Caso Noemi, il giallo: «Un bimbo
col ciuccio sulla moto del killer»

Caso Noemi, il giallo: «Un bimbo col ciuccio sulla moto del killer»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 19 Giugno 2019, 21:13
3 Minuti di Lettura

Quando riceve i parenti, lì nel lettino dell’ospedale Cardarelli, non ha un attimo di esitazione: ma li fulmina con il gesto dell’indice all’altezza del naso, per imporre loro di stare zitti, di non parlare, sapendo bene che la stanza dell’ospedale era ambientalizzata, imbottita di microspie. Eccolo Salvatore Nurcaro, la vittima dell’agguato di piazza Nazionale, poi culminato nel ferimento della piccola Noemi lo scorso tre maggio.

Eppure ha da poco firmato una lettera agli uomini della Mobile, nella quale sostiene di non essere in grado di parlare, di essere completamente afono per il proiettile che lo ha raggiunto alla gola, salvo poi mettersi a discutere con i parenti dei presunti responsabili dell’agguato. E torniamo al Cardarelli, torniamo alla scena in cui Nurcaro zittisce i suoi. C’è uno dei parenti che comprende il rischio di essere intercettato e si mette a cercare con lo sguardo la telecamera nascosta. La individua e la copre con un panno, nella convinzione di spegnere così ogni attenzione investigativa sulla stanza dell’ospedale, quanto basta a dare inizio al colloquio in famiglia.
 
Ed è questo uno dei momenti in cui Salvatore Nurcaro parla dei fratelli Antonio e Armando Del Re, rispondendo alle sollecitazioni dei parenti. Più o meno la stessa scena che si riproduce in casa dei Nurcaro (anche qui sono in funzione le cimici della Dda), quando si ritorna a parlare dei presunti responsabili dell’agguato del tre maggio. È in questo doppio scenario (ospedale e casa) che Salvatore Nurcaro sembra confermare le accuse contro i fratelli Del Re, indicati rispettivamente come autore dell’agguato e come fiancheggiatore. In sintesi, Nurcaro sostiene di aver riconosciuto in Armando Del Re l’uomo nero, quello che ha scarrellato la pistola e ha sparato diversi colpi all’altezza del marciapiede di via Acquaviva. Un riconoscimento fulmineo, a giudicare dal fatto che il killer era vestito di nero ed aveva un casco scuro integrale, come ha fatto notare uno dei difensori dei due indagati. Inchiesta alla svolta che conta, ieri mattina udienza dinanzi al Riesame di Napoli. È stato l’avvocato Claudio Davino (difensore di Armando Del Re con la collega Antonietta Genovino, mentre Antonio è difeso dall’avvocato Leopoldo Perone) a replicare alle accuse sostenute anche dalle nuove intercettazioni in casa Nurcaro: impossibile che abbia riconosciuto il killer - ha spiegato - dal momento che era completamente travisato, mentre le intercettazioni sui Del Re fatte in casa e in ospedale lascerebbero il tempo che trovano, dal momento che si parlava quando il nome dei due indagati era noto dai media. 

Ma c’è un altro punto su cui ha battuto la difesa, legato al riconoscimento di Antonio Del Re in corso Lucci pochi minuti prima del delitto. Ricordate quel venerdì pomeriggio? Secondo i pm, ci sarebbe stata una staffetta tra i due fratelli: Antonio avrebbe condotto la moto gialla ad Armando, all’esterno di un circolo ricreativo, aprendogli la strada all’agguato contro Nurcaro. Agli atti ci sono foto e video, su cui la difesa promette battaglia. Ed è stato l’avvocato Davino ieri a introdurre un elemento inquietante: dal video si nota la sagoma di un bambino con il ciuccio, che siede tra le braccia di Antonio Del Re, sul serbatoio della moto gialla. Una circostanza che - nell’ottica del difensore - smentirebbe l’ipotesi di un uomo che sta andando a consumare un agguato camorristico. Inchiesta condotta dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, si attende ora l’esito del Riesame, anche alla luce degli elementi introdotti ieri dalla difesa. Un bambino come scudo di uno dei killer? Ipotesi choc, che emergerebbe dalla visione ingrandita delle immagini, destinata a diventare terreno di scontro tra accusa e difesa nel processo sull’agguato in piazza Nazionale. Sono due i punti uguali e contrari: possibile che un uomo vada a fare un delitto con un bambino tra le braccia? Oppure: possibile che un bambino venga usato come schermo dai killer a caccia di alibi? 
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA