Napoli, il rischio di rovinare tutto

di Francesco De Luca
Lunedì 3 Maggio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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Nandez è sbucato alle spalle di Hysaj nel quarto minuto di recupero e ha allontanato il Napoli dalla zona Champions. Teoricamente non di molto, due punti (svantaggio nei confronti di Atalanta, Juve e Milan), ma le partite da giocare restano quattro. Il pareggio del Cagliari è una ferita profonda per gli azzurri che appena una settimana fa erano schizzati alle spalle di Inter e Atalanta, pur avendo lo stesso punteggio di Juve e Milan. A causa della vittoria in extremis dei bianconeri a Udine firmata CR7, favorita da clamorosi errori della difesa friulana, la situazione rischia di complicarsi, come appunto è accaduto ieri nella partita con una squadra in lotta per la retrocessione che aveva rinunciato al suo miglior giocatore, Joao Pedro, autore di 15 gol ma diffidato, perché domenica c’è lo scontro decisivo per la salvezza a Benevento. È un “omaggio” di cui Gattuso e i suoi uomini non hanno saputo approfittare. Con un balzo, sono tornati allo scorso inverno, quando non riuscivano a chiudere le partite e subivano gol incredibili. Come quello di Nandez, in pieno recupero, subito dopo una prodezza di Meret su Pavoletti.

Passato subito in vantaggio, con l’ottavo gol di Osimhen (terzo di fila) lanciato in porta da un tocco elegante di Insigne, il Napoli non è riuscito a blindare la vittoria, assistendo alla progressiva crescita del Cagliari, che già nel primo tempo - appena ha avuto un po’ di spazio - ha colpito il palo con Zappa e ha poi chiamato Meret a un doppio intervento su Pavoletti e Nandez. Gli azzurri hanno perso brillantezza e compattezza, sono andati in confusione. A inizio ripresa vi sono stati due episodi che avrebbero potuto essere decisivi: la traversa di Demme e il gol annullato a Osimhen perché l’arbitro ha ritenuto che il nigeriano, dopo un poderoso scatto, avesse commesso fallo su Godin. Invece, lo scafato uruguaiano ha caricato la caduta traendo in inganno Fabbri. Dalla sala Var, dove Mazzoleni dirigeva le operazioni, non è arrivata alcuna segnalazione. Rivedendo l’immagine, l’arbitro in campo probabilmente non avrebbe avuto dubbi e avrebbe concesso il 2-0. Ma non ha ricevuto alcuna sollecitazione dall’arbitro al Var, che come è noto ha da nove anni un tormentato rapporto con il Napoli, club peraltro che si è chiuso da tempo in un grottesco silenzio stampa e su questo episodio si è limitato a fare la voce grossa solo con Gattuso in campo.

Appannati gli azzurri, troppo spreconi: 18 tiri, dei quali sei nello specchio della porta, e una rete.

La luce di Insigne si è spenta, Lozano è sceso di tono rispetto alla prima fase della stagione (Gattuso avrebbe dovuto riconfermare Politano), Fabian e Zielinski non hanno inciso. Il tecnico ha tentato di ravvivare la squadra con una serie di cambi, ma neanche con Mertens - dà la sensazione di soffrire gli spezzoni di partita - è riuscito a garantirsi i tre punti. Nell’ultimo slot, a nove minuti dalla fine, avrebbe potuto inserire un quinto azzurro, magari Rui per dare un po’ di respiro a Hysaj perché la difesa era chiaramente affaticata. Stanco e distratto l’albanese, da quel lato è arrivato infatti il gol che ha consentito al Cagliari di fare un passo in avanti e ha interrotto la marcia del Napoli, che sabato si troverà di fronte un’altra squadra in lotta per la salvezza, lo Spezia di Italiano, uno dei tecnici che De Laurentiis segue per la prossima stagione. Una squadra che deve centrare un obiettivo fondamentale sul piano tecnico ed economico come quello della Champions avrebbe dovuto avere una differente gestione del pallone e adoperare maggiore cattiveria. Nell’ultimo quarto d’ora, e in quel lungo recupero, gli azzurri erano invece senza benzina.

Anche l’Atalanta ha frenato, consegnando all’Inter lo scudetto ampiamente meritato: Conte ha sfruttato l’ottima rosa messa a disposizione dalla società, dopo essere stato escluso dalla Champions e dalla Coppa Italia. In quattro partite i giochi possono riaprirsi per il Napoli se recupera le energie fisiche e mentali, la compattezza in campo e la lucidità sotto porta. Gattuso riparta dalle certezze che può offrire la squadra, a cominciare da Osimhen. Non è casuale che uscito lui, per un colpo alla testa, gli azzurri non si siano fatti più vedere nell’area del Cagliari e lo abbiano subito. Bisogna rialzarsi, servono i tre punti sabato a La Spezia perché, in caso contrario, nello scontro diretto di domenica Juve e Milan potrebbero decidere di non farsi male.

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