Sanità, blitz M5S anti-De Luca:
verso un nuovo commissario

Sanità, blitz M5S anti-De Luca: verso un nuovo commissario
di ​Ettore Mautone
Venerdì 23 Novembre 2018, 22:37 - Ultimo agg. 24 Novembre, 08:13
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Sciopero dei medici: adesioni massicce ieri, in Campania, alla vertenza nazionale dei camici bianchi. Mobilitazione che, su scala locale, è stata segnata prima dal sit-in dei sindacali della dirigenza sanitaria sotto Palazzo Santa Lucia e poi dalla schiarita nell’incontro in sala giunta concesso dal presidente Vincenzo De Luca. Un cielo tendente al sereno subito oscurato dalle dense nubi all’orizzonte provenienti da Roma. Mentre a Napoli si concludeva con una stretta di mano la riunione con i sindacati medici, nella Capitale, in commissione Finanze al Senato, nel disegno di legge sul fisco veniva infatti approvato un emendamento che potrebbe dare lo stop al doppio ruolo dei governatori-commissari per la Sanità nelle Regioni, come la Campania, in piano di rientro.
DOPPIO RUOLO
Se da un lato, dunque, De Luca ha incassato la soddisfazione dei sindacati - per aver assicurato che entro il 7 dicembre darà seguito a tutte le prescrizioni del ministero sul Piano ospedaliero (sia quelle relative all’assetto delle rete dei pronto soccorso, sia dei punti nascita) per consentire la sua rapida approvazione e dare ai manager delle Asl la possibilità di proseguire nella stabilizzazione dei precari incassando anche, entro il 31 dicembre, le risorse nazionali per l’edilizia sanitaria (circa 1,2 miliardi da liberare in tranche) - dall’altro la road map tracciata dal presidente della giunta rischia di infrangersi sullo scoglio del cambio di guardia, annunciato dal Governo, in seno alla struttura commissariale. In piena campagna elettorale per le Europee De Luca potrebbe essere costretto infatti a consegnare il testimone della Sanità al prossimo delegato di governo su cui già impazza il totonomi. «È tempo di mettere fine al doppio ruolo governatore-commissario voluto dal Pd che permetteva ai presidenti delle Regioni, in pieno conflitto di interessi, di essere chiamati a riparare ai disastri da loro stessi prodotti dal punto di vista politico» dichiara Giuseppe Buompane, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, che richiama anche la vicenda delle formiche al San Giovanni Bosco. «La parola ora passa all’Aula e speriamo che questa importante modifica venga confermata» conclude la senatrice del Movimento 5 Stelle e capogruppo in Commissione Igiene e Sanità Maria Domenica Castellone. 
I SINDACATI
Soddisfatti invece i sindacati per «l’apertura dimostrata dal governatore». A De Luca hanno chiesto un impegno forte sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni per il rinnovo del contratto nazionale, fermo da nove anni; la forzatura sullo sblocco delle assunzioni (vincolate alla dotazione del 2004) per compensare le emorragie di camici bianchi ove passasse la quota 100; infine un forte intervento sui precari in scadenza il 31 dicembre 2018 e che rischiano di andare a casa se non viene messo in moto il processo di stabilizzazione ancorato al Piano ospedaliero. «Se ciò avvenisse il Servizio sanitario regionale collasserebbe - avverte Lino Pierpaolo della Cisl Medici - considerando le difficoltà soprattutto in alcuni ospedali di frontiera». «Il Piano ospedaliero non può rallentare di nuovo la sua corsa - aggiunge Vincenzo Bencivenga, segretario regionale dell’Anaao - ci sono 12 pronto soccorso di media complessità da programmare e molti piccoli ospedali da chiudere che incontreranno la resistenza delle amministrazioni locali. Chiediamo al Governo nazionale di lavorare al fianco della Regione per lo sblocco dei contratti e garantire le assunzioni che servono in Campania dopo anni di sacrifici». Il responsabile provinciale della Cimo Ermanno Scognamiglio focalizza le ragioni dello sciopero: «È stato un successo, si è capito che le nostre motivazioni vanno ben oltre la rivendicazione contrattuale ma riguardano la funzionalità del nostro sistema sanitario nazionale al suo quarantesimo compleanno ma al collasso per insufficienti finanziamenti e gravi carenze di medici che mettono a repentaglio la qualità dell’assistenza. Incassiamo con grande soddisfazione le aperture al dialogo del ministro Grillo ed il sostegno assicurato dal presidente De Luca perché è tra l’azione combinata di Governo e Regioni che si risolve questa difficile vertenza». Giuseppe Galano , leader regionale degli anestesisti, è sulla stessa linea ma punta sulle gravi carenze degli organici del 118 e dei pronto soccorso alla luce delle reti tempo dipendenti da far decollare per il trauma e l’ictus. «Nodi - dice Galano - che ora vanno affrontati con concretezza». Più articolata la posizione della Cgil medici, che in un documento ha ricostruito le difficoltà in cui è ripiombato il pronto soccorso del Cardarelli per le defezioni di una quindicina di unità specialistiche andate altrove per concorsi e trasferimenti.
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