Festa scudetto Napoli, non trattiamo i tifosi come teppisti

di Francesco De Luca
Giovedì 30 Marzo 2023, 23:45 - Ultimo agg. 31 Marzo, 06:00
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Il countdown è iniziato da settimane. Non c’è una strada di Napoli dove non vi sia una bandiera azzurra, uno striscione di ringraziamento, le sagome dei prossimi campioni d’Italia e del loro straordinario condottiero Spalletti. La conquista del titolo è più che sicura ed è bello che, a differenza dei precedenti due scudetti, non si debba attendere la penultima o l’ultima giornata di campionato per festeggiare. Si sa che il tricolore passerà dalle maglie del Milan a quelle del Napoli. Ma non sono stabiliti né la data né il luogo dove celebrare l’evento atteso da 33 anni.

Il prefetto Palomba e il presidente De Laurentiis, d’intesa con il sindaco Manfredi, hanno deciso di organizzare una “festa diffusa”. Non una ma più piazze, indicate dall’amministrazione comunale. De Laurentiis è arrivato a ipotizzarne dieci, grazie alla tecnologia collegate con vari Paesi nel mondo (secondo un recente studio il Napoli può contare su 83 milioni di tifosi nel globo). 

Questa “festa diffusa” consentirebbe di coinvolgere più quartieri e soprattutto di non indirizzare tutta Napoli verso il “campo principale”, rappresentato da piazza Plebiscito. 

Per Manfredi, la festa si dovrà tenere il 4 giugno, giorno dell’ultima partita di campionato, anche se il Napoli può vincere molto prima il tricolore, già a fine aprile. Questo perché Casini e De Siervo, il presidente e l’amministratore delegato della Lega Serie A, consegneranno il trofeo quella domenica e perché si potranno organizzare in maniera più accurata le piazze azzurre.

La “festa diffusa” può favorire il piano di ordine pubblico - su cui si stanno confrontando prefetto, sindaco e presidente - e di allestire un evento davvero per tutti. La città, non soltanto una parte di essa, dovrà condividere quella notte con la squadra più forte di ogni tempo, con l’allenatore che è stato conquistato da Napoli e con il presidente che vede finalmente premiati i suoi sforzi. Le code on-line di migliaia e migliaia di tifosi per acquistare i biglietti Champions sono il riscontro di questa attesa che cresce giorno dopo giorno.

La marea azzurra si riverserà nelle strade almeno due volte: nel giorno del trionfo, in anticipo sulla fine del campionato, e nel giorno della festa che Manfredi ha annunciato in varie Municipalità il 4 giugno per dare spazio ai quartieri.

È necessario un piano sicurezza ma in tutte le altre precedenti occasioni Napoli ha risposto bene. La passione non ha superato il limite, non è diventata un pericolo per chi festeggiava e chi era semplice spettatore. E qui di feste calcistiche ve ne sono state: la gente è scesa nelle piazze per i caroselli dopo due scudetti, la Coppa Uefa, le coppe Italia, i Mondiali del 1982 e del 2006.

Non si confonda una parte estremista, e pericolosa, del tifo - presente peraltro in tutte le città - con ciò che è la Napoli azzurra, ricca di fascino e di colore, di una passione nella quale si tuffano da settimane turisti che arrivando da tutto il mondo indossano le maglie di Osi e Kvara acquistate sulle bancarelle e vanno a scoprire gli angoli della felicità. Non è un caso che negli uffici della Prefettura, mettendo da parte qualsiasi scaramanzia, abbiano iniziato a ragionare da settimane su cosa fare in quel meraviglioso giorno, anche per evitare i pericoli dei maxi-assembramenti, i disservizi e le polemiche come accadde per la festa della Nazionale campione d’Europa il 13 luglio 2021 a Roma: il caso riguardò la sfilata degli azzurri a bordo di un pullman scoperto (il prefetto era l’attuale ministro dell’Interno, Piantedosi).

De Laurentiis ha ipotizzato la presenza di tre milioni di napoletani in piazza nel giorno dello scudetto, uno in meno di quanti a Buenos Aires il 20 dicembre scorso celebrarono il trionfo dell’Argentina mondiale. Il pullman, quel giorno, si fermò e i giocatori proseguirono il tour nella Capital Federal a bordo di elicotteri. De Laurentiis, invece, vuole che i suoi ragazzi ammirino Napoli dal mare, a bordo di una nave, se arriverà la disponibilità della compagnia interpellata dal presidente. E chi vuole perdersi questo spettacolo?
 

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