni Istituzione deve farsi carico, «si contrappongono norme ambigue, come l'ammissibilità dei nuovi insediamenti quando sia dimostrata l'impossibilità di riutilizzo e riorganizzazione degli insediamenti esistenti, la limitazione delle nuove costruzioni imposta nelle sole parti del territorio rurale di alto e medio valore e il loro divieto nelle sole parti di particolare valore», scrivono Immacolata Apreda, Massimiliano Bencardino, Emma Buondonno, Elena Camerlingo, Giuseppe Carpentieri, Giancarlo Cosenza, Piero Craveri, Alessio De Dominicis, De Nardo, Raffaella Di Leo, Giovanni Dispoto, Riccardo Festa, Roberto Giannì, Guido Grosso, Carlo Iannello, Eugenio Ienco, Mariateresa Imparato di Legambiente Campania, Gianpaolo Lambiase, Paolo Maddalena, Massimo Maresca di Italia Nostra Campania, Giulio Pane, Fulco Pratesi e Anna Savarese.

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