«Il tempo sospeso di Ischia Ponte» narrato nelle opere grafiche di Pasquale Mazzella
di Ciro Cenatiempo
Martedì 10 Dicembre 2019, 15:18
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Ci sono scene di dettaglio di un sagrato, abitato da poche anime, dove il sacro è solo «annunciato» da un lampione ancora spento, e proietta la percezione in una dimensione metafisica, in attesa di una prossima illuminazione, in tutti i sensi. Poi, la visione insolita e aerea del Castello Aragonese, l’insula minor degli antichi abitanti di Aenaria. E, ancora, una serie di secchi vuoti in primo piano, sistemati sotto la fontanina pubblica, preparati per essere - prima o poi - riempiti con la «miracolosa» acqua di Napoli. In questi frammenti c’è la consapevolezza che le atmosfere del borgo di Ischia Ponte sono legate al «tempo sospeso» della memoria collettiva e della storia. È la traccia dei lavori grafici dell’architetto Pasquale Mazzella, in mostra fino al 6 gennaio, dalle ore 17 alle 21, negli spazi del vecchio carcere mandamentale del Molino a Ischia, nell’ambito delle iniziative natalizie promosse dal Comune. In ventisei tavole realizzate di recente (sono in doppio formato: 30x45 e 50x70), attraverso lo sviluppo di disegni a china, pastelli e pennarelli, Mazzella intreccia una narrazione originale e autobiografica tra i luoghi dell’infanzia e dell’età adulta, passando dalle evocazioni di botteghe artigiane, alle icone dei giochi di gruppo; dalla «motocarrozzella» adibita a taxi, al mitico cinema «per tutti» e alla nave di legno, che custodiscono i segreti identitari di una comunità: le mutazioni indotte dal turismo le hanno scalfite ma non contaminate del tutto. Almeno non ancora. Il percorso espositivo si dipana come i fotogrammi di un cortometraggio, impreziositi da un tributo all’espressionismo tedesco e, più in generale, dalla convincente abilità di rielaborare i percorsi dell’arte contemporanea con un guizzo «vintage» appena accennato e seducente.
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