Sanità e migranti, De Luca contro il governo

«Non c'è un euro, rischiamo di non poter tenere aperti i pronto soccorso nei prossimi mesi»

Vincenzo De Luca tra gli allievi del percorso di Istruzione e formazione professionale
Vincenzo De Luca tra gli allievi del percorso di Istruzione e formazione professionale
di Valerio Esca
Venerdì 10 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 11 Marzo, 08:55
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Vincenzo De Luca contro tutti. Ieri il governatore ha imbracciato il «lanciafiamme» tante volte evocato scagliandosi contro l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Dalla sanità alla questione migranti, dall'autonomia al lavoro: non ha risparmiato nessuno. E si dice pronto a «combattere e a creare un movimento di opinione per svegliare il governo». Una delle priorità resta quella della sanità campana: «Non c'è un euro e non c'è un medico in più per la sanità pubblica nel nostro Paese - ha esordito De Luca - Ho letto che anche il ministro della Salute dice finalmente che occorrerebbero 4 miliardi di euro per dare respiro alla sanità pubblica del nostro Paese, che ha gli stanziamenti più bassi. È una situazione drammatica». E lancia l'allarme: «Rischiamo davvero di non poter tenere aperti i pronto soccorso nei prossimi mesi».

Secondo De Luca, con i fondi stanziati nella recente Finanziaria «si riuscirà nella sanità a coprire a malapena gli extracosti dovuti alla crisi energetica».

E si dice pronto «ad un corpo a corpo con il Mef e con il ministero della Salute». Poi il presidente campano volta pagina e commenta il Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri a Cutro, dopo il naufragio che ha causato la morte di oltre 70 migranti. «Questa riunione arriva con grande ritardo ha tuonato De Luca -. Il tema è maledettamente complicato e non si presta a banalizzazioni o guerre ideologiche. Quello che è successo 12 giorni fa è veramente drammatico ed è inaccettabile». Rivolgendosi al premier chiarisce: «Mi auguro che l'onorevole Meloni dica parole di grande onestà intellettuale e dica innanzitutto quello che ha raccontato per anni, che il problema dei migranti si sarebbe risolto con il blocco navale, era un'idea totalmente demagogica e irrealizzabile. E siccome in campagna elettorale si è presentata dicendosono Giorgia, sono una mamma, sono cattolica, che lo spirito cristiano sia fatto valere anche quando ci sono decine di bambini che muoiono in mare». De Luca sta creando un solco tra Regione e governo mettendo continuamente in risalto le distanze che corrono con l'esecutivo su alcuni temi: come quello dell'autonomia. Ha ribadito anche ieri il suo niet ricordando come «nella riunione a Napoli, il ministro Calderoli avesse accettato alcune proposte della Campania». Quali? La prima era definire i Lep; la seconda affidare l'individuazione e la definizione dei Lep non al governo, ma a una commissione terza proponendo l'Ufficio parlamentare di bilancio della Camera; la terza era proporre il blocco del residuo fiscale al Nord. «Su questo Calderoli aveva dato una disponibilità ha evidenziato De Luca - dopodiché nella bozza queste nostre richieste non ci sono».

Sui fondi europei il governatore è una furia: «Il governo sta mettendo in atto una manovra di vera e propria delinquenza politica. Stanno bloccando i fondi di sviluppo e coesione, 30 miliardi di euro, per spalmarli sul piano nazionale. È incredibile, siamo alla follia e su questo ovviamente apriremo una guerra termonucleare». Il presidente ha raccontato di una riunione di una settimana fa con le Regioni, alla quale hanno partecipato il ministro Calderoli e il ministro Fitto: «Fitto ha detto: vorremmo utilizzare i fondi Fsc per integrare alcuni progetti del Pnrr. Siamo alla follia, perché addirittura è anti costituzionale». 

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Ieri mattina intanto, una rappresentanza di allievi del percorso di Istruzione e formazione professionale (IeFp), dove si stanno formando come operatori ai servizi di promozione ed accoglienza turistica, sono stati ricevuti da De Luca e dall'assessore alla Formazione Armida Filippelli. Accompagnati da Anna Malinconico, direttrice dell'associazione Apeiron, tre allievi: Ervis arrivato dall'Albania nel 2021 per trovare lavoro e aiutare la famiglia -, Asharaf - di origine marocchina, con la madre scampata a violenze familiari e Sadakh proveniente dalla Somalia e una storia di violenze atroci hanno letto un elogio alla Costituzione italiana e raccontato le loro storie. La più toccante è senz'altro quella di Sadakh, il suo viaggio per l'Italia è iniziato nel 2019. Ha attraversato l'inferno per oltre due anni. Dal Sudan alla Libia, dove è stato fatto prigioniero insieme a donne e bambini. Per due anni non ha mai visto la luce del giorno e veniva picchiato e torturato perché la famiglia mandasse soldi a chi lo teneva prigioniero. 

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