Napoli una squadra allo sbando: solo nervi, niente gioco

di Francesco De Luca
Sabato 23 Dicembre 2023, 23:45 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 08:00
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La notte più amara. Napoli in nove per le espulsioni di Politano e Osimhen e sconfitto dalla Roma, che sorpassa in classifica gli ex campioni d’Italia, scivolati al settimo posto. La crisi si allunga.

La partita, assolutamente in equilibrio, ha cambiato volto al 65’ quando Politano ha fatto una follia (fallo di reazione con un calcetto a Zalewski che lo aveva strattonato) e si è fatto espellere, lasciando il Napoli in dieci. Mourinho ha effettuato tre cambi al 71’ e uno dei nuovi, Pellegrini, ha deciso il confronto, una sorta di spareggio Champions, con una mezza rovesciata. Mazzarri ha sollecitato l’orgoglio di chi era in campo, non avendo peraltro grandi risorse in panchina. Difficile, però, ribaltare la situazione se Kvara e Osimhen non si accendono, superano raramente l’avversario e tirano poco e male in porta.

E Victor, peraltro, a quattro minuti dalla fine ha rovinato un giorno importante - quello del rinnovo del contratto annunciato da De Laurentiis in mattinata - facendosi anche lui espellere. Un altro assurdo colpo di testa in una serata in cui l’arbitro Colombo ha voluto ritagliarsi subito il ruolo del protagonista, ammonendo anche i due allenatori. Il Napoli sembra allo sbando, i risultati negativi provocano un senso di frustrazione. Nervi troppo tesi in assenza dei risultati. È bene che la società e Mazzarri intervengano perché la situazione in classifica inizia a farsi pesante. Non si può restare a guardare. Il Napoli è settimo, a quattro punti dall’ottimo Bologna guidato da Thiago Motta.

Si rischia anche perché è possibile che questo gruppo - straordinario nella scorsa stagione - non abbia il carattere e la cattiveria per recuperare posizioni e rientrare in corsa per il posto che è l’obiettivo stagionale. Per fortuna, in questa penosa serata, vi è stata la buona prestazione di Meret, che era stato già provvidenziale nell’unica palla gol avuta dalla Roma, con Bove, nel primo tempo, in uno di quegli sbandamenti difensivi visti più volte in questa stagione. E, dopo le espulsioni, Alex ha evitato un peggiore passivo, anche se poi nulla ha potuto in pieno recupero sul raddoppio dell’implacabile Lukaku in contropiede: i resti del Napoli erano tutti in attacco, Cajuste si era trovato contro quattro avversari. I rossi a Politano e Osimhen hanno avuto un peso ma è evidente che in un’ora di gioco niente aveva fatto il Napoli: il pallone più pericoloso nell’area giallorossa è stato quello sfiorato di tacco da Anguissa nel primo tempo. Kvara e Osimhen non pervenuti.

Come si può risalire così?

Il bomber, dunque, non ha festeggiato il rinnovo. Dopo cinque mesi di trattative - il primo annuncio di De Laurentiis sull’imminente accordo risaliva al 10 luglio - è stato ufficializzato il breve prolungamento del contratto di Victor, dal 2025 al 2026.

Stipendio più che raddoppiato (10 milioni: il calciatore meglio retribuito nella storia del Napoli, d’altra parte è stato il capocannoniere della serie A, si è piazzato ottavo nella classifica del Pallone d’oro europeo e ha vinto quello africano) e clausola rescissoria, dal prossimo 1° luglio e non valida per l’Italia, di 120 milioni, abbordabile dai top club della Premier League, il paradiso calcistico a cui aspira Victor, peraltro legato da sincero affetto a Napoli.

Considerando lo sforzo fatto da De Laurentiis per concedere l’aumento di stipendio, c’è da auspicare che su Osimhen - 25 anni da compiere tra cinque giorni - il club voglia costruire un nuovo progetto vincente, potenziando l’organico per rilanciare la scommessa scudetto o comunque rafforzare la sua presenza ai vertici del campionato e in Europa.

Ma aver inserito la clausola - non era presente nel contratto firmato nell’estate 2020 - può anche essere interpretato come il prezzo, non trattabile, da presentare agli acquirenti, non quelli dell’Arabia Saudita perché il nigeriano ha rifiutato 35 milioni di stipendio nella scorsa estate volendo continuare a giocare in Europa. E allora c’è la possibilità che arrivi il potente club che paghi, come è accaduto per Lavezzi, Cavani, Higuain e Kim. Se questo dovesse accadere - le regole del mercato sono note - il tesoretto ricavato dalla cessione di Osimhen andrebbe speso per giocatori di qualità e non in operazioni deludenti come quelle che il club ha portato a termine dopo le cessioni di Kim e Lozano nella scorsa estate.

In altri tempi, quando erano partiti quei campioni, De Laurentiis e i suoi ex dirigenti avevano dimostrato capacità di reinvestire mantenendo alto il livello di competitività della squadra, che quest’anno ha invece perduto posizioni dopo aver toccato il cielo. Sul mercato, intanto, scintille tra Salernitana e Napoli: il neo dg granata Sabatini chiede al club azzurro di avere «dignità» e di presentare un’offerta adeguata per l’esterno Mazzocchi, uno degli obiettivi per la fase di riparazione di gennaio in cui non si dovranno sbagliare mosse. Intanto, si congeda Elmas, che in quattro anni e mezzo non è stato mai ritenuto un titolare, al massimo un dodicesimo o tredicesimo. Entrano nelle casse 25 milioni, ennesima significativa plusvalenza (+9 milioni). Ma il problema, in queste ore, non è il mercato: qui c’è solo nervosismo, niente gioco e gol. 

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