​Coronavirus, Soroptimist: donne e famiglie in difficoltà, modificare codice crisi

Coronavirus, Soroptimist: donne e famiglie in difficoltà, modificare codice crisi
Giovedì 21 Maggio 2020, 12:43
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Anticipare l’entrata in vigore di due norme del Codice della Crisi d’impresa, inizialmente prevista ad agosto 2020 e poi rinviata con il decreto Liquidità a settembre 2021, per consentire di gestire al meglio la difficile situazione economica e finanziaria, accentuata dal Coronavirus, di numerose donne e famiglie già indebitate.

E’ la proposta che il Soroptimist International d’Italia, l’associazione di donne di elevata qualificazione professionale impegnate nel sostegno all’avanzamento della condizione femminile nella società e nel mondo del lavoro, presieduta da Mariolina Coppola, intende sottoporre alle Commissioni competenti di Camera e Senato.

“L’entrata in vigore non differita dell’art. 66 del codice della crisi sulla procedura semplificata di sovraindebitamento della famiglia - spiega l’avvocato Silvia Zenati, coordinatrice del progetto di rete professionale del Soroptimist - consentirebbe la presentazione di un’unica richiesta quando i componenti il nucleo familiare sono conviventi o quando il sovraindebitamento ha un’origine comune. E’ una norma particolarmente importante qualora il debitore sia una donna, potendosi così gestire una sistemazione di indebitamento non più singola bensì allargata al nucleo familiare, che molto spesso contrae debiti con società finanziarie per l’acquisto di autovetture, apparecchi elettronici e mobili”.

“L’altra norma è relativa all’entrata in vigore dell’art.283 in tema di esdebitazione del soggetto incapiente che consentirebbe la liberazione integrale dai debiti nel caso in cui il debitore persona fisica non sia in grado di offrire ai creditori alcuna utilità, superando il requisito, attualmente esistente, del soddisfacimento almeno parziale dei creditori - aggiunge Zenati - Questa disposizione sarebbe utile per risolvere alla radice quelle situazioni di sovraindebitamento per debiti bancari o esattoriali al quale il soggetto privo di proprietà personali e di qualsivoglia fonte di reddito non sarà mai in grado di fare fronte, a meno di rinunciare a dare sostentamento alla sua famiglia, così risolvendo un problema sociale, e dando una seconda chance di rientro nel mercato a soggetti potenzialmente produttivi”.
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