Alcol ai minorenni, in campo le mamme di Napoli: via alle ronde nei baretti

Alcol ai minorenni, in campo le mamme di Napoli: via alle ronde nei baretti
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 7 Gennaio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 13:01
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L’ultimo comitato di mamme e papà sul piede di guerra - dopo quello fondato dall’avvocato Federica Mariottino - si è formato l’altro giorno su facebook. Si chiama “genitori no alcol” e in poche ore ha raccolto centinaia di adesioni. L’obiettivo è sempre lo stesso: da un lato convincere i ragazzi che ci si può divertire anche senza stordirsi di vodka, dall’altro pretendere il rispetto delle regole da parte di chi gestisce i locali notturni - ma anche bar, pub, ristoranti e supermercati - e vende illegalmente bevande alcoliche ai minorenni. 

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Chiedono i controlli, le mamme e i papà “no alcol”, esigono che le forze dell’ordine facciano il loro dovere, e pretendono lo stesso anche dal Comune che pure avrebbe il compito di verificare permessi e licenze, in questo caso non solo dei locali fuorilegge dal punto di vista alcol e minori - ma di tutti. In attesa di vedere polizia, carabinieri e vigili urbani nelle zone dove maggiormente si concentra la movida dei ragazzini, Gerardo Avallone - avvocato napoletano, due figli di diciotto e quindici anni, animatore e amministratore del nuovo gruppo facebook per la legalità - lancia una idea. Anzi, più di una idea: le ronde dei genitori sono pronte a partire per tenere d’occhio i più giovani e chi, senza scrupoli, non esita a vendergli alcol fino a farli ubriacare. «Dobbiamo solo riunirci e raccogliere le disponibilità che già non mancano - spiega Avallone - poi siamo pronti a partire: conto di riuscirci in un paio di settimane al massimo. Indosseremo pettorine colorate per lasciarci identificare con facilità, non vogliamo nascondere niente a nessuno: ci piazzeremo nei pressi dei locali più frequentati dai nostri ragazzi e non ci muoveremo fino al termine della serata
 


L’auspicio è quello di poter rappresentare un deterrente per tutti, grandi e piccoli. «Non credo che con una coppia di genitori in circolazione, i titolari di bar e localini avranno il coraggio di vendere cicchetti ai ragazzini - prosegue l’avvocato - e sono anche convinto che pure gli stessi ragazzini si daranno una regolata». Avallone è uno di quei papà abituato a passare le serate, sia d’estate che d’inverno, nei pressi dei locali notturni più accorsati in attesa di recuperare i figli al termine della festa: «Lo faccio sempre - racconta - e più sono lì ad aspettare, più mi rendo conto di quello che succede in quei locali e non mi muovo fino a quando i ragazzi non escono». Le scene alle quali si assiste sono quasi sempre le stesse: «Strabevono e poi stanno male - aggiunge il papà “no alcol” - vomitano ovunque e si buttano a terra. Certe volte mi viene una rabbia che li prenderei a schiaffi. Come è possibile ridursi così? È inaccettabile e francamente non mi sembra neanche divertente. Siamo stati giovani anche noi, abbiamo bevuto e ballato, ma roba del genere non si è mai vista».

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Per l’avvocato Avallone è vero che la responsabilità è di chi dovrebbe controllare e non lo fa, di genitori forse un po’ troppo distratti, e di istituzioni scolastiche talvolta inadeguate e inefficienti, ma è anche vero - dichiara - «che questi ragazzi devono darsi una regolata e smetterla di mettere a rischio la propria vita e quella degli altri».
In ogni caso, aspettando che i figli crescano nel segno di una rinnovata maturità, scattano i controlli: «Vogliamo essere ben visibili - conclude - controllare non vuol dire spiare. È chiaro che possiamo fare poco, non abbiamo alcun potere, la speranza è solo che la nostra presenza possa convincere tutti a comportarsi nel rispetto della legalità».

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