Fidanzati-killer ad Avellino, il messaggio di Elena: «Non deve rimanere nemmeno mia sorella»

Fidanzati-killer ad Avellino, il messaggio di Elena: «Non deve rimanere nemmeno mia sorella»
di Gianni Colucci
Mercoledì 28 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 29 Aprile, 08:33
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«Sali amo’ papà sta dormendo». Il via libera di Elena scatena l’inferno.
Ma c’è un prologo alla tragedia di Avellino: «Allora io scendo comunque a butta’ la spazzatura e così non desto sospetti né nulla, tu sali con me e ti lascio la porta aperta, mi prendo a Milly (il cane di casa, ndr) e mi chiudo nella stanza appena tu hai finito vieni da me e ce ne andiamo. Entro prima io ovviamente poi ti mando il messaggio».
Alle 20,30 del venerdì dell’omicidio Elena scrive a Giovanni un messaggio che racchiude il piano. E aggiunge: «Pensavo che non ti sarebbe piaciuta la mia idea». Già alle quattro del pomeriggio dello scorso venerdì Elena e Giovanni messaggiavano per prepararsi all’omicidio della serata. «Si ma comunque non mi hai detto che fai, hai solo detto tra poco ti vai a preparare gli zaini», scrive Giovanni ad Elena alle 16,39. Ed Elena spiega, sono le 18, che ha giù approntato quattro zaini. All’interno poi gli investigatori ci troveranno anche un paio di costumi da bagno. Nel progetto dei due, dopo l’omicidio, c’è la fuga. Alle 20,30, il colloquio su whatsapp che appare decisivo. Giovanni si preoccupa che possa scaricarsi il cellulare: «Se ti scarica e anche a me saremo nella merda perché dovremmo aspettare la mattina dopo per lasciare Avellino perché non avremmo come chiamare». E il passaggio appare fondamentale dato che apre lo spiraglio su un complice che potrebbe essere coinvolto nella fuga dopo l’omicidio. Alle 21,10 ancora un messaggio delirante: «Amo’ no mia sorella non può rimanere», scrive Elena a Giovanni. E ancora «capisci meglio cosa intendo per favore». E Limata: «Anche lei hai deciso?» La risposta gela il sangue: «Ho deciso non rimane nessuno».
Elena voleva sbarazzarsi della sorella, probabilmente il giovane voleva essere sicuro della sua volontà.
Poi arriva l’ora di entrare in azione. Alle 22.32 Giovanni scrive: «Sono dentro» e Elena risponde: «Sali, amo’, papà sta dormendo». «Dai messaggi di testo che Giovanni ed Elena si sono scambiati si desume il fermo proposito dei due di uccidere il padre di lei», scrive il magistrato nell’ordinanza di custodia cautelare.


Il magistrato si è convinto leggendo le chat dei due giovani della «volontà della ragazza di porre fine anche all’esistenza della sorella prima di darsi entrambi alla fuga». Nella chat c’è, secondo il magistrato, il «piano operativo» del delitto che Limata avrebbe dovuto compiere una volta che l’uomo si fosse assopito, accedendo all’appartamento grazie all’uscio lasciato aperto dalla complice». Incredibili le chat contenute nell’ordinanza di custodia cautelare di Elena e Giovanni, 18 e 22 anni, accusati dell’omicidio di Aldo, il papà di lei. 14 coltellate inferte da Giovanni mentre Aldo riposava sul divano venerdì sera. I due hanno pianificato l’assassinio. Ad aprigli la porta Elena che aveva pronto lo zainetto, finanche con i costumi da bagno, per scappare appena compiuto l’omicidio.

Anzi, la strage. perchè i due avevano pianificato l’omicidio di quel padre che non li voleva insieme, ma anche di mamma Liana e della sorella Emilia, che nelle stesse ore di venerdì, intorno alle 23, erano in casa, al quinto piano di un palazzo al centro di Avellino. Le donne quando hanno sentito le urla di Aldo sono corse in soggiorno, intanto Giovanni scappava (l’hanno ritrovato insanguinato a Cervinara, a mezz’ora di macchina da Avelino, in casa con il coltello nascosto in un mobile). Liana intanto era all’ospedale con il marito in fin di vita. Potrebbe essere una ragazza ad aver accompagnato Giovanni a casa, gli accertamenti sono in corso.

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Ieri i funerali con la musica dei neocatecumenali alla parrocchia di San Ciro per l’ultimo saluto ad Aldo Gioia. Ci sono gli amici di infanzia, i compagni di lavoro con la tuta bianca della Fca. La moglie Liana e la figlia Emilia che scappano davanti ai fotografi. I fratelli Giancarlo e Gaetano salutano tutti, non piangono, irrigiditi da un evento che appare sempre più incredibile. Ci sono anche le amiche di Elena, adolescenti con i jeans a vita alta, le felpe scure. Intanto gli avvocati lavorano per il riesame. Il legale della ragazza Vanni Cerino spiega: «Le dichiarazioni raccolte in assenza dei legali vanno ora riproposte e contestualizzate». E anche Mario Villani a Benevento ieri per la prima volta ha potuto incontrare i genitori di Giovanni per approfondire alcuni passaggi della drammatica serata di venerdì. «Già nelle prossime ore chiederanno di incontrare il ragazzo in carcere», dice il legale.
 

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