Reddito di cittadinanza
Da un mese è cominciata la fase 2. I beneficiari vengono convocati dai Centri per l'impiego a firmare il Patto per il lavoro: in questo modo cominciano la ricerca di un posto e non perdono l'assegno. «Parliamo di circa 25mila persone spiega Barone, per quanto riguarda la situazione veneta di cui 6.200 già lavorano, ma solo la metà sono quelle di cui dobbiamo occuparci. Un numero marginale rispetto al totale dei disoccupati che già trattiamo». Questi ultimi mediamente sono 140mila in un anno. «Ne abbiamo già convocate 22mila continua il direttore e ne è emerso che circa il 55% non necessita del Patto per il lavoro». Si tratta infatti di soggetti esclusi dall'obbligo in quanto sono già occupati, o hanno disabilità, o devono assistere bambini piccoli e anziani non autosufficienti, o hanno comunque bisogno di un supporto diverso e per questo vengono inviati ai servizi sociali dei loro Comuni.L'imprenditrice con il reddito di cittadinanza: poverissima ma con 20 fuoriserie e una ditta tutta sua
SAONARA - Per lo Stato era una donna povera, senza lavoro e bisognosa di denaro per sbarcare il lunario ed unire il pranzo con la cena. Una delle tante persone che da quando è stato deliberato il reddito di cittadinanza riceveva questo aiuto prezioso.
Inserimento lavorativo
Ad aver effettivamente intrapreso il percorso di inserimento lavorativo sono stati invece 8.600 percettori veneti, di cui quasi 7.000 risultano tuttora in trattamento. «A loro sottolinea Barone garantiamo un supporto del tutto analogo a quello offerto a qualsiasi altro disoccupato che si rivolge ai servizi per l'impiego pubblici per un aiuto nella ricerca di lavoro: orientamento, formazione, incrocio domanda e offerta, accompagnamento al lavoro». Ma finora quanti di loro hanno trovato un posto tramite le attività previste dal Patto? Dura saperlo, secondo l'ente della Regione: «Anche nei casi in cui il disoccupato trova lavoro autonomamente è difficile escludere o stabilire in che misura lo abbia fatto, se non direttamente a seguito di un'attività di preselezione, anche grazie ai servizi erogati dal Centro per l'impiego. L'assenza di un coordinamento con i sistemi informativi centrali ci impedisce inoltre di conoscere il destino di molti percettori, quando questo non è legato all'occupazione dipendente». Un dato però è certo: «Quello che sappiamo è che in Veneto oltre 9.000 percettori del Reddito di cittadinanza hanno avuto almeno un rapporto di lavoro, anche più di uno in caso di rapporti provvisori o di breve durata, e che una buona parte di loro risulta tuttora occupata. Teniamo presente che si tratta in molti casi di lavoratori con competenze deboli, che provengono da attività a tempo determinato prevalentemente nei settori della logistica, del commercio, dell'agricoltura e dei servizi, e che ritrovano lavoro in settori analoghi».L'INCROCIOCruciale è infatti l'incrocio tra la domanda e l'offerta. Davanti a una specifica richiesta di personale, i Centri per l'impiego inseriscono i candidati ritenuti più idonei in una lista di tre o quattro nominativi, che viene poi proposta all'impresa per la scelta. «I percettori del Reddito di cittadinanza segnalati alle aziende in merito a specifiche posizioni di lavoro vacanti sono 3.888, per un totale di 14.563 segnalazioni complessive», calcola Veneto Lavoro. Di fronte agli imprenditori che si lamentano dei beneficiari, i quali preferirebbero scartare un'occupazione piuttosto che perdere il sussidio, Barone ricorda ai disoccupati che «al rifiuto può seguire la decurtazione o decadenza del beneficio» e suggerisce ai datori di lavoro di rivolgersi alla rete pubblica dei servizi per l'impiego: «Gli strumenti per un'efficace incontro tra domanda e offerta di lavoro esistono, proviamo ad usufruirne».