Il Big Game della sicurezza, l'Università di Salerno palestra degli anti-hacker

Al Campus di Fisciano il primo training del Sud aperto a 120 giovani super-esperti

Il training nel Campus di Fisciano
Il training nel Campus di Fisciano
di Lorenzo Calò
Martedì 7 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 08:29
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inviato a Fisciano

I terminali si sono accesi, come per incanto, in un simultaneo bip che ha dato vita a 120 piccoli led, ciascuno connesso a un grande server dove confluiscono migliaia di dati, percorsi cifrati, chiavi di accesso nascoste. Inizia il Big Game: tutti a bordo nell’oscura guerra del web, leoni da tastiera e corsari dell’etere, pronti per la madre di tutte le battaglie, quella contro gli hacker. Ed è solo un caso, un diabolico scherzo del destino, se i giovani selezionati per misurarsi in questa affascinante sessione di training sulla cybersicurezza, siano arrivati da tutto il Sud proprio nelle ore più cupe, in cui l’intero sistema Paese è stato per un giorno intero sotto attacco informatico.

A ospitare il Campus Sud Olicyber, è l’università di Salerno, già da tempo attiva sul versante della cybersicurezza mediante la Fondazione Serics (Security and Rights In the CyberSpace), un vasto incubatore reso possibile grazie ai fondi Pnrr «volto allo sviluppo della visione attuale e futura della sicurezza informatica in Italia - spiega il rettore dell’ateneo Vincenzo Loia - con l’avvio e la realizzazione di progetti di innovazione nelle diverse aree applicative della sicurezza informatica». 

Il training camp è il primo organizzato nel Mezzogiorno (i due procedenti si sono svolti a Torino) ed è una esperienza di formazione e addestramento promossa in vista delle Olimpiadi italiane di cybersicurezza in programma a maggio sempre nel capoluogo piemontese. «Si tratta di un piano di competizioni mirato a favorire e incentivare l’avvicinamento degli studenti delle scuole alle problematiche della cybersicurezza - racconta Paolo Prinetto, leader del Cybersecurity National Lab del Cini (il consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica) - riconosciuto dal ministero dell’Istruzione come programma di valorizzazione delle eccellenze in cybersicurezza»: le olimpiadi sono dedicate a tutte le studentesse e agli studenti degli istituti superiori di secondo grado mentre per gli iscritti all’università la piattaforma di sfida-allenamento si chiama Cyberchallenge.

«L’obiettivo dei training camp è quello di curare la preparazione, teorica e pratica, dei partecipanti alla competizione, in vista della selezione territoriale del 18 marzo prossimo e di quella nazionale che faremo il 27 maggio - spiega Paolo Atzeni, ingegnere informatico con una lunga esperienza accademica e ora in forza all’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale - È chiaro che qui non ricerchiamo solo le eccellenze ma puntiamo a formare competenze e a introdurre i nostri giovani in un settore che è vitale per lo sviluppo e la sicurezza del Paese».

Ecco perché, per un’intera settimana, i giovani selezionati, provenienti da Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia - otto le donne - saranno coinvolti in una full immersion costellata di percorsi crittografici, elementi di base di sicurezza informatica, simulazioni in ambienti reali in cui i nostri eroi si confronteranno in «giochi di ruolo» singoli e in équipe, con sistemi già danneggiati (e quindi da riparare) o perfettamente funzionanti (e quindi da «infettare»).

Insomma, tutto «virtualmente» vero in una partita all’ultimo ransomware dove le tecniche di attacco e violazione delle barriere informatiche costituiranno l’artiglieria pesante che consentirà - conoscendone il modus operandi - di sterilizzare le incursioni dei cyberpirati di professione e rispondere colpo su colpo, patch dopo patch, a chi lucra business a sei zeri paralizzando meccanismi operativi, saccheggiando archivi, intaccando la memoria dei server. Gamification e creatività, memoria artificiale e intelligenza umana spinti all’ultima frontiera, dove la competizione è perfettamente congruente alla competitività. È un’iperbole? No, se andiamo a curiosare nella Nazionale italiana di Cyber defence: il più giovane ha 14 anni e - giura chi lo ha visto all’opera - dà del filo da torcere a tutti. E allora, il computer è già acceso, gli hacker sono in campo: chi farà la prima mossa?
 

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