Ischia, mille case inagibili servono altri 912 milioni per il piano ricostruzione

Il commissario straordinario Legnini presenta oggi il report sui programmi

La frana di Casamicciola
La frana di Casamicciola
Domenica 20 Agosto 2023, 22:40 - Ultimo agg. 21 Agosto, 16:30
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Occorrono altri 912 milioni di euro per ricostruire Ischia. È, in estrema sintesi, la previsione di spesa messa nero su bianco nel rapporto sullo stato della ricostruzione, a sei anni dal sisma del 2017 ed a nove mesi dall’alluvione del 2022. A firmare il report è Giovanni Legnini, il commissario straordinario per la ricostruzione dopo i due eventi che hanno sconvolto l’isola con la perdita drammatica di 14 persone (di cui 12, tra cui 4 bambini, il 26 novembre scorso). 

Ma al di là dei freddi numeri, delle tabelle del report della struttura commissariale (opera meritoria perché vengono dettagliate analiticamente tutte le somme stanziate divise per le varie ordinanze e le due gestioni che si sono succedute) emerge, tra le righe, come l’isola sia stata devastata per sempre e non tutto potrà tornare mai come prima. A cominciare dalle case che non si potranno ricostruire e 200 famiglie che dovranno essere delocalizzate per forza in altro luogo dell’isola. 

Per un costo totale che viene stimato in un miliardo e 260 milioni.

Tutti dettagli che saranno illustrati oggi a Ischia dallo stesso Legnini, in occasione dell’anniversario del terremoto, insieme con i sindaci di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. 

Sono enormi quelli patrimonio edilizio per colpa delle due tragedie che si sono abbattute. Prima il terremoto, evento non prevenibile, che si è accanito su una porzione di Casamicciola che era fatta di costruzioni storiche le une addossate alle altre; la seconda, invece, su cui ha contribuito la mano umana con la sua incuria. La struttura commissariale, infatti, fa presente come gli effetti dell’alluvione si siano moltiplicati per i canali di scolo ostruiti. «L’inofficiosità idraulica degli alvei tombati ha causato il riversamento lungo le strade del materiale fangoso fino a raggiungere il mare, sia per l’inadeguatezza delle sezioni d’imbocco dovute alle restrizioni e strozzature che si sono susseguite nel corso dei decenni, e sia per la presenza di materiale grossolano costituito da blocchi, detrito, fango e tronchi di alberi, che hanno occluso le sezioni predette», denuncia in un passaggio il report. Per questo, non a caso, per evitare tragedie future, l’intervento «più rilevante finanziato, per un importo di 6 milioni circa, è quello riguardante l’importante progetto del “waterfront” proposto dal Comune di Casamicciola, con una forte valenza di riqualificazione urbana e ambientale e di messa in sicurezza di un’area che fu una di quelle maggiormente interessate dall’evento alluvionale del novembre scorso». Parliamo di una vasca di colmata da riempire con il materiale di risulta derivanti dalla frana, la messa in sicurezza dell’area di imbocco del canale dell’alveo tombato, per «l’eliminazione dei rischi di ostruzione in caso di eventi alluvionali». 

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Sono 1.015 gli edifici inagibili nei tre comuni isolani colpiti dal terremoto del 2017 e dalla frana del 2022, Lacco Ameno, Forio e Casamicciola. Emerge inoltre che il 31 per cento di quelli di Casamicciola Terme risulta inutilizzabile, mentre per Lacco Ameno e Forio le percentuali sono nettamente inferiori (rispettivamente del 14 e 0.5 per cento), con la maggior parte degli edifici danneggiati situati nella parte più a monte dei due comuni. 

Ad oggi gran parte degli interventi di somma urgenza, quelli che hanno restituito le aree più colpite dalle conseguenze della frana ai cittadini, sono stati completati. Di questi, 113 sono stati ultimati o in via di completamento, 46 sono da avviare e i restanti 14 sono in fase di rimodulazione e approfondimento da parte dei soggetti attuatori. Il totale complessivo degli interventi programmati ammonta a 46,6 milioni di euro, scrive sempre la struttura commissariale sottolineando come è «stato messo a punto un piano di interventi strutturali per la mitigazione del rischio idrogeologico, elaborato anche con il contributo delle università e dei centri di competenza della Protezione civile, che prevede circa 50 interventi per un investimento complessivo di 138 milioni di euro». Lavori i cui cantieri partiranno tra qualche mese. 

Al momento il numero delle pratiche di contributo rigettate è pari a zero e si può prevedere che la quasi totalità delle istanze di contributo attualmente in istruttoria si chiuderà con esito positivo. Ma è necessario accelerare sulla ricostruzione privata, «rimasta per anni ferma al palo a causa soprattutto delle difficoltà burocratiche e dell’emanazione dei decreti di concessione, si sono ridotti da 262 a 65 giorni». Ad oggi, però, il numero complessivo di contributi concessi (65), ha subito un incremento in circa un anno del 168 per cento rispetto al totale dei cinque anni precedenti, mentre l’importo complessivo concesso ad oggi (23 milioni di euro) ha registrato un incremento del 505 per cento nello stesso periodo. Legnini parla di una svolta ma c’è una bacchettata «per essere realizzata a pieno, ha bisogno dell’impegno dei privati e dei professionisti a presentare i progetti, ancora troppo pochi». 

Ad oggi sono state impegnati circa 246 milioni di cui 16 prima del 2023 e 230 già stanziati nel periodo 2024-2027. In totale, quindi, parliamo, di 348 milioni di euro. Ma il lavoro per risanare le ferite dell’isola verde è ancora lungo e, sopratutto, oneroso. «Il fabbisogno finanziario necessario a completare gli interventi di ricostruzione pubblica e privata sull’isola di Ischia è complessivamente stimato in circa euro 1 miliardo e 260 milioni», scrive la struttura commissariale. Parliamo di 668 milioni circa per la ricostruzione privata, 215 milioni circa per quella pubblica e 354 milioni per interventi pubblici post-frana e ulteriori interventi che saranno contemplati nel Piano di ricostruzione. 
 

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