Vittorio Parascandola con “Vèfio”: un guida al dialetto procidano e alle tradizioni dell'isola

Vittorio Parascandola con “Vèfio”: un guida al dialetto procidano e alle tradizioni dell'isola
Lunedì 30 Maggio 2022, 13:19
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È alla sua terza edizione “Il dizionario dal dialetto procidano all’italiano per comprendere lingua, costumi e tradizioni dell’isola” scritto da di Vittorio Parascandola.

Solo ascoltando e comprendendo i suoni, le vibrazioni, il significato delle parole della lingua di un popolo, potranno esserne appresi anche i costumi e tradizioni, la sua storia. Il dialetto ha una sua validità, un suo significato insostituibile, un suo fascino e in "Vèfio” trova un dizionario dal procidano all’italiano per rendere lo specchio della cultura di un gruppo etnico, l’immagine del suo vivere la vita di tutti i giorni e del suo divenire nel tempo, la testimonianza degli eventi storici che l’hanno interessato. Arrivato alla sua terza edizione per Fioranna, casa editrice napoletana, la si può definire come un’opera fondamentale per capire lingua, costumi, tradizioni, storia dell’isola Capitale della Cultura 2022.

Ed è così che mentre il mondo globalizzato spinge attraverso i mezzi di informazione, i facilitati rapporti umani fuori dall’ambito del campanile e l’istruzione di massa verso la formazione di un idioma nazionale pianificato, ecco un volume che cerca di rafforzare le radici, grazie anche ad una fioritura di studi e un rinnovato interesse per il parlare dialettale. Intitolando “Vèfio”, che in dialetto procidano significa “il muretto di terrazzi e loggiati” dal quale ci si sporge, questo glossario, implicitamente sembra che Parascandola abbia voluto proprio indicare ciò al quale ci si può con fiducia appoggiare per sporgersi appunto incontro al vario e incantevole paesaggio, alla selva di gente e di cose che via via si può andare rintracciando e individuando nella storia e nel folclore procidano.

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La prefazione del volume, firmata dal sindaco di Procida Raimondo Ambrosino e dal delegato alla cultura del comune isolano Michele Assante del Leccese, recita così: «Sul significato di “dialetto” si sono pronunciati diversi linguisti nel corso degli anni. A noi, delle tante interpretazioni che sono state date, piace molto la frase che recita: “Una lingua è un dialetto con un esercito e una marina”. Essa indica come il dialetto, a differenza della lingua ufficiale, non dipende tanto dalla fonetica, dalla grammatica e dalle altre regole che lo gestiscono ma ha uno stretto legame con la comunità che lo parla e con la sua capacità di esprimere un obiettivo identitario.

Non essendoci nulla di più importante dell’identità di un popolo, risulta così necessaria la conservazione del proprio dialetto: preservare il proprio vernacolo vuol dire conservare la propria anima, ciò che caratterizza un popolo».

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