Rifiuti, è subito caos raccolta:
i camion di Napoli a Benevento

Rifiuti, è subito caos raccolta: i camion di Napoli a Benevento
di Daniela De Crescenzo
Martedì 10 Settembre 2019, 12:00
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Stop al termovalorizzatore di Acerra: da ieri è aperto il sito di stoccaggio di Casalduni, mentre ci vorrà ancora un po' di tempo per inaugurare quello, contestassimo, di Caivano. «Entrambi sono necessari - spiega Gabriele Gargano, amministratore unico della Sapna, la società partecipata della Città Metropolitana addetta allo smaltimento dei rifiuti - al più presto attueremo le prescrizioni di Asl e Arpac per poter utilizzare il sito». Ma la strada, almeno per il momento, sembra in salita.
 
Ieri mattina alla Pontin (l'azienda dove dovrebbero essere conservati i rifiuti fino alla riapertura dell'inceneritore prevista per il 12 ottobre), si sono riuniti i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, il reggente delle guardie ambientali del distretto, i dirigenti del consorzio Asi e il direttore dello stabilimento. E sempre dalla Pontin sono stati rispediti indietro gli operai della Sapna «perché - spiega Nino Navas, vicepresidente del consorzio Asi - Di Gennaro, proprietario delle aree da trasformare in sito di stoccaggio, non aveva ancora ricevuto l'ordinanza firmata da de Magistris».

Il consorzio - nella sua battaglia assistito dall'avvocato Denis Scaramuzzino - sottolinea invece che nella relazione del 7 settembre di Arpac e Asl per dare il via al sito, sono previste ulteriori prescrizioni rispetto a quelle già programmate: in particolare è stato ritenuto indispensabile un presidio di vigili urbani e la netta separazione tra l'area di stoccaggio - che sarà allestita dalla Sapna - e quella della Pontin che provvede al trasporto e alla vendita del materiale proveniente dalla raccolta differenziata. Non solo: è stato autorizzato lo stoccaggio di 12mila e cinquecento tonnellate di rifiuti imballati, il piano approvato dalla conferenza di servizi ne prevedeva 15mila, e ancora non è chiaro che fine faranno le 2mila e 500 tonnellate da sistemare. La battaglia di Caivano si è spostata sul terreno legale dove gli imprenditori hanno schierato tecnici e legali. A Casalduni, dove si lavora in un sito di proprietà pubblica, le prime balle sono già arrivate. Il lieve slittamento ha creato qualche difficoltà alle società di raccolta, e problemi potrebbero esserci anche oggi quando nell'impianto di Caivano si dovrebbero lavorare ben 1300 tonnellate, 300 in più del giorno precedente.

Per il momento, però, si tratta di difficoltà ordinarie: il fragile ciclo dei rifiuti campani viaggia sempre in bilico vista la mancanza di impianti sufficienti a smaltire la produzione complessiva della spazzatura. Spiega Francesco Iacotucci, amministratore unico di Asìa, l'azienda municipalizzata che si occupa della raccolta di rifiuti a Napoli: «C'è stato qualche ritardo per l'entrata in funzione dei siti di stoccaggio e sulla raccolta nel weekend abbiamo avuto qualche ripercussione. Adesso che il piano andrà a regime contiamo di tornare alla piena normalità. Da oggi (ieri per chi legge, ndr) sono partiti i primi camion che vanno a Casalduni e contiamo che questo vada avanti». L'accordo prevede che nelle piazzole del tritovagliatore beneventano debbano andare complessivamente 12mila e 500 tonnellate di frazione secca tritovagliata che non potranno essere bruciate ad Acerra. «I siti - dice Iacotucci commentando i ritardi su Caivano - sono tutti importanti in questo momento, il piano funziona se tutto funziona, quindi i siti stoccaggio e i trasferimenti via mare e via terra. Tutto va avanti se ognuno fa la propria parte, ogni pezzettino si deve incasellare e deve andare bene. C'è una task force che lavora su questo e intanto noi continuiamo a fare il nostro mestiere che è di raccogliere e conferire agli impianti, soprattutto sulla parte indifferenziata».

E anche i cittadini devono fare la propria parte: per il periodo di stop del termovalorizzatore, Iacotucci ha lanciato un appello: «Chiediamo di avere attenzione massima - ha detto - alla raccolta differenziata, sia per la parte secca e soprattutto sulla qualità dell'organico. Auspico anche un utilizzo sempre maggiore delle isole ecologiche, che sono il luogo dove depositare gli ingombranti secondo un calendario fittissimo da reperire sul sito di Asìa».
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