Crollo al cimitero, respinto il ricorso del Comune di Napoli: no al recupero delle salme, il dolore dei parenti

Crollo al cimitero, respinto il ricorso del Comune di Napoli: no al recupero delle salme, il dolore dei parenti
di Gennaro Di Biase
Domenica 6 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 07:29
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Una folla ordinata, silenziosa e triste, quella che ieri ha riempito l’Arciconfraternita Risorgeremo di Poggioreale per la messa dedicata ai parenti dei defunti vittime del crollo del 5 gennaio. Sono loro i protagonisti di una città che rincorreva un futuro di trasporti e metropolitana ma è rimasta impantanata nella fragilità delle falde acquifere che le scorrono dentro. Sotto l’altare un collage con le foto dei morti che hanno perso la loro casa, e nella cappella centinaia di volti sconfortati alla ricerca di un rimedio per salvare quella memoria che il cimitero non è riuscito a contenere.

Passando alle novità, alla messa - celebrata dal Vescovo Ausiliare di Napoli Gaetano Castello - ne sono arrivate diverse: l’assessore comunale con delega ai Cimiteri, Vincenzo Santagada, ha spiegato che «il riesame con cui il Comune chiedeva di iniziare il recupero delle salme è stato rigettato dai giudici». Resta off limits, dunque, il monumentale. Un problema che incide anche su tanti lavoratori delle congreghe nella zona sotto sequestro, finiti in cassa integrazione. Mentre i parenti delle vittime stanno provando a organizzarsi in un comitato, il Comune ha individuato una «sistemazione provvisoria alternativa per le salme», che al momento sprofondano tra le macerie.

 

Si dovrà aspettare, dunque, per poter recuperare le salme dalle cappelle in frantumi («la Dottori ha 200 loculi - spiega Adele Petrazzuolo, una parente - la San Gioacchino è addirittura più grande»).

I ruderi delle tombe devastate svettano sullo striscione appeso al cancello di Poggioreale: «Per voi sono solo morti - si legge - per noi il passato. I nostri affetti più cari. Esigiamo rispetto». Migliaia di morti dispersi. Su questo e altri temi ha fatto chiarezza ieri Santagada: «Martedì è stato discusso il riesame, e purtroppo è stato completamente rigettato - commenta - Non conosciamo ancora le motivazioni. Rimane tutto chiuso. Avevamo chiesto la possibilità di poter aprire parzialmente la parte alta e di confinare in quella zona ristretta l’intervento, anche per poter riprendere con le attività di polizia mortuaria. Tutto questo, ora, crea una serie di problemi anche per i concessionari che gestiscono le sepolture. Essendo bloccate le operazioni, 14 dei dipendenti sono stati messi in cassa integrazione». A margine della cerimonia, l’assessore ha chiarito ai parenti dei defunti che «i giudici sono dalla parte di tutti».

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Nell’attesa di conoscere nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto la magistratura a non accettare le richieste di Palazzo San Giacomo, va sottolineato che le ragioni si fondano nella necessità di una messa in sicurezza e in quella di non alterare il campo delle indagini, per stabilire le eventuali responsabilità dell’incidente che ha cancellato la memoria di migliaia di defunti. 

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Individuata dal Comune una possibile sistemazione provvisoria dei resti, nota col nome di Vecchio Deposito. «Sarà un centro d’accoglienza preliminare all’interno del monumentale - precisa Santagada - ora però non possiamo entrare. Stabiliremo poi coi familiari le soluzioni migliori caso per caso. Aspettiamo che il pubblico ministero riapra l’area, nel frattempo abbiamo nominato un nostro perito di parte. Dalle ricerche condotte in sinergia con la Curia, incrociando i dati abbiamo individuato l’allocazione delle salme, molte delle quali non hanno più memoria familiare. Questo lavoro di ricerca ci avvantaggerà. Sappiamo quanti sono i loculi, ma non quanti defunti ci siano all’interno. Ipotizzando una media di tre salme – secondo le stime dei parenti – per ogni loculo, parliamo di qualche migliaio di dispersi». «Cimitero, in greco, è il luogo dove si dorme – ha detto monsignor Castello – Tuttavia per noi non contano solo la memoria e l’affetto delle persone che ci hanno preceduto, ma anche la certezza della Resurrezione». «Non è un bel momento - osserva Salvatore Fratellanza, commissario Arcivescovile per le Arciconfraternite commissariate - condividiamo il dolore di chi ha visto crollare i resti mortali dei suoi cari. Tutte le cappelle che afferiscono al cimitero monumentale sono chiuse. Abbiamo 27 dipendenti che non stanno lavorando, li stiamo pagando regolarmente». 

Tra i parenti serpeggia il timore che nuovi dissesti tocchino i vivi, a Poggioreale. La presidente della Municipalità IV, Maria Caniglia, rassicura sul fatto che «i sopralluoghi alla scuola nella zona del crollo sono stati fatti», e sta «cercando uno spazio per le riunioni dei parenti». Come accennato, sta infatti nascendo un comitato, di cui Elio De Santi è l’avvocato di riferimento: «Stimoleremo gli enti preposti a trovare una soluzione per il recupero dei corpi - spiega - Abbiamo già stilato una bozza dello statuto del comitato in cui si chiarisce questo intento».
 

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