Ieri nel corso dell'assemblea pubblica che ha riunito il mondo della scuola pubblica alla Stazione Marittima di Napoli il presidente della Campania Vincenzo De Luca aveva promesso di impugnare la decisione del governo sul dimensionamento della scuola davanti alla Consulta.
E puntuale oggi è arrivata la delibera a procedere della Giunta Regionale dinanzi alla Corte Costituzionale delle disposizioni di cui alla Legge 28/12/2022 n.197, appunto sul dimensionamento scolastico.
«Siamo i primi a farlo - ha sottolineato il governatore campano - speriamo che altre regioni del Mezzogiorno ci seguano».
Nella Legge di Bilancio, infatti, è prevista una norma sul dimensionamento scolastico con un taglio calcolato di sedi e organico che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025.
Le fusioni sono concentrate nel Mezzogiorno, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna, a causa del calo demografico e di una situazione preesistente più complessa. Secondo alcune stime, tra le Regioni più penalizzate ci sarebbe proprio la Campania con oltre 140 fusioni, tagli di personale e di dirigenti scolastici.
«C'è materia - dice De Luca - per fare una battaglia seria, contro la demagogia e contro il tentativo di dividere l'Italia in due anche sulla scuola e soprattutto di avvicinarci a un modello scolastico che apre le porte alla privatizzazione anche della scuola. Noi siamo qui - conclude il presidente - per difendere la scuola pubblica come servizio di civiltà, la dignità professionale ed economica del mondo della scuola, e per avvicinare la scuola al mondo produttivo, facendo scelte semplificate ed efficaci».
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