Come puntare alla fase 3 senza fare (nuovi) danni

di Antonio Coppola*
Lunedì 25 Maggio 2020, 23:00
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La fase 1, quella del lockdown con il suo carico di sacrifici, restrizioni e sofferenze, è finalmente alle nostre spalle, grazie anche al senso di responsabilità dei cittadini che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno rispettato le pesanti limitazioni imposte dal Governo e dalle Regioni.

Ora si è avviata definitivamente la fase 2 che segna l’inizio del cammino verso il ritorno ad una «nuova» normalità, ma prima di raggiungerla occorrerà superare bene il post lockdown, evitando il rischio, ancora incombente, di nuovi focolai e, quindi, di un’impennata dei contagi. Perciò, anche in questa seconda fase la priorità assoluta resta la difesa dei cittadini dal possibile riacutizzarsi dell’epidemia, come già accaduto in altri Paesi del mondo. La ripresa di tutte le attività, dunque, non può prescindere da questo primario e indiscutibile obiettivo, a cui necessariamente vanno sottoposti legittimi bisogni e diritti costituzionalmente riconosciuti, come la libertà di movimento e l’urgenza economica di rimettere in moto grandi imprese e piccole aziende. Il periodo dei sacrifici, insomma, non è finito: guai a pensare di essere tornati come prima, senza essere costretti a rivedere, complessivamente, il nostro modo di vivere e di concepire le relazioni umane e sociali. 

In quest’ottica, condividiamo la prudenza del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ed apprezziamo anche lo sforzo delle aziende di Trasporto Pubblico Locale che, venendo incontro alle nostre proposte, hanno predisposto servizi di controllo a bordo dei mezzi pubblici per il rispetto delle misure di sicurezza, rimodulato l’offerta privilegiando le tratte più richieste con il sacrificio, temporaneo, di quelle stazioni dove era più difficile assicurare il distanziamento sociale. Meritevole di apprezzamento sono anche il contributo regionale a favore dei taxi, l’istituzione di tariffe comunali agevolate per fruire di questo servizio in città e la conferma della gratuità delle strisce blu.Non altrettanto, invece, si può dire circa la precipitosa e incomprensibile riattivazione delle Ztl, tenuto contro dell’offerta comunque ridotta del trasporto pubblico e dell’inizio dei lavori al Corso Vittorio Emanuele. Ai fini della tutela della sicurezza personale e del contenimento degli spostamenti sul territorio, un grosso contributo deve venire anche dall’organizzazione del lavoro in cui massimo risalto vanno dati allo smart working ed alla differenziazione degli orari di apertura e chiusura delle attività, per evitare picchi di mobilità lungo l’arco della giornata.

Solo dopo che saremo riusciti a superare con successo l’immediato post lockdown, potremo dare inizio alla sospirata fase 3 che significa pianificazione della mobilità, delle attività, dei servizi e delle funzioni fondata su una nuova visione urbanistica e sociale in cui centro e periferie possano integrarsi e svilupparsi come un corpo unico della nostra area metropolitana. Ma sino ad allora il nostro massimo sforzo deve essere profuso in funzione anti-Coronavirus che resta, ancora, il nemico pubblico numero uno, parchè, come ricordatoci da Titti Marrone citando Troisi, quando c’è la salute c’è tutto. Evitiamo di confondere le necessità, i bisogni e le priorità di questo momento con quelli della fase successiva che ci auguriamo di raggiungere il più presto possibile.
<QM>* Presidente Aci Napoli
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