In Campania 100mila nuove assunzioni ma otto lavoratori su dieci sono precari

In Campania 100mila nuove assunzioni ma otto lavoratori su dieci sono precari
di Valerio Iuliano
Giovedì 21 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16:37
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Le assunzioni nei mesi estivi sono quasi 100mila, ma in 8 casi su 10 si tratta di rapporti di lavoro a tempo determinato. E, nello stesso tempo, è sempre molto presente quella difficoltà di reperimento della manodopera che è stata evidenziata ripetutamente dagli imprenditori. Sono queste, a grandi linee, le tendenze del mercato del lavoro in Campania per il periodo estivo, secondo il Bollettino del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali in base alle interviste realizzate su un campione di 113mila imprese.

Le assunzioni che le aziende hanno programmato per il mese di luglio sono 39mila600. Un numero lievemente inferiore allo scorso anno. Ma, se si prende in considerazione il trimestre luglio-settembre, con 97mila230 entrate previste, si registra un saldo positivo di 400 unità. I settori in cui ci sono più opportunità di lavoro sono alloggio e ristorazione, con oltre 16mila ingressi, il commercio, con 13mila entrate e le costruzioni, con 11mila. Nel 22 per cento dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel restante 78 per cento saranno a termine, ovvero a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita. Si conferma, quindi, la prevalenza del lavoro precario, una tendenza diffusa, peraltro, in tutta Italia. In questa ottica, arriva l’invito alla cautela di Ciro Fiola, presidente regionale Unioncamere e presidente della Camera di Commercio di Napoli: «I dati vanno letti con molta attenzione perché riguardano un periodo dell’anno in cui tantissime assunzioni sono a tempo determinato, in quanto tendono a coprire i vuoti provocati dalle ferie e comunque riguardano settori che in estate producono di più.

I settori nei quali c’è più richiesta rimangono quelli dell’accoglienza, del turismo, o il food dove occorrerebbe una migliore regolamentazione». E infatti le assunzioni - rileva Unioncamere - si concentreranno per il 70 per cento nel settore dei servizi. E il restante 30 per cento sarà destinato all’industria, soprattutto al settore manifatturiero, con flussi più elevati nelle industrie alimentari seguite dalle industrie meccaniche ed elettroniche e da quelle metallurgiche. Solo il 16 per cento dei posti di lavoro mancanti sarà destinato a dirigenti, professionisti e tecnici, una quota leggermente inferiore alla media nazionale. Le figure professionali più ricercate in Campania sono i lavoratori del settore dei servizi - soprattutto cuochi e camerieri - e operai specializzati, in particolare nell’industria alimentare e nell’edilizia.

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Dalla sezione dedicata “ai titoli di studio richiesti dalle imprese”, emergono altri dati significativi. In Campania solo l’11 per cento delle offerte di lavoro riguarda i laureati. Nella maggior parte dei casi, sono sufficienti il diploma professionale o la licenza media. E per 28 aziende su 100, si tratta di offerte in cui non è necessario alcun titolo di studio. Il mismatch tra domanda e offerta resta pressoché inalterato. In 34 casi su 100 le imprese prevedono di avere problemi a trovare i profili desiderati, confermando come motivazione principale la mancanza di candidati per i profili ricercati. A incontrare le maggiori difficoltà sul mercato sono le imprese della metallurgia, seguite dalle industrie del legno-arredo, dai servizi informatici e dalle imprese di costruzioni. Tra i profili più difficili da reperire risultano i tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della salute, i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni e gli specialisti in scienze matematiche. Tra gli operai specializzati le difficoltà si evidenziano soprattutto per fonditori e saldatori. «Nel mese di giugno - sottolinea Fiola - a Napoli e provincia il numero di imprese è aumentato, rispetto a un anno fa, passando da 340mila a 371mila, segno di una vivacità imprenditoriale che conforta».
 

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