L’hanno vinta Gattuso e i suoi ragazzi gettando finalmente il cuore oltre l’ostacolo. È stato commovente il loro abbraccio a centrocampo dopo giorni pesanti, resi ancor più difficili da quel vento contrario che si è alzato per la sconfitta a Verona, con veleni che hanno condizionato la serenità del gruppo e dell’allenatore. La Juve stellare, reduce da cinque vittorie in campionato, battuta dall’orgoglio del Napoli, che ha concluso la partita di fatto in nove: si erano infortunati Lozano e Meret (strepitosi tre interventi, decisivo quello nel finale su Morata), zoppicavano ma non potevano abbandonare il campo perché non si doveva mollare e concedere la superiorità numerica ad avversari furiosi che cercavano nel finale di afferrare il punto. E il messicano ha continuato a correre sul dolore facendo perfino il difensore.
Nessun dirigente si intesti questo successo, che è figlio del carattere ma non del gioco: appartiene soltanto a Rino, letteralmente schiaffeggiato dopo Verona, e a un gruppo che voleva riscattarsi dopo le cadute sui campi di Genoa e Atalanta. E non è un caso che tra i migliori vi siano stati alcuni azzurri che avevano giocato malissimo mercoledì scorso in Coppa Italia: i centrali Rrahmani e Maksimovic e il mediano Bakayoko, ad esempio. Da applausi certamente Meret, che si è scoperto titolare a venti minuti dall’inizio perché si è infortunato Ospina durante il riscaldamento, e Insigne, che ha avuto la freddezza di presentarsi sul dischetto a 24 giorni dall’errore in Supercoppa, sempre contro la Juve, e di segnare il gol che ha decretato una vittoria che può cambiare il destino del Napoli: per ora, si è portato a due punti dai bianconeri ed è risalito al quarto posto, in zona Champions, l’obiettivo indicato da De Laurentiis, che fino al termine della stagione dovrà continuare a sostenere Gattuso e gli azzurri, come ha fatto ieri prima e dopo la partita, perché la compattezza aiuta a centrare gli obiettivi.
È stata una vittoria conquistata soffrendo contro una squadra di campioni che si è scaraventata nella metà campo avversaria quando si è trovata in svantaggio. Meret è stato perfetto, il muro azzurro stavolta non ha ceduto e Gattuso ha fatto le mosse opportune per rafforzarlo, rinunciando ad attaccare (invertito il preoccupante trend: stavolta pochissimi tiri e tre punti) ma era troppo importante questo successo per scacciare le ombre e ridare energia a una squadra che ha perso male tante partite ma avendo tantissima sfortuna.
È evidente che a questa vittoria, ottenuta in una condizione di estrema emergenza, occorre dare continuità ritrovando il gioco. Il carattere, da solo, non può bastare. Le prossime prove per il Napoli sono vicinissime: trasferte a Granada e Bergamo. Riparte giovedì il tour europeo e Gattuso sarà costretto a lasciare a casa ancora un po’ di uomini, mentre è rientrato Fabian dopo avere smaltito il Covid. In questa stagione i periodi positivi sono stati di brevissima durata a causa dello scadimento delle prestazioni provocato in parte dalla catena di infortuni che ha tormentato il Napoli fin da quello subito da Osimhen a metà novembre. Il giovane Victor ha speso tutte le sue energie contro la Juve ma deve ritrovare la via del gol: e questa sarebbe un’altra ottima notizia per Gattuso, che ha intanto recuperato il gusto per la battuta paragonando il suo nuovo look a quello di Lando Buzzanca in un popolare film sul calcio. Finalmente un sorriso.